L'Arcivescovo D'Ascenzo in visita all'istituto comprensivo "D'Azeglio-De Nittis"
«Non si può parlare con Dio e rimanere seduti»
mercoledì 7 dicembre 2022
12.34
«Non si può parlare con Dio e rimanere seduti» la frase che ha più colpito l'Arcivescovo Leonardo D'Ascenzo durante la sua visita presso l'istituto comprensivo D'Azeglio-De Nittis effettuata questa mattina, proseguendo il suo tour di visita pastorale, nelle scuole della nostra città, proprio con l'intento di incontrare gli alunni e il personale della scuola.
Una visita, fortemente voluta dall'Arcivescovo e dall'ufficio diocesano per l'insegnamento della religione cattolica, nella persona del direttore Don Nicola Grosso, anche oggi presente, che da un mese procede spedita presso tutte le scuole di Barletta, con l'obiettivo di ascoltare i ragazzi sui temi della fraternità, della solidarietà e sull'apertura ai temi riguardanti la mondialità, esprimendo l'attenzione e la vicinanza della Chiesa alle attività culturali, educative e sociali del territorio, mettendosi in ascolto di una realtà fondamentale per la crescita dei ragazzi, e chiedendo come può la Chiesa continuare a camminare nel mondo e annunciare il Vangelo.
Dopo l'accoglienza con il giro del plesso scolastico sito in Via Libertà, e a seguito del canto "Adesso è la pienezza", i saluti della dirigente, dott.ssa Corvasce Concetta e del sacerdote, Don Vito Carpentiere, la comunità tutta si è raccolta nell'ascolto della "preghiera multietnica" e poi di alcune riflessioni dei ragazzi che, partendo dai punti dell'Agenda 2030, hanno espresso i loro "fortissimamente sogni", parlando di una scuola familiare, produttiva, inclusiva e chiedendo con forza alla Chiesa "di diffondere amore, quell'amore incondizionato, contro le uguaglianze di genere. Chi ama da, le cose, la vita, e perfino sé stesso. Chi non ama è egoista. Chiediamo alla chiesa di insegnarci ad amare, di essere aiutati, come i fiori che per crescere hanno bisogno di essere annaffiati".
"Non si può parlare con Dio e rimanere seduti, non si può scegliere la comodità e curare solo i propri interessi. Bisogna andare di fretta verso gli altri, verso gli amici, verso coloro che hanno bisogno. Ritengo vero e giusto quello che dicevate sulla povertà che è ancora diffusa nel mondo e costringe le persone anche a vivere con fatica. Due giorni fa il Papa ha ricordato per l'ennesima volta una verità tanto importante quanto disattesa, sullo smettere di produrre armi per un anno e arrivare così a risolvere il problema della fame del mondo… Siamo mancanti di ragione o di cuore. L'uomo purtroppo esprime fragilità o piccolezza", ha detto l' Arcivescovo, che poi ha continuato ponendo un interrogativo a tutti, ai ragazzi che rappresentano la nuova generazione, sperando in una loro riflessione per poi concludere con un messaggio di auguri sul Santo Natale: "cosa possiamo fare noi? La prima cosa è fare un'operazione straordinaria, disarmare i nostri cuori, come ha detto papa Francesco, aprire il cuore all' accoglienza, al rispetto e all'amore, verso tutti, perché siamo fratelli e sorelle e questa verità deve far maturare la nostra consapevolezza. L'impegno deve essere quello di disarmare il cuore e avere un cuore di carne, che sappia amare! Buon cammino verso il Natale, vivendo con un cuore buono, rispettandovi e camminando insieme. Auguri!"
A conclusione poi l'Arcivescovo si è spostato presso la scuola Massimo D'Azeglio, dove ha incontrato il parroco Don Mauro Dibenedetto e tutti i bambini della scuola elementare che lo hanno accolto festosi con dei canti. Momenti che possiamo definire di vitale importanza e che sono fondamentali per poter far crescere i ragazzi con una maggiore consapevolezza dell'annuncio Evangelico applicato alla vita di comunità, alla vita di tutti i giorni, dando anche spunti importanti alla Chiesa diocesana, che si mette in ascolto di sé stessa, in questo caso delle comunità scolastiche, per poter crescere come Chiesa che annuncia Cristo e il suo Vangelo.
Una visita, fortemente voluta dall'Arcivescovo e dall'ufficio diocesano per l'insegnamento della religione cattolica, nella persona del direttore Don Nicola Grosso, anche oggi presente, che da un mese procede spedita presso tutte le scuole di Barletta, con l'obiettivo di ascoltare i ragazzi sui temi della fraternità, della solidarietà e sull'apertura ai temi riguardanti la mondialità, esprimendo l'attenzione e la vicinanza della Chiesa alle attività culturali, educative e sociali del territorio, mettendosi in ascolto di una realtà fondamentale per la crescita dei ragazzi, e chiedendo come può la Chiesa continuare a camminare nel mondo e annunciare il Vangelo.
Dopo l'accoglienza con il giro del plesso scolastico sito in Via Libertà, e a seguito del canto "Adesso è la pienezza", i saluti della dirigente, dott.ssa Corvasce Concetta e del sacerdote, Don Vito Carpentiere, la comunità tutta si è raccolta nell'ascolto della "preghiera multietnica" e poi di alcune riflessioni dei ragazzi che, partendo dai punti dell'Agenda 2030, hanno espresso i loro "fortissimamente sogni", parlando di una scuola familiare, produttiva, inclusiva e chiedendo con forza alla Chiesa "di diffondere amore, quell'amore incondizionato, contro le uguaglianze di genere. Chi ama da, le cose, la vita, e perfino sé stesso. Chi non ama è egoista. Chiediamo alla chiesa di insegnarci ad amare, di essere aiutati, come i fiori che per crescere hanno bisogno di essere annaffiati".
"Non si può parlare con Dio e rimanere seduti, non si può scegliere la comodità e curare solo i propri interessi. Bisogna andare di fretta verso gli altri, verso gli amici, verso coloro che hanno bisogno. Ritengo vero e giusto quello che dicevate sulla povertà che è ancora diffusa nel mondo e costringe le persone anche a vivere con fatica. Due giorni fa il Papa ha ricordato per l'ennesima volta una verità tanto importante quanto disattesa, sullo smettere di produrre armi per un anno e arrivare così a risolvere il problema della fame del mondo… Siamo mancanti di ragione o di cuore. L'uomo purtroppo esprime fragilità o piccolezza", ha detto l' Arcivescovo, che poi ha continuato ponendo un interrogativo a tutti, ai ragazzi che rappresentano la nuova generazione, sperando in una loro riflessione per poi concludere con un messaggio di auguri sul Santo Natale: "cosa possiamo fare noi? La prima cosa è fare un'operazione straordinaria, disarmare i nostri cuori, come ha detto papa Francesco, aprire il cuore all' accoglienza, al rispetto e all'amore, verso tutti, perché siamo fratelli e sorelle e questa verità deve far maturare la nostra consapevolezza. L'impegno deve essere quello di disarmare il cuore e avere un cuore di carne, che sappia amare! Buon cammino verso il Natale, vivendo con un cuore buono, rispettandovi e camminando insieme. Auguri!"
A conclusione poi l'Arcivescovo si è spostato presso la scuola Massimo D'Azeglio, dove ha incontrato il parroco Don Mauro Dibenedetto e tutti i bambini della scuola elementare che lo hanno accolto festosi con dei canti. Momenti che possiamo definire di vitale importanza e che sono fondamentali per poter far crescere i ragazzi con una maggiore consapevolezza dell'annuncio Evangelico applicato alla vita di comunità, alla vita di tutti i giorni, dando anche spunti importanti alla Chiesa diocesana, che si mette in ascolto di sé stessa, in questo caso delle comunità scolastiche, per poter crescere come Chiesa che annuncia Cristo e il suo Vangelo.