L’ etilometro è uno strumento di prevenzione sempre veritiero?
Centinaia in Italia i casi di alcool – test sbagliati. Numerosi i casi di automobilisti astemi che hanno subìto la contestazione di reato
giovedì 14 ottobre 2010
Uno dei mezzi per combattere la voglia di pigiare l'acceleratore degli italiani, è l'etilometro a fiato, strumento che consente di determinare il valore dell'alcool, ovvero dell'etanolo contenuto nel sangue, o «stato di ebbrezza».
Ma alla luce di numerosi casi in cui automobilisti completamente astemi, a seguito dell'esame del cosiddetto "palloncino" hanno subìto la contestazione del reato di cui all'articolo 186 del Codice della Strada con conseguenze pesantissime sia per ciò che riguarda la propria patente che per la propria fedina penale. Sono centinaia in tutto il Paese i casi che potrebbero confermare che l'alcool - test non sia così infallibile come qualcuno lo ha voluto dipingere e molti cittadini incolpevoli siano stati costretti a pagarne le conseguenze.
Da anni Giovanni D'Agata, Componente del Dipartimento Tematico Nazionale Tutela del Consumatore di "Italia dei Valori" e fondatore dello "Sportello dei Diritti" è impegnato in un'ardua battaglia impegnandosi su due fronti: da una parte contribuire a garantire la sicurezza stradale tutelando al contempo la certezza del diritto e dall'altra tentare di proteggere gli automobilisti dagli abusi ed illegittimità degli enti preposti all'accertamento delle infrazioni, verificando la correttezza delle procedure e la regolarità degli atti.
D'altro canto la letteratura scientifica è orientata pressoché in maniera generale a ritenere che la concentrazione di alcool contenuta nell'aria espulsa dai polmoni può variare a seconda di svariate variabili. Secondo Giovanni D'Agata, infatti, l'unico metodo certo e scientifico per appurare l'effettivo superamento del limite, è l'analisi del sangue che potrebbe essere effettuata in loco al momento dell'accertamento attraverso postazioni mobili o presso il più vicino ospedale.
Ma alla luce di numerosi casi in cui automobilisti completamente astemi, a seguito dell'esame del cosiddetto "palloncino" hanno subìto la contestazione del reato di cui all'articolo 186 del Codice della Strada con conseguenze pesantissime sia per ciò che riguarda la propria patente che per la propria fedina penale. Sono centinaia in tutto il Paese i casi che potrebbero confermare che l'alcool - test non sia così infallibile come qualcuno lo ha voluto dipingere e molti cittadini incolpevoli siano stati costretti a pagarne le conseguenze.
Da anni Giovanni D'Agata, Componente del Dipartimento Tematico Nazionale Tutela del Consumatore di "Italia dei Valori" e fondatore dello "Sportello dei Diritti" è impegnato in un'ardua battaglia impegnandosi su due fronti: da una parte contribuire a garantire la sicurezza stradale tutelando al contempo la certezza del diritto e dall'altra tentare di proteggere gli automobilisti dagli abusi ed illegittimità degli enti preposti all'accertamento delle infrazioni, verificando la correttezza delle procedure e la regolarità degli atti.
D'altro canto la letteratura scientifica è orientata pressoché in maniera generale a ritenere che la concentrazione di alcool contenuta nell'aria espulsa dai polmoni può variare a seconda di svariate variabili. Secondo Giovanni D'Agata, infatti, l'unico metodo certo e scientifico per appurare l'effettivo superamento del limite, è l'analisi del sangue che potrebbe essere effettuata in loco al momento dell'accertamento attraverso postazioni mobili o presso il più vicino ospedale.