Intitolare i giardini del Castello a Salerno? «Ancora uno "sfratto" per i fratelli Cervi»
Interviene Roberto Tarantino, presidente dell'ANPI Bat
lunedì 21 ottobre 2013
11.00
«Ho appreso che nei giorni scorsi, la Commissione toponomastica del Comune di Barletta ha discusso la proposta di intitolazione dei Giardini del Castello (attualmente denominati Gardini Fratelli Cervi) a Francesco Salerno ed ha espresso (a maggioranza) parere favorevole - così interviene prof. Roberto Tarantino, presidente provinciale dell'ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d'Italia) - Non è assolutamente mia intenzione entrare nel merito delle motivazioni dei proponenti né, tanto meno, della opportunità di ricordare adeguatamente Francesco Salerno: certamente comprensibili le une e l'altra».
«Non posso, però, come cittadino e come Presidente dell'ANPI BAT, astenermi dal palesare il mio stupore, tutte le mie perplessità e la mia assoluta non condivisione della proposta di "sfrattare" ancora una volta i Fratelli Cervi - sostiene Tarantino - Lo si fece già qualche anno fa, quando si decise di cambiare la denominazione della piazza a loro dedicata e di rinominarla Piazza 13 febbraio 1503».
«All'epoca dei fatti, la decisione fu duramente contestata e, alla fine, accettata (o, forse, è meglio dire, subita) ma non da tutti condivisa anche se, per dovere di onestà, bisogna riconoscere che la scelta, nel tempo, ha anche acquistato significato in quanto ha finito per identificare un "luogo della Memoria": il nostro Castello che è un simbolo riconoscibile e riconosciuto della Resistenza del Presidio militare».
«Sento, pertanto - conclude Tarantino - che è mio dovere, prima che si vada oltre, esprimere tutta la mia preoccupazione e invitare coloro che dovranno dire la parola definitiva, a riflettere attentamente sul significato che avrebbe, per tutti quelli che credono e si riconoscono nei valori della Resistenza, la "cancellazione" del nome dei Fratelli Cervi o una nuova soluzione compensativa o di ripiego (lo spiazzo antistante il Rivellino!) che non servirebbe a sminuire la gravità di un atto che è palesemente incongruente con il ruolo che la nostra Città con orgoglio ha rivendicato e rivendica e che, con fatica, ha guadagnato nella Storia della Guerra di liberazione».
«Non posso, però, come cittadino e come Presidente dell'ANPI BAT, astenermi dal palesare il mio stupore, tutte le mie perplessità e la mia assoluta non condivisione della proposta di "sfrattare" ancora una volta i Fratelli Cervi - sostiene Tarantino - Lo si fece già qualche anno fa, quando si decise di cambiare la denominazione della piazza a loro dedicata e di rinominarla Piazza 13 febbraio 1503».
«All'epoca dei fatti, la decisione fu duramente contestata e, alla fine, accettata (o, forse, è meglio dire, subita) ma non da tutti condivisa anche se, per dovere di onestà, bisogna riconoscere che la scelta, nel tempo, ha anche acquistato significato in quanto ha finito per identificare un "luogo della Memoria": il nostro Castello che è un simbolo riconoscibile e riconosciuto della Resistenza del Presidio militare».
«Sento, pertanto - conclude Tarantino - che è mio dovere, prima che si vada oltre, esprimere tutta la mia preoccupazione e invitare coloro che dovranno dire la parola definitiva, a riflettere attentamente sul significato che avrebbe, per tutti quelli che credono e si riconoscono nei valori della Resistenza, la "cancellazione" del nome dei Fratelli Cervi o una nuova soluzione compensativa o di ripiego (lo spiazzo antistante il Rivellino!) che non servirebbe a sminuire la gravità di un atto che è palesemente incongruente con il ruolo che la nostra Città con orgoglio ha rivendicato e rivendica e che, con fatica, ha guadagnato nella Storia della Guerra di liberazione».
I fratelli Cervi
I sette fratelli Cervi (Gelindo, Antenore, Aldo, Ferdinando, Agostino, Ovidio, Ettore) erano i figli di Alcide Cervi e di Genoveffa Cocconi ed appartenevano ad una famiglia di contadini con radicati sentimenti antifascisti. Dotati di forti convincimenti democratici, presero attivamente parte alla Resistenza e presi prigionieri, furono fucilati dai fascisti il 28 dicembre 1943 nel poligono di tiro di Reggio Emilia. La loro storia è stata raccontata, fra gli altri, dal padre Alcide Cervi.
Tutti e 7 i fratelli sono stati decorati con Medaglia d'argento al valor militare. Ai fratelli Cervi sono state dedicate molte vie in varie città italiane, a Collegno (TO), Ceriale (SV) e a Dorgali (Sardegna) è stata loro dedicata una scuola e una via. A Macerata sono intitolate ai fratelli Cervi sia una via sia la scuola primaria e dell'infanzia che vi è situata. A Barletta sono dedicati gli ampi giardini del Castello di Barletta.
[Fonte Wikipedia]
I sette fratelli Cervi (Gelindo, Antenore, Aldo, Ferdinando, Agostino, Ovidio, Ettore) erano i figli di Alcide Cervi e di Genoveffa Cocconi ed appartenevano ad una famiglia di contadini con radicati sentimenti antifascisti. Dotati di forti convincimenti democratici, presero attivamente parte alla Resistenza e presi prigionieri, furono fucilati dai fascisti il 28 dicembre 1943 nel poligono di tiro di Reggio Emilia. La loro storia è stata raccontata, fra gli altri, dal padre Alcide Cervi.
Tutti e 7 i fratelli sono stati decorati con Medaglia d'argento al valor militare. Ai fratelli Cervi sono state dedicate molte vie in varie città italiane, a Collegno (TO), Ceriale (SV) e a Dorgali (Sardegna) è stata loro dedicata una scuola e una via. A Macerata sono intitolate ai fratelli Cervi sia una via sia la scuola primaria e dell'infanzia che vi è situata. A Barletta sono dedicati gli ampi giardini del Castello di Barletta.
[Fonte Wikipedia]