Immondizia porta immondizia: a Barletta funziona così
La discarica a cielo aperto della Prima parallela di Via degli Ulivi
lunedì 20 gennaio 2014
9.46
Una Via senza ancora un nome ufficiale, nella zona 167 di Barletta, ospita 70 metri quadri di scarti e rifiuti. Una vera e propria discarica a cielo aperto: secchi colmi di cemento solidificato, pneumatici, contenitori di ogni genere, silicone, copertoni, teloni, corde e bustoni che a immaginarne il contenuto se ne va la fantasia. Questo è lo scenario che la città offre ai nuovi residenti delle case di periferia, palazzi che ampliano i confini di Barletta, senza però darle tanto prestigio.
Durante la nostra presenza in loco per documentare lo scempio, residenti e passanti sembravano speranzosi; speranzosi perché un panorama così occulto, guardato da loro quotidianamente, possa balzare agli occhi di tutti come emergenza da risolvere. I rifiuti, insediati in una gigantesca conca (la strada della zona è del tutto frastagliata, simile a una pista da golf), raggiungono il metro d'altezza ed è ben visibile il fatto che non si tratta di immondizia civile. Il punto qui non è l'inciviltà dei residenti barlettani, quanto piuttosto il menefreghismo edile di operai, costruttori e operatori del settore che gettano incuranti tutti gli scarti degli strumenti da lavoro. La cantierizzazione della Barletta periferica commette anche questo danno; un danno all'immagine della città, ma soprattutto al diritto alla salubrità ambientale del cittadino. Cittadini che, nonostante in numero sempre crescente nella zona, hanno a disposizione pochissimi strumenti per tenere pulito il quartiere: solo due cassonetti per l'intera zona abitata. I paradossi della "Barletta under construction" sono tanti: prima i palazzi, poi le strade; prima la consegna delle chiavi, poi acqua, luce gas e fogna; prima la Tares da pagare, poi cassonetti in numero congruo.
L'amministrazione comunale è a conoscenza di questo quartiere in crescita: la commissione toponomastica si è già pronunciata sui nomi ufficiali da dare a queste vie segnate con un foglio di carta (la Via in questione ad esempio sarà denominata Via Don Giuseppe Filograssi), le bollette da pagare arrivano giustamente puntuali ai nuovi residenti, ma i servizi di manutenzione e igiene tardano ad arrivare. Come smaltire allora questa mega pattumiera? I residenti attendono che Ufficio Igiene e assessorato all'ambiente si pronuncino in merito. L'interazione tra pubblico e privato sta nella reciprocità delle aspettative; a ognuno il suo. Chi è onesto pretenda, chi è pretenzioso sia onesto.
Durante la nostra presenza in loco per documentare lo scempio, residenti e passanti sembravano speranzosi; speranzosi perché un panorama così occulto, guardato da loro quotidianamente, possa balzare agli occhi di tutti come emergenza da risolvere. I rifiuti, insediati in una gigantesca conca (la strada della zona è del tutto frastagliata, simile a una pista da golf), raggiungono il metro d'altezza ed è ben visibile il fatto che non si tratta di immondizia civile. Il punto qui non è l'inciviltà dei residenti barlettani, quanto piuttosto il menefreghismo edile di operai, costruttori e operatori del settore che gettano incuranti tutti gli scarti degli strumenti da lavoro. La cantierizzazione della Barletta periferica commette anche questo danno; un danno all'immagine della città, ma soprattutto al diritto alla salubrità ambientale del cittadino. Cittadini che, nonostante in numero sempre crescente nella zona, hanno a disposizione pochissimi strumenti per tenere pulito il quartiere: solo due cassonetti per l'intera zona abitata. I paradossi della "Barletta under construction" sono tanti: prima i palazzi, poi le strade; prima la consegna delle chiavi, poi acqua, luce gas e fogna; prima la Tares da pagare, poi cassonetti in numero congruo.
L'amministrazione comunale è a conoscenza di questo quartiere in crescita: la commissione toponomastica si è già pronunciata sui nomi ufficiali da dare a queste vie segnate con un foglio di carta (la Via in questione ad esempio sarà denominata Via Don Giuseppe Filograssi), le bollette da pagare arrivano giustamente puntuali ai nuovi residenti, ma i servizi di manutenzione e igiene tardano ad arrivare. Come smaltire allora questa mega pattumiera? I residenti attendono che Ufficio Igiene e assessorato all'ambiente si pronuncino in merito. L'interazione tra pubblico e privato sta nella reciprocità delle aspettative; a ognuno il suo. Chi è onesto pretenda, chi è pretenzioso sia onesto.