Inchiesta: Coronavirus, gli eventi muoiono ma la cultura deve vivere – Parte 1

L’allarme di un intero settore scuote l’economia, quali soluzioni si potrebbero adottare?

sabato 7 marzo 2020 11.52
A cura di Ida Vinella
Professionisti, aziende, associazioni, imprenditori, compagnie teatrali, sale cinematografiche, agenzie di spettacolo: è lungo l'elenco delle persone che quotidianamente lavorano nel settore degli eventi. Un settore che muove l'Italia della cultura, dell'arte, dell'intrattenimento e della bellezza, un indotto spesso sottovalutato ma vitale per l'economia del nostro Paese.

Oggi questo settore sta vivendo il principio di una crisi legata all'emergenza Coronavirus: i riflettori si spengono sui palchi ma si accendono sulle problematiche che già da subito si stanno ripercuotendo sull'economia di questo mondo.

La situazione in Puglia

Tutto è cominciato con il DPCM (Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri) di mercoledì 4 marzo 2020: una data che passerà alla storia del nostro Paese e che rappresenta l'inizio di un periodo di cambiamenti da affrontare giorno dopo giorno, parallelamente all'emergenza sanitaria più strettamente legata al COVID-19. Ciò che viene deciso a livello nazionale ha ripercussioni sulla nostra realtà territoriale, in una Puglia che sta già destagionalizzando il proprio turismo e muove grandi economie sul mondo degli eventi praticamente tutto l'anno. Alcuni grandi appuntamenti sono già stati rinviati, come il Medimex, slittato a data da destinarsi nel corso del 2020, e il Bif&st – festival del cinema italiano a Bari – che subisce lo stesso destino.
L'annuncio del Medimex
"Il Medimex 2020, International Festival & Music Conference - progetto di Puglia Sounds il programma della Regione Puglia per lo sviluppo del sistema musicale regionale attuato con il Teatro Pubblico Pugliese è rinviato a data da destinarsi, ma si svolgerà nel corso del 2020. Puglia Sounds/Teatro Pubblico Pugliese ha deciso di rimandare il Medimex, che quest'anno giunge alla decima edizione, a quando saranno ripristinate le condizioni logistiche e organizzative necessarie alla buona riuscita della manifestazione".

Musica e cinema, due settori attivi tutto l'anno grazie ai concerti e all'attività delle sale cinematografiche: al momento il decreto del premier Conte non dispone la chiusura dei luoghi, che potranno continuare a fare cultura nel rispetto delle prescrizioni e della distanza minima garantita, ma indubbiamente l'applicazione di queste norme richiede difficoltà logistiche che non tutti possono sopportare. Gli eventi vengono ancora più penalizzati per la problematicità degli spostamenti per gli ospiti, con ovvie ripercussioni anche sul settore della ricettività e della ristorazione. In questo momento capiamo quanto sia falso pensare che "con la cultura non si mangia". Al contrario diventa chiara e visibile l'interconnessione del settore cultura e spettacolo con tanti altri flussi economici più facili da quantificare.
La decisione del Bif&st
Il Bif&st Bari International Film Festival si farà, ma in un periodo diverso da quello previsto.
Il direttore del Bif&st-Bari International Film Festival, Felice Laudadio ha informato il Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e l'Apulia Film Commission che, allo stato, non sussistono più le condizioni per garantire alla manifestazione, in programma dal 21 al 28 marzo prossimo, gli esiti desiderati, che hanno caratterizzato il festival nei suoi primi 10 anni di attività. E questo a causa della difficoltà o, in molti casi, dell'impossibilità di una serie di ospiti importanti provenienti da tutto il mondo e dall'Italia ad accompagnare a Bari i loro film, a tenere le lezioni di cinema e a partecipare ad un evento caratterizzato, come sempre in passato, da una massiccia presenza di pubblico a tutti i suoi appuntamenti. In particolare hanno inciso la cancellazione di voli e la sopraggiunta indisponibilità di molti ospiti legata alle misure che rendono difficoltoso il rientro nei Paesi d'origine per chi proviene dall'Italia.
La Regione Puglia e l'Apulia Film Commission hanno condiviso l'indicazione del direttore Laudadio e, d'intesa, si adopereranno per organizzare a date da destinarsi la celebrazione del Bif&st 2020 anche sulla base dell'accurato e completo programma già predisposto.

Tutelare la categoria, il punto di vista di Federeventi

Nata per associare quanti lavorano nel settore degli eventi, comprese fiere e convegni, Federeventi sta osservando da vicino quanto accade al momento nel settore. Tra chi organizza eventi e chi si occupa di logistica, allestimenti, catering ecc. la perdita in termini di fatturato è sostanziosa. «L'attualità si sta abbattendo sui piccoli e grandi eventi – spiega il presidente di Federventi Bari-Bat Vittorio Rinaldi – alcuni appuntamenti importanti per gli associati delle nostre zone, come la 54° edizione di Vinitaly e il Cosmoprof Worldwide di Bologna, sono stati rinviati».

«Ciò che ci sta più a cuore è la questione dipendenti – illustra Rinaldi - perciò quello che chiediamo in questo momento, rivolgendoci prima di tutto al governo nazionale ma sollecitando anche la regione Puglia, è di poter avviare alcune procedure come attivare la cassa integrazione per gli addetti del settore, rinviare le rate dei mutui, posticipare il pagamento dei contributi. I rischi riguardano imprenditori e titolari di partite IVA, che nell'attuale ordinamento hanno scarse tutele: la situazione attuale potrebbe mettere seriamente in ginocchio questi lavoratori. Stiamo ragionando con Confcommercio per pensare a soluzioni realizzabili» .

Tutto annullato al "Palaflorio" di Bari

Manio Marrone, amministratore unico dell'ATI Palaflorio, ha esposto lo stato degli eventi programmati al "Palaflorio" di Bari, cornice prescelta per grandi eventi sportivi e musicali tutto l'anno. «Dal momento in cui è partita l'emergenza, anche prima del decreto del presidente Conte, la situazione è precipitata: i principali eventi sportivi sono stati rinviati, così come concerti molto attesi, come quello dei Modà che era programmato per il 14 marzo e di Marracash calendarizzato per il prossimo 7 maggio». «Nel settore musica poi la programmazione è essenziale – ci spiega – poiché le date rientrano in un tour nazionale, basta un blocco per far slittare tutto».

«La cosa peggiore non è rimanere fermi due mesi, si stringe la cinghia e si continua – racconta Marrone – ma è l'incertezza, il non sapere quando si potrà ricominciare. Chiedere sacrifici agli altri adesso è complicato, bisogna resistere. Oltre agli eventi in sé ci sono coloro che lavorano nei servizi di facchinaggio, le imprese di pulizie, gli addetti alla sicurezza… Non si può calcolare il danno generato da questo stato di cose».

L'umore è nero, ma resta la forza di andare avanti. «Dovremo per presto risollevarci. Ora ci occorre un reale sostegno al settore e un messaggio globale di fiducia e di presa di responsabilità: dobbiamo attenerci a quanto previsto nelle normative e attendere fiduciosi che l'emergenza si dissolva presto per tornare a programmare la nostra quotidianità».

L'approfondimento continua domani sulle pagine del network Viva.