Intervista ad Enrico Bufalo, autore del libro “Il coraggio della paura”
Un libro per sostenere l'AISM e per combattere la sclerosi multipla. Scrivere filastrocche per sentire ancora la vita che scorre
lunedì 30 aprile 2012
Enrico Bufalo nasce a Barletta nel 1968, dove vive un'infanzia ed un'adolescenza felici. Dopo il liceo sceglie di studiare giurisprudenza a Bari e diventa, infatti, avvocato. Purtroppo, però, già durante gli anni universitari, la sua serenità viene improvvisamente spezzata dalla scoperta della sua malattia: la sclerosi multipla, cosa che fa cambiare tutti i suoi piani. Presto, infatti, abbandona la sua aspirazione di praticare la professione di avvocato, riversando tutte le sue energie in un'altra attività, più compatibile con le sue nuove esigenze: l'insegnamento. Il suo nuovo lavoro, che presto si rivelerà «il lavoro più bello del mondo», così come dice lui stesso, non solo rappresenterà una nuova avventura di vita fatta di sfide, soddisfazioni, nuove conoscenze e divertimento, ma gli donerà anche l'ispirazione giusta per comporre filastrocche. Lo scorso anno alcune delle sue composizioni sono state riunite in un'unica raccolta intitolata "Il coraggio della paura", il cui ricavato andrà in parte in beneficenza all'AISM (Associazione Italiana Sclerosi Multipla).
La redazione di Barlettalife ha incontrato l'autore che, tra una difficoltà e l'altra, ha risposto alle sue domande:
Perché hai deciso di scrivere un libro?
«Innanzitutto io ho sempre scritto filastrocche per gli amici. Poi, per esigenze didattiche, ho cominciato a scriverle per narrare la storia d'Italia dall'Antica Roma, al Medioevo, al Rinascimento, etc. I miei alunni non capivano molto bene questi argomenti, e ho pensato che le filastrocche sarebbero state di facile apprendimento. Ho dovuto fare di necessità virtù. Successivamente è successo quello che è successo: le mie condizioni di salute sono peggiorate, e per affrontare meglio le mie giornata ho deciso di raccogliere alcune delle mie filastrocche in un libro, integrandole con delle nuove e pubblicandole».
Quale insegnamento dovrebbero trarre i lettori dal tuo libro?
«Non ho nessuna pretesa. Scrivo per me. Poi se il lettore apprezza è bene, perché ne sarei contento. Comunque pare che il libro sia stato apprezzato».
Perché hai deciso di destinare parte del ricavato della vendita del libro all'AISM (Associazione Italiana Sclerosi Multipla)?
«L'ho fatto per favorire la riabilitazione fisica e morale di chi viene colpito da questa malattia, che spesso è gente destinata all'emarginazione».
In base alla tua esperienza di vita, hai qualcosa da rimproverare alle istituzioni?
«Io mi ritengo un soggetto privilegiato, innanzitutto perché godo dell'assistenza domiciliare medica ed infermieristica del reparto di rianimazione dell'ospedale di Barletta; poi perché sono circondato da tante persone che mi sostengono, e il primo fra tutti è mio padre».
So che stai cominciando a scrivere un altro libro. Vuoi anticipare qualcosa a riguardo?
«La mia vita è una sfida continua e tu avrai capito che sono un tipo combattivo. Per me fare filastrocche significa entrare in un'altra dimensione, perché in quel modo mi sento vivo! È per questo motivo che continuo a scrivere. Poi non so che ne farò di questo nuovo libro, se lo pubblicherò o meno, si vedrà…»
Vuoi ringraziare qualcuno in particolare che ti ha aiutato nella stesura del libro, come anche nell'affrontare la tua malattia?
«Ce ne sono tante! A partire da Annalisa Napolitano, la mia fisioterapista, Maria Sterpeta Binetti, Valentino Nagel, Luciano Parabita, e a finire con tutti coloro che ho citato nelle ultime pagine del mio libro».
A chi bisogna rivolgersi per acquistare questa tua raccolta di filastrocche?
«Basta scrivere all'indirizzo mail valentinonagel1@virgilio.it. Dopo aver ricevuto la richiesta tramite posta elettronica, provvederemo noi ad organizzare la vendita».
Vuoi aggiungere qualcosa riguardo alla tua esperienza?
«…è dura!»
La redazione di Barlettalife ha incontrato l'autore che, tra una difficoltà e l'altra, ha risposto alle sue domande:
Perché hai deciso di scrivere un libro?
«Innanzitutto io ho sempre scritto filastrocche per gli amici. Poi, per esigenze didattiche, ho cominciato a scriverle per narrare la storia d'Italia dall'Antica Roma, al Medioevo, al Rinascimento, etc. I miei alunni non capivano molto bene questi argomenti, e ho pensato che le filastrocche sarebbero state di facile apprendimento. Ho dovuto fare di necessità virtù. Successivamente è successo quello che è successo: le mie condizioni di salute sono peggiorate, e per affrontare meglio le mie giornata ho deciso di raccogliere alcune delle mie filastrocche in un libro, integrandole con delle nuove e pubblicandole».
Quale insegnamento dovrebbero trarre i lettori dal tuo libro?
«Non ho nessuna pretesa. Scrivo per me. Poi se il lettore apprezza è bene, perché ne sarei contento. Comunque pare che il libro sia stato apprezzato».
Perché hai deciso di destinare parte del ricavato della vendita del libro all'AISM (Associazione Italiana Sclerosi Multipla)?
«L'ho fatto per favorire la riabilitazione fisica e morale di chi viene colpito da questa malattia, che spesso è gente destinata all'emarginazione».
In base alla tua esperienza di vita, hai qualcosa da rimproverare alle istituzioni?
«Io mi ritengo un soggetto privilegiato, innanzitutto perché godo dell'assistenza domiciliare medica ed infermieristica del reparto di rianimazione dell'ospedale di Barletta; poi perché sono circondato da tante persone che mi sostengono, e il primo fra tutti è mio padre».
So che stai cominciando a scrivere un altro libro. Vuoi anticipare qualcosa a riguardo?
«La mia vita è una sfida continua e tu avrai capito che sono un tipo combattivo. Per me fare filastrocche significa entrare in un'altra dimensione, perché in quel modo mi sento vivo! È per questo motivo che continuo a scrivere. Poi non so che ne farò di questo nuovo libro, se lo pubblicherò o meno, si vedrà…»
Vuoi ringraziare qualcuno in particolare che ti ha aiutato nella stesura del libro, come anche nell'affrontare la tua malattia?
«Ce ne sono tante! A partire da Annalisa Napolitano, la mia fisioterapista, Maria Sterpeta Binetti, Valentino Nagel, Luciano Parabita, e a finire con tutti coloro che ho citato nelle ultime pagine del mio libro».
A chi bisogna rivolgersi per acquistare questa tua raccolta di filastrocche?
«Basta scrivere all'indirizzo mail valentinonagel1@virgilio.it. Dopo aver ricevuto la richiesta tramite posta elettronica, provvederemo noi ad organizzare la vendita».
Vuoi aggiungere qualcosa riguardo alla tua esperienza?
«…è dura!»