Intascavano bonus su lavori mai eseguiti, la Finanza di Barletta scopre la truffa
Tutti i dettagli nella conferenza stampa convocata questa mattina
venerdì 19 gennaio 2024
10.18
Sono stati in tre, imprenditori operanti nel settore della grande distribuzione, i destinatari di misure nell'ambito dell'operazione "Cassetto distratto".
Raggiunto dalla misura cautelare in carcere l'imprenditore Graziano Apruzzese, 46 anni, andriese, residente a Trani, amministratore "di fatto" di tre società con diversi punti vendita nella città di Barletta. Sono state invece colpite dalla misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare attività imprenditoriale Santa Lasorsa, 46nne moglie di Apruzzese e Vittoria Managó, 33 anni di Gioia Tauro.
Nell'occhio del ciclone sono finiti nuovamente i bonus edilizi, in particolare il "Sismabonus" e il "Bonus facciate". Erano state pensate come agevolazioni legate all'emergenza Covid, ma in troppe occasioni sono diventate l'occasione per intascare i bonus senza aver effettivamente eseguito i lavori previsti.
Nella recentissima operazione condotta dai finanzieri del comando provinciale di Barletta, la truffa si basava su attestazioni di lavori edili di rilevante valore mai eseguiti o su immobili inesistenti, oppure appartenenti a soggetti che però erano del tutto inconsapevoli di quanto stava accadendo.
Il "cassetto fiscale" delle società si riempiva di crediti illecitamente maturati, che venivano successivamente reimpiegati nelle attività economiche delle stesse, compensando le imposte dovute allo Stato.
Le operazioni delle Fiamme Gialle sono partite nella giornata di ieri e proseguite nella giornata odierna, fino ad un sequestro di beni dal valore di oltre 6 milioni di euro, incluse disponibilità bancarie che sono ancora in corso di precisa quantificazione. Una villa, diversi opifici e alcune unità immobiliari sono state poste sotto sequestro per un valore di 3 milioni di euro.
Tra gli interventi attenzionati, c'è anche una ristrutturazione di 35 mq a Roma, su cui erano stati dichiarati lavori per oltre 2 milioni di euro.
Il credito d'imposta maturato complessivamente è stato di oltre 20 milioni di euro, utilizzando anche prestanomi, soggetti nullatenenti e anche con precedenti penali, creando una vera e propria rete per poter mettere a segno la truffa ai danni dello Stato.
Raggiunto dalla misura cautelare in carcere l'imprenditore Graziano Apruzzese, 46 anni, andriese, residente a Trani, amministratore "di fatto" di tre società con diversi punti vendita nella città di Barletta. Sono state invece colpite dalla misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare attività imprenditoriale Santa Lasorsa, 46nne moglie di Apruzzese e Vittoria Managó, 33 anni di Gioia Tauro.
Nell'occhio del ciclone sono finiti nuovamente i bonus edilizi, in particolare il "Sismabonus" e il "Bonus facciate". Erano state pensate come agevolazioni legate all'emergenza Covid, ma in troppe occasioni sono diventate l'occasione per intascare i bonus senza aver effettivamente eseguito i lavori previsti.
Nella recentissima operazione condotta dai finanzieri del comando provinciale di Barletta, la truffa si basava su attestazioni di lavori edili di rilevante valore mai eseguiti o su immobili inesistenti, oppure appartenenti a soggetti che però erano del tutto inconsapevoli di quanto stava accadendo.
Il "cassetto fiscale" delle società si riempiva di crediti illecitamente maturati, che venivano successivamente reimpiegati nelle attività economiche delle stesse, compensando le imposte dovute allo Stato.
Le operazioni delle Fiamme Gialle sono partite nella giornata di ieri e proseguite nella giornata odierna, fino ad un sequestro di beni dal valore di oltre 6 milioni di euro, incluse disponibilità bancarie che sono ancora in corso di precisa quantificazione. Una villa, diversi opifici e alcune unità immobiliari sono state poste sotto sequestro per un valore di 3 milioni di euro.
Tra gli interventi attenzionati, c'è anche una ristrutturazione di 35 mq a Roma, su cui erano stati dichiarati lavori per oltre 2 milioni di euro.
Il credito d'imposta maturato complessivamente è stato di oltre 20 milioni di euro, utilizzando anche prestanomi, soggetti nullatenenti e anche con precedenti penali, creando una vera e propria rete per poter mettere a segno la truffa ai danni dello Stato.