Incenerendo risolviamo il problema rifiuti? Tragica menzogna

La riflessione del Prof. Ruggiero Quarto. Occorre salvaguardare i posti di lavoro, ma l'inceneritore no

giovedì 16 dicembre 2010
Gentile Direttore, Le invio una rinnovata mia riflessione sulla questione della cementeria. Sono molto preoccupato per la salute della città e per il futuro della fabbrica. Leggo, analogo, l'interesse di Barlettalife in favore dell'ambiente e sempre volentieri inoltro, vostro tramite alla città, le mie perplessità personali e professionali.
Ruggero Quarto

Sempre lieto ed onorato di poter amplificare, tramite il nostro giornale telematico, le riflessioni del prof. Ruggero Quarto che , anche a nome della redazione, ringrazio per riconoscerci la sensibilità che adottiamo sugli scottanti e irrisolti temi ambientali. Come sempre non intacchiamo una sola virgola ai " messaggi " dell'esperto e tanto meno in questo che ci propone in quanto serbatoio di forti emozioni oltre che della consueta professionalità.
Michele Sarcinelli



Quand'ero bambino, dal mare di Levante, vedevo svettare la ciminiera della cementeria. Un brivido d'orgoglio mi scuoteva nel sapere che quella era la ciminiera più alta d'Italia. Negli anni sessanta l'industrializzazione era un mito. Il cemento era un simbolo di progresso. Abbiamo addirittura creduto che il cemento impastato ad amianto fosse eterno, tanto da chiamarlo Eternit. Vedere fumare la ciminiera era il sintomo che lo sviluppo correva. La ciminiera era come un campanile o un faro. Era nostra amica. Talmente amica che la città le è andata incontro. L'ha circondata con palazzi e con altri insediamenti industriali. Poi ci siamo resi conto che mai scelta urbanistica fu così sciagurata. Che qualsiasi cosa brucia inquina. Che ogni ciminiera è temibile. Che l'Eternit provoca un terribile cancro ai polmoni. Che la nostra cementeria diventa sempre più inceneritore di rifiuti.

È vero che la cementeria sorse più di un secolo fa, fuori città, e che occorre salvaguardare i posti di lavoro, ma l'inceneritore no! Qualsiasi attività di incenerimento è problematica! Li chiamano "termovalorizzatori" per imbrogliarci. Mai menzogna fu così tragica! Se i rifiuti inceneriti si riciclassero, si recupererebbe un'energia 10 volte superiore a quella della loro combustione! Per ogni 4Kg di rifiuti bruciati si produce 1Kg di scorie e ceneri tossiche (rifiuto pericoloso da smaltire!). Con un'altra tragica menzogna ci vogliono far credere che i filtri rendono innocui i gas tossici prodotti. Non è così. I filtri (se funzionano!) abbattono le emissioni al di sotto dei limiti di legge. Ciò vuol dire che una parte di metalli, diossine e furani passano, soprattutto sotto forma di nanoparticelle. Ma, l'Agenzia Europea per l'Ambiente, afferma che di nanopolveri (PM2.5) muoiono prematuramente ogni anno 380.000 europei! E, poi, un limite non significa che al di sotto non c'è inquinamento e pericolo. Altra tragica menzogna! Prova ne è che spesso i limiti, nel tempo, sono ridotti. Proprio per le diossine, l'OMS nel 1991 ha stabilito un limite di 10 pg/Kg/die e dopo soli 10 anni l'UE lo ha ridotto di 5 volte! Ciò che è nei limiti oggi può esser fuorilegge domani. Occorrono i morti certificati (come per l'amianto) per bandire inceneritori e impianti a biomasse? Non è meglio usare il Principio di Precauzione dell'OMS e UE? Ovvero, finché non è chiaro che le emissioni degli inceneritori non fanno male non si deve bruciare. Almeno in città!

Ma ci dicono che incenerendo risolviamo il problema dei rifiuti. Altra tragica menzogna! La realtà è che chi brucia rifiuti in Italia, viene indebitamente incentivato. L'UE ha avviato una procedura di infrazione contro l'Italia per gli incentivi governativi per produrre energia bruciando rifiuti inorganici, considerandoli "fonte rinnovabile". Paghiamo tre volte: 1) con la bolletta ENEL (CIP6); 2) per le sanzioni EU; 3) per i risarcimenti e bonifiche ambientali. E rischiamo di pagare un quarto prezzo. Il più alto: la salute! Il ciclo dei rifiuti è un allucinante campo minato. Mantenendolo aperto si alimenta l'infame catena delinquenti-imprenditori spietati-politicanti (Campania insegna!). Siamo stufi di veder finire sotto sequestro impianti che dovrebbero funzionare legalmente e vedere devastati territori che dovrebbero essere legalmente incontaminati! Ma ci sono i rifiuti! I rifiuti sono la prova che stiamo facendo una cosa sbagliata. Con le discariche non facciamo altro che sotterrare le prove; gli inceneritori non fanno altro che bruciare le prove. Dobbiamo affrontare il vero problema: trasformare i rifiuti in risorsa. Solo così potremo chiudere il cerchio che ci permetterà di consegnare il pianeta alle future generazioni non compromesso. E allora, adottiamo le magiche 4R (Riduzione, Riuso, Raccolta, Riciclo). Barletta potrebbe inserirsi nella rete delle città "Rifiuti Zero 2020". Ovvero, in pochi mesi raggiungere quote realistiche del 70%; il 100% nel 2020. Con tanti posti di lavoro!

Intanto, si è persa una splendida occasione per dire SI alla salubrità di Barletta, celebrando un patetico consiglio comunale sulla questione cementeria-inceneritore. È inutile chiedere (in quattro gatti!) che tutto sia legale. Si asseconda la Buzzi a dimostrare che può incenerire a piazza Moro. Ma, possiamo mai pensare di poter aspirare impunemente i gas di scarico di un'auto, fosse anche una moderna e più che in regola Euro6? Temo che legalmente e monitorati assumeremo nano particelle e, forse, altri veleni. Temo che la fabbrica si disinteresserà del cemento, a favore dell'incenerimento, riducendo personale. Senza sottostare a falsi ricatti occupazionali, il Comune può contrattare con l'azienda una sua delocalizzazione, a fronte di un piano industriale solido, con aumento della forza lavoro. Si escluda ogni forma di incenerimento di rifiuti! Oltre al pericolo, come carburante, con il riciclaggio, non hanno futuro!

Prof. Ruggiero Quarto