Intervista a Giovanni Alfarano: «Puniti dal pendolarismo politico»

Tra le risposte il malessere del centrodestra che cerca il riscatto politico-amministrativo. Il terzo polo sta cercando di darsi una propria identità politica

mercoledì 16 marzo 2011
A cura di Michele Sarcinelli
Si susseguono le interviste di Barlettalife ai rappresentanti politici impegnati nella fase propedeutica alla competizione elettorale del prossimo maggio. Nella intervista rilasciataci dal consigliere Regionale Giovanni Alfarano c'è ogni possibile domanda che al meglio illustri il momento politico del centrodestra.

Dott. Alfarano cinque anni di consigliere comunale del PdL ed un anno alla Regione Puglia. Potremmo dire che si sta costruendo una buona spina dorsale politica. Cosa ha imparato da questo ruolo?
Ho imparato che bisogna essere umili, seri e coerenti nell'esercizio delle proprie funzioni. I 5 anni all'opposizione sono stati difficilissimi in rapporto alla debolezza numerica che ha, in parte, reso meno forte l'azione politica. Questa esperienza mi sta rafforzando perché mi dà la possibilità tutti i giorni di conoscere fino in fondo tutte le tematiche che riguardano i nostri cittadini. Per un amministratore pubblico è importante e fondamentale essere preparato.

Un viso pulito, modi distinti e affabili, anche un po' di timido rossore che non la fa in assoluto assomigliare ad un politico di superata generazione. Affida anche al suo aspetto fisico l'attrazione di consensi?

Sicuramente l'aspetto esteriore è importante nella visione complessiva perché, come si suol dire, anche l'occhio vuole la sua parte. Tuttavia mi sento di sottolineare come è essenziale essere seri, affidabili, coerenti. Nei nostri giorni è fondamentale essere trasparenti e propositivi considerata la moltitudine di problemi.

Dito nella piaga, anzi penna nella piaga. L'imprenditore Tatò ha dichiarato, infine, che imprescindibili motivi aziendali lo hanno indotto a rifiutare la candidatura. Ovviamente nessuno ci crede. E riteniamo che neppure Lei che ha condotto le propositive trattative, possa pensarlo. Ci dice qualche verità che non assomigli al politichese?
Secondo me Bartolo Tatò è un'ottima persona oltre che essere un grande imprenditore. Però non avendo l'esperienza politica, considerato che non si è mai occupato di politica attiva, io ritengo che alcune situazioni siano state valutate in maniera diversa da quella che avrebbero meritato. Purtroppo chi decide di intraprendere un'esperienza politica non può pensare che si possa mettere su una pianificazione di tipo aziendale. La politica segue delle verità e dei percorsi differenti: il mio rammarico è proprio questo, non essere riuscito a trasmettere a Bartolo Tatò delle grandi possibilità che lui avrebbe avuto in una campagna elettorale diversa, caratterizzata dalla voglia di cambiamento della stragrande maggioranza dei cittadini.

Ritengo che i Suoi tre " NO" alla richiesta di una Sua candidatura e quasi imposti dal Ministro Fitto, non sono da sottovalutare. Ebbene quale delle tre declinazioni è stata la più complicata da contrapporre?

In definitiva, la ragione essenziale dei miei tre "no", come lei mi chiede, è dipesa dal mio grande senso di responsabilità verso i 14.000 elettori che mi hanno chiesto di fare il consigliere regionale e questo ho rappresentato al ministro Fitto.

All'interno del Centrodestra barlettano c'è un po' di maretta. Dovrà ammettere che la collegialità in favore della terza candidatura, quella della coordinatrice locale del PdL, ancora non c'è. Ci sono fermi i suoi proclami di assoluta convinzione per la scelta. Afferma, come intima Gerry Scotti imponendo la scelta definitiva al concorrente: L'accendiamo? Accendiamo definitivamente la scelta di Maria Grazia Vitobello?
Tutti i partiti della coalizione del centro destra, circa 10 giorni fa, hanno sottoscritto un documento politico con il quale riconoscevano nella persona della prof.ssa Maria Grazia Vitobello il miglior candidato sindaco che il centro destra cittadino potesse mettere in campo. Nel centro destra posso affermare in maniera netta che tutti i partiti hanno cercato con grande senso di responsabilità un dialogo che avesse come obiettivo principale non la divisione ma la necessità di determinare le migliori condizioni per dare vita ad uno schieramento alternativo. Tutti sanno che Barletta è gestita da circa vent'anni dal centro sinistra. Questo significa che tutti sono consapevoli delle difficoltà esistenti per ribaltare questo trend.

Il terzo polo è nuovo innesto nella politica barlettana. Ne state ricercando "l'amicizia" politica? Se arrivasse un diniego dopo quello dell'UDC, Vi riterreste indeboliti? O avete altre risorse a cui ricorrere?
Da alcuni mesi, il terzo polo sta cercando di darsi una propria identità politica. Ad oggi non ci sono dei segnali concreti che ci danno la possibilità di pensare al terzo polo come una singola entità. I partiti che lo rappresentano mantengono ciascuno la propria autonomia. Tutto questo rende difficile e tardiva la possibilità di un accordo politico. Io personalmente provo grande amarezza e disagio nel vedere come una forza moderata come l'Udc si allea alle forze del centro destra nella città di Bisceglie, Trinitapoli e Spinazzola mentre resiste nella città di Barletta. Perché ciò?

Mi corregga senz'altro. Ma il fervore politico provinciale e regionale che si è palpato reale nelle amministrative andriesi, non si sta riscontrando a Barletta. Dove sono Sergio Silvestris, Francesco Amoruso, Francesco Ventola ed altri parlamentari, consiglieri regionali del Centrodestra? Insomma. Cosa ha Barletta per essere così continuamente isolata. E' una strategia preordinata?
Bella domanda, le dico caro amico Sarcinelli: si tratta di una domanda simpatica. Sicuramente ci sono degli interrogativi che meriterebbero una risposta. In particolare se in questa città il centro destra non riesce a vincere le elezioni amministrative comunali da circa vent'anni qualche problema sicuramente ci sarà. Non ho la volontà di addebitare le responsabilità a chicchessia. Tuttavia tutti quanti noi abbiamo il dovere di fare quanto necessario per dare a questa città una classe dirigente nuova e stabile. Affermo questo perché il centro destra cittadino è stato condizionato in negativo negli ultimi tempi da un inaccettabile pendolarismo politico. Tutto questo ha condizionato la stabilità con ripercussioni anche sulla stessa credibilità del movimento. Ecco perché non sono stati raggiunti i risultati.

Il segretario provinciale del PD Andrea Patruno, dà il centrodestra spacciato in questa kermesse elettorale, vedendo sin dal primo turno vincente il candidato del Centrosinistra. Con quali argomenti si oppone a questa nefasta previsione?
Il centro sinistra cittadino ha fallito, basti pensare che il sindaco uscente Maffei è stato costretto a riguadagnarsi lo status di candidato sindaco attraverso la procedura delle primarie. Se l'amministrazione Maffei,nei 5 anni trascorsi, avesse raggiunto gli obiettivi, sicuramente avrebbe ricevuto una riconferma immediata. Invece così non è stato. Oggi Maffei promette ai cittadini le stesse cose promesse 5 anni fa così tutto questo condiziona in negativo la città di Barletta che non riesce a guadagnarsi l'autorevolezza necessaria per elevarsi su scala provinciale.

Ci dice anche Lei qualcosa di Centrodestra che convinca gli elettori anche di centrosinistra a votare per voi?
Questa città ha bisogno di una svolta politico-amministrativa; la prima cosa che bisogna mettere in atto è una modifica strutturale del bilancio contabile che va modellato sui nuovi bisogni dei cittadini in considerazione della grave crisi economica in atto. Le risorse finanziarie vanno ottimizzate. La città ha bisogno di interventi essenziali che le consentano di essere più pulita, illuminata, attraente. A questo va aggiunto una nuova programmazione urbanistica e ambientale che favorisca quei processi di crescita economica del territorio oltre che un miglioramento della qualità della vita dei nostri cittadini.