Istruzione, lavoro , impresa, enti locali: un sistema da costruire

Al via anche a Barletta la campagna “Io voglio restare”. Interventi e proposte dei giovani, per i giovani e per la città

domenica 16 dicembre 2012
A cura di Edoardo Centonze
Un appello promosso da 146 promotori, tra studenti, ricercatori, sindacalisti, precari, e che ha raggiunto al momento 1.380 firme di adesione. «"Io voglio restare" è un'iniziativa di carattere popolare - ha ricordato Angelica Scardigno, laureata in biotecnologie e blogger musicale, che ha moderato la serata di presentazione dell'iniziativa - fatta da giovani e non che cercano lavoro». Istruzione, welfare, lavoro, innovazione: questi i punti centrali della campagna. Anche a Barletta, venerdì scorso, ha preso il via questa iniziativa. Di seguito gli interventi propositivi più significativi della serata.

Giuseppe Conteduca, studente di scienze delle amministrazioni, ha ricordato l'importanza che oggi assume il puntare sull'innovazione e la ricerca, rispetto ad un settore manifatturiero che soffre la spietata concorrenza internazionale dei paesi con basso costo del lavoro. Ha inoltre illustrato i programmi di finanziamento per le piccole e medie imprese, previsti dall'Unione Europea, come il Cosme ( che ha una dotazione finanziaria di 2,5 miliardi di Euro), e ricordato l'importanza della Banca Europea per gli Investimenti. «Gli Enti locali devono avere un ruolo interlocutorio tra imprese nascenti e università - ha aggiunto Conteduca - E' necessario il sostegno burocratico, con la creazione di sportelli unici intercomunali per le imprese, sull'esempio di Ivrea, e la promozione di reti d'impresa, attraverso l'internazionalizzazione. Il Governo ha favorito start-up innovative con agevolazioni in campo fiscale e organizzativo». Michele Dicataldo, laureando in ingegneria civile e ambientale, ha elencato varie proposte per Barletta: promozione dei prodotti agricoli (es. olioteche); cooperative giovanili nel settore dl turismo, aree di campeggio attrezzate, aree di ristoro per bagnanti e docce pubbliche lungo le litoranee; raccolta porta a porta, tariffa puntuale solo per l'indifferenziato; promozione dell'acqua pubblica; olio, vino, detersivi alla spina; mercatini di scambio e di riuso; eliminazione della plastica dalle mense scolastiche; incubatori per lo sviluppo di progetti in co-working; tirocini formativi retribuiti; apertura pomeridiana delle scuole come luoghi di studio, per supplire alle carenze della biblioteca. Fedele Capuano, libero professionista: «A Barletta gli edifici sono un colabrodo dal punto di vista energetico. Bisogna inserire nel Pug obblighi di efficienza e sostenibilità energetica per i nuovi edifici e per quelli in ristrutturazione. Bisogna creare un'area limite in cui costruire, e non più speculazione edilizia. Ci sono quattromila case sfitte».

Non sono mancati poi riferimenti alla crisi politica barlettana. «Alle prossime votazioni a chi sento dire voto quello perché mi da questo, gli do un calcio nei coglioni - ha detto Michele Antolini, presidente dell'Arcigay Bat - La rovina di questi paesi sono queste persone che per una stronzata si vendono. Barletta ha bisogno di essere rivoltata come un calzino». «Non ho mai detto che quella del reddito di formazione è stata una mia battaglia: direi il falso. E' stato un lungo periodo di autoformazione portato avanti da un movimento studentesco - ha detto l'ex consigliere comunale della Fds, Carmine Doronzo - Il reddito minimo è presente in tutta Europa, tranne Italia e Grecia - ha aggiunto - Il comune di Barletta rischia di sforare il Patto di Stabilità. Se sarà così, sarà quasi impossibile fare investimenti. Ma dobbiamo comunque parlare di bilancio partecipativo, per ciò che sarà possibile. In questi mesi, ci siamo scontrati con chi ha inteso in maniera obsoleta e clientelare la nostra proposta di "pacchetto anticrisi"».
Assemblea © Tommaso Francavilla
Assemblea © Tommaso Francavilla
Assemblea © Tommaso Francavilla
Assemblea © Tommaso Francavilla
Assemblea © Tommaso Francavilla
Assemblea © Tommaso Francavilla