«Inaccettabile che i lavoratori della Bar.S.A. vengano usati e gettati»
La polemica di Carmine Doronzo e Mimmo Caporusso, consiglieri di "Federazione della Sinistra - Sinistra per Barletta". «Il Comune di Barletta, principale azionista della Bar.S.A., ha l'onore e l'onere di darle un indirizzo politico»
mercoledì 15 febbraio 2012
«Oltre dieci anni fa il Comune di Barletta dava vita alla Barsa spa, un progetto ambizioso che si poneva l'obiettivo di garantire contemporaneamente stabilità lavorativa ai dipendenti e servizi alla città. Nel progetto furono inglobati quei lavoratori che erano impegnati in percorsi di utilità sociale, che portavano con sé una congrua dote in denaro che consentisse a Barsa di avviare l'attività. Quel patrimonio economico fu utilizzato da Barsa per l'acquisto dei mezzi per la raccolta dei rifiuti, settore che non impegnava direttamente i lavoratori con dote. Quindi nel piano d'impresa i lavoratori provenienti dai progetti di utilità sociale furono inseriti a pieno titolo, non ci si pose il tema del sovra/sotto dimensionamento degli 'impiegati' rispetto al resto della platea, anzi più alto era il numero di tali lavoratori più risorse economiche arrivavano nelle casse di Barsa». A scrivere questa riflessione sono i consiglieri di Federazione della Sinistra - Sinistra per Barletta Carmine Doronzo e Mimmo Caporusso.
«Esaurita questa fase, di utilizzo della dote economica, ne è cominciata un'altra; il tema al centro delle politiche d'impresa è diventato il sovradimensionamento del personale 'impiegatizio' rispetto agli operativi, si è ventilata la possibilità di scindere Barsa, dividendo il ramo 'attivo' da quello 'passivo'. Orbene, sin dal luglio 2010 Barsa ha messo in cassa integrazione in deroga 14 dipendenti, ridotti a 9 da gennaio 2011, tutti appartenenti alla platea dei lavoratori con dote, e sempre gli stessi, senza rotazione, sostenendo che era venuto meno un servizio che forniva al Comune di Barletta. Nel contempo, si legge nella semestrale al 30.06.2011 che sono stati incentivati n. 7 esodi nei servizi operativi, ausiliari al traffico e custodia, e che il numero dei dipendenti è passato da 290 a 300 a luglio 2011. Inoltre il 13 dicembre 2011 è stato siglato con le parti sociali un accordo che prevede la riduzione dell'organico attraverso prepensionamenti/licenziamenti ed esodo incentivati per n.10 unità tra impiegati e personale operativo. Quindi sommando le 7 e le 10 unità risultano 17 i dipendenti che vedranno la meritata pensione.
Pur apprezzando il senso di responsabilità di azienda e sindacati per aver individuato un percorso non traumatico per i lavoratori, ci si chiede come sia possibile che su una platea di 300 lavoratori si preveda l'espulsione di 9 unità (il 3%) in una società a prevalente capitale pubblico (ben il 72%). Ci si chiede quali percorsi la Barsa abbia messo in atto per valorizzare il patrimonio di competenze di tali risorse umane.
Ci si chiede come mai il Comune di Barletta abbia fatto venir meno l'affidamento di servizi importanti quali il Gis-Sit, strumento irrinunciabile di governo del territorio e delle attività, capace di monitorare continuamente le trasformazioni urbanistiche (e non solo) e di fornire in tempo reale le informazioni più puntuali su tutto il contesto urbano. Il Comune di Barletta ha fortemente creduto, in passato, in questo strumento, e non si comprende come oggi si possa interrompere tale attività, rischiando di vanificare l'investimento economico fatto negli anni passati.
Il Comune di Barletta, in quanto azionista principale di Barsa, ha l'onore e l'onere di dare un indirizzo politico/programmatico alla stessa. Ci si chiede, quindi, quali attività sono state messe in campo per far si che Barsa non vivesse del solo denaro pubblico, si utilizzassero appieno le competenze, le professionalità dei propri dipendenti, si desse sbocco ai percorsi di riqualificazione professionale svolti dai dipendenti 'incriminati' (per citarne solo uno il corso per 'verificatori di impianti termici' svoltosi ben 7 anni fa).
La Federazione della Sinistra - Sinistra per Barletta rigetta la decisione assunta da Barsa spa che prevede la espulsione dal lavoro di 9 unità lavorative. Invita il Sindaco del Comune ad attivarsi affinchè la procedura di cassa integrazione in deroga venga immediatamente interrotta e si proceda a verificare la riattivazione di servizi irrinunciabili per la città.
La Federazione della Sinistra – Sinistra per Barletta ritiene inaccettabile che i lavoratori vengano usati e gettati: si usa il patrimonio economico in dote e poi si getta via il lavoratore. Sono queste prassi messe in campo dalla più spregiudicata imprenditoria privata. Non è questo il comportamento che ci si attende da una società a prevalente capitale pubblico. La Federazione della Sinistra – Sinistra per Barletta si farà promotrice di iniziative tese ad affrontare e risolvere l'inaccettabile situazione creatasi, anche (e non solo) presentando interrogazione consiliare al Sindaco di Barletta».
«Esaurita questa fase, di utilizzo della dote economica, ne è cominciata un'altra; il tema al centro delle politiche d'impresa è diventato il sovradimensionamento del personale 'impiegatizio' rispetto agli operativi, si è ventilata la possibilità di scindere Barsa, dividendo il ramo 'attivo' da quello 'passivo'. Orbene, sin dal luglio 2010 Barsa ha messo in cassa integrazione in deroga 14 dipendenti, ridotti a 9 da gennaio 2011, tutti appartenenti alla platea dei lavoratori con dote, e sempre gli stessi, senza rotazione, sostenendo che era venuto meno un servizio che forniva al Comune di Barletta. Nel contempo, si legge nella semestrale al 30.06.2011 che sono stati incentivati n. 7 esodi nei servizi operativi, ausiliari al traffico e custodia, e che il numero dei dipendenti è passato da 290 a 300 a luglio 2011. Inoltre il 13 dicembre 2011 è stato siglato con le parti sociali un accordo che prevede la riduzione dell'organico attraverso prepensionamenti/licenziamenti ed esodo incentivati per n.10 unità tra impiegati e personale operativo. Quindi sommando le 7 e le 10 unità risultano 17 i dipendenti che vedranno la meritata pensione.
Pur apprezzando il senso di responsabilità di azienda e sindacati per aver individuato un percorso non traumatico per i lavoratori, ci si chiede come sia possibile che su una platea di 300 lavoratori si preveda l'espulsione di 9 unità (il 3%) in una società a prevalente capitale pubblico (ben il 72%). Ci si chiede quali percorsi la Barsa abbia messo in atto per valorizzare il patrimonio di competenze di tali risorse umane.
Ci si chiede come mai il Comune di Barletta abbia fatto venir meno l'affidamento di servizi importanti quali il Gis-Sit, strumento irrinunciabile di governo del territorio e delle attività, capace di monitorare continuamente le trasformazioni urbanistiche (e non solo) e di fornire in tempo reale le informazioni più puntuali su tutto il contesto urbano. Il Comune di Barletta ha fortemente creduto, in passato, in questo strumento, e non si comprende come oggi si possa interrompere tale attività, rischiando di vanificare l'investimento economico fatto negli anni passati.
Il Comune di Barletta, in quanto azionista principale di Barsa, ha l'onore e l'onere di dare un indirizzo politico/programmatico alla stessa. Ci si chiede, quindi, quali attività sono state messe in campo per far si che Barsa non vivesse del solo denaro pubblico, si utilizzassero appieno le competenze, le professionalità dei propri dipendenti, si desse sbocco ai percorsi di riqualificazione professionale svolti dai dipendenti 'incriminati' (per citarne solo uno il corso per 'verificatori di impianti termici' svoltosi ben 7 anni fa).
La Federazione della Sinistra - Sinistra per Barletta rigetta la decisione assunta da Barsa spa che prevede la espulsione dal lavoro di 9 unità lavorative. Invita il Sindaco del Comune ad attivarsi affinchè la procedura di cassa integrazione in deroga venga immediatamente interrotta e si proceda a verificare la riattivazione di servizi irrinunciabili per la città.
La Federazione della Sinistra – Sinistra per Barletta ritiene inaccettabile che i lavoratori vengano usati e gettati: si usa il patrimonio economico in dote e poi si getta via il lavoratore. Sono queste prassi messe in campo dalla più spregiudicata imprenditoria privata. Non è questo il comportamento che ci si attende da una società a prevalente capitale pubblico. La Federazione della Sinistra – Sinistra per Barletta si farà promotrice di iniziative tese ad affrontare e risolvere l'inaccettabile situazione creatasi, anche (e non solo) presentando interrogazione consiliare al Sindaco di Barletta».