L'astensionismo a Barletta è un problema evidente
Il neo eletto Franco Pastore, il comunicato
giovedì 1 aprile 2010
Con tre parole ho concluso la campagna elettorale e con le stesse ricomincio da oggi: lavoro, casa, giovani. Sono e saranno le priorità del mio impegno quotidiano per il ruolo che i cittadini – elettori mi hanno affidato, di rappresentarli in consiglio regionale. Oltretutto il risultato di queste elezioni, per me che sono un amministratore comunale, ha anche un altro significato. Vuol dire che sto operando, insieme alla giunta Maffei a Barletta, nel modo e nella direzione giusti.
Sono frastornato ed emozionato, ma sono emozioni positive le mie. Per questo devo ringraziare quanti mi hanno accordato la propria fiducia. Non ho ancora fatto un'analisi puntuale di questa tornata elettorale, ho bisogno di guardare e studiare i dati, non l'ho ancora fatto.
Una cosa però è evidente da subito: l'astensionismo.
Questo deve farci riflettere: il fatto che in tanti abbiano rinunciato ad un diritto e non abbiano ottemperato ad un dovere non lasci nessuno indifferente. I toni sono stati a tratti esasperati in questa campagna elettorale che ha focalizzato poco e male, forse solo per opportunismo elettorale, i problemi reali delle persone, problemi licenziati con promesse vane di "ricompense" impossibili. Se questo astensionismo ha il significato del disincanto e della protesta e indica la richiesta, forte, di un cambiamento, anzi di una rivoluzione copernicana, noi politici e amministratori abbiamo il dovere di coglierlo questo significato e di rispondere a tale richiesta e, soprattutto, abbiamo il dovere di farlo subito, da questo momento.
Sono frastornato ed emozionato, ma sono emozioni positive le mie. Per questo devo ringraziare quanti mi hanno accordato la propria fiducia. Non ho ancora fatto un'analisi puntuale di questa tornata elettorale, ho bisogno di guardare e studiare i dati, non l'ho ancora fatto.
Una cosa però è evidente da subito: l'astensionismo.
Questo deve farci riflettere: il fatto che in tanti abbiano rinunciato ad un diritto e non abbiano ottemperato ad un dovere non lasci nessuno indifferente. I toni sono stati a tratti esasperati in questa campagna elettorale che ha focalizzato poco e male, forse solo per opportunismo elettorale, i problemi reali delle persone, problemi licenziati con promesse vane di "ricompense" impossibili. Se questo astensionismo ha il significato del disincanto e della protesta e indica la richiesta, forte, di un cambiamento, anzi di una rivoluzione copernicana, noi politici e amministratori abbiamo il dovere di coglierlo questo significato e di rispondere a tale richiesta e, soprattutto, abbiamo il dovere di farlo subito, da questo momento.