Insulti alla speaker di Barletta. La solidarietà non basta più.

È ora che chi sbaglia paghi: distinguiamo il tifo sano dall’idiozia

domenica 20 febbraio 2022
A cura di Cosimo Campanella
Avremmo francamente fatto volentieri a meno di parlare di quanto successo giovedì sera a Mariella Dibenedetto, storica speaker del Barletta Calcio. Ne avremmo fatto volentieri a meno, non perchè riteniamo trascurabile quanto successo alla nostra bravissima collega, ma perchè in un mondo come quello del calcio, sempre soggetto a facili generalizzazioni, non riteniamo giusto "sparare nel mucchio" e accomunare a quattro idioti di numero - che a questo punto speriamo siano denunciati - una tifoseria come quella martinese distintasi in positivo sia prima, sia soprattutto dopo questo increscioso episodio mediante significative scuse pubbliche fatte di concerto con la società.

Ma soprattutto avremmo fatto volentieri a meno di citare gesti e parole di questi minus habentes perchè, quando una donna, madre di famiglia e ottima professionista come Mariella è vittima di questi episodi, la prima cosa che vorrebbe è che si spengano quanto prima le luci di questa spiacevole ribalta che, a conti fatti, lascerà in lei una cicatrice destinata comunque a rimanere, mentre i quattro omuncoli che l'hanno insultata, una volta passata la tempesta polemica, ricorderanno questa loro "bravata" come una goliardata e niente più, magari facendosi anche quattro risate tra una Peroni e l'altra.

Ecco perchè, onde evitare che quanto accaduto a Mariella Dibenedetto si ripeta, sarebbe ora che dalla carta stampata si passi finalmente anche alla carta bollata. Le immagini ci sono, le testimonianze pure. Oltre naturalmente alle forze dell'ordine che, ricordiamo, non sono allo stadio per guardare la partita.