Il visionario e il guascone
La nuova Idv tra Matteucci e Dibenedetto. Dopo l’elezione di Nunzia Sorrenti a segretaria provinciale
martedì 7 agosto 2012
Il congresso provinciale dell'Italia dei valori della Bat si è concluso con un evento storico. Dalla nascita di questa formazione in città e nella provincia c'era sempre stato l'incontrastato dominio del dottor Salvatore Filannino. Consigliere comunale (ancora in carica), già assessore, segretario cittadino, commissario cittadino a Barletta, il padre padrone del partito di Antonio Di Pietro è finito in minoranza. Candidato (come sempre) alla carica, è stato sconfitto dalla sua concorrente Nunzia Sorrenti, di Canosa, già commissaria provinciale del partito nell'ultimo anno.
L'Idv a Barletta ha avuto un ruolo centrale nel sostegno al primo e al secondo mandato di Maffei. È sempre stato in maggioranza e, dopo la nascita del PD, è stato uno dei tre lati del triangolo che ha retto i primi cinque anni della giunta Maffei (Pd, Idv, Psi). Alle primarie non ha presentato candidati, sostenendo il candidato uscente del Pd (assieme a Sel e Fds, diversamente dal Psi e dalla Buona Politica).
Al momento di formare la lista, in un momento di grande confusione all'interno del partito, Filannino ha aperto a personaggi di provenienza varia. Tra questi Michele Dibenedetto, ex PSDI, poi UDC fino al mancato allargamento al centro della coalizione. Proprio Dibenedetto, appena eletto con Filannino, ha cominciato una lunga battaglia con punte estreme di volgarità contro il compagno di partito in Consiglio comunale, contro l'assessore del suo partito Mascolo, contro il Sindaco Maffei.
Carattere guascone, Dibenedetto all'ultimo consiglio comunale ha precisato di parlare, avendo vinto il congresso provinciale, "a nome dell'IDV" (e Filannino a nome di chi parla?). Nel frattempo, dismesso l'abito da pirata, si è calato nella parte del riformista e gigioneggiava con il consigliere regionale Caracciolo.
Ma chi conosce un po' la storia dell'Idv sa che la vittoria non è targata Dibenedetto. Con Nunzia Sorrenti in questo anno di commissariamento era sempre presente l'avvocato Cosimo Matteucci. Sobrio e discreto, quanto è invece spavaldo Dibenedetto, Matteucci è lontanissimo dagli stereotipi del politico meridionale. Persino lombrosianamente. Poco meno che quarantenne, alto, magrissimo, barba incolta e capelli lunghi. Niente ventre rigonfio per le troppe cene post riunione, niente vita mondana, pochi essenziali interventi sulla stampa. Matteucci non è un Masaniello, non è un arruffapopolo. Se proprio si deve cercare un'ascendenza, il giovane avvocato assomiglia a quelle personalità eccentriche (religiosi o politici) che ogni tanto attraversano il Sud. Mistici e visionari, ma antipopulisti: Gioacchino da Fiore, Pietro da Morrone, Carlo Cafiero. Come in una partita di scacchi, ha preparato attentamente l'attacco al Re Filannino. Ha fondato un circolo autonomo, e persino nella scelta del nome ha rivelato la sua distanza dai cliches: il circolo dell'Idv di cui è presidente è intitolato al sindacalista socialista Placido Rizzotto. Ha creato un asse privilegiato con Nunzia Sorrenti e ha cercato coperture politiche per isolare Filannino, mantenendo però sempre un profilo basso rispetto alle beghe dell'amministrazione Maffei. La vittoria alla fine è stata schiacciante. Determinanti sono stati i tesseramenti di Barletta e Canosa: in entrambi la Sorrenti ha più che doppiato Filannino. Sarà quasi certamente Matteucci il prossimo segretario dell'Idv di Barletta. Il compito che lo aspetta non è semplice. Ricollocare, programmaticamente non geograficamente, a sinistra l'Idv, come è nelle sue intenzioni non sarà semplice. Perché da una parte ci sarà la certa opposizione dello sconfitto Filannino, dall'altra l'evidente smania di sedere al tavolo dei vincitori dell'azionista Dibenedetto. Ma anche perché l'Idv è stato a lungo per Maffei un baluardo di fedeltà. Il potere è un cavallo e ti porta dove vuole, non gli puoi chiedere di volare, fa dire Silone a Celestino V. Ma le sfide difficili sono quelle che i visionari amano di più.
L'Idv a Barletta ha avuto un ruolo centrale nel sostegno al primo e al secondo mandato di Maffei. È sempre stato in maggioranza e, dopo la nascita del PD, è stato uno dei tre lati del triangolo che ha retto i primi cinque anni della giunta Maffei (Pd, Idv, Psi). Alle primarie non ha presentato candidati, sostenendo il candidato uscente del Pd (assieme a Sel e Fds, diversamente dal Psi e dalla Buona Politica).
Al momento di formare la lista, in un momento di grande confusione all'interno del partito, Filannino ha aperto a personaggi di provenienza varia. Tra questi Michele Dibenedetto, ex PSDI, poi UDC fino al mancato allargamento al centro della coalizione. Proprio Dibenedetto, appena eletto con Filannino, ha cominciato una lunga battaglia con punte estreme di volgarità contro il compagno di partito in Consiglio comunale, contro l'assessore del suo partito Mascolo, contro il Sindaco Maffei.
Carattere guascone, Dibenedetto all'ultimo consiglio comunale ha precisato di parlare, avendo vinto il congresso provinciale, "a nome dell'IDV" (e Filannino a nome di chi parla?). Nel frattempo, dismesso l'abito da pirata, si è calato nella parte del riformista e gigioneggiava con il consigliere regionale Caracciolo.
Ma chi conosce un po' la storia dell'Idv sa che la vittoria non è targata Dibenedetto. Con Nunzia Sorrenti in questo anno di commissariamento era sempre presente l'avvocato Cosimo Matteucci. Sobrio e discreto, quanto è invece spavaldo Dibenedetto, Matteucci è lontanissimo dagli stereotipi del politico meridionale. Persino lombrosianamente. Poco meno che quarantenne, alto, magrissimo, barba incolta e capelli lunghi. Niente ventre rigonfio per le troppe cene post riunione, niente vita mondana, pochi essenziali interventi sulla stampa. Matteucci non è un Masaniello, non è un arruffapopolo. Se proprio si deve cercare un'ascendenza, il giovane avvocato assomiglia a quelle personalità eccentriche (religiosi o politici) che ogni tanto attraversano il Sud. Mistici e visionari, ma antipopulisti: Gioacchino da Fiore, Pietro da Morrone, Carlo Cafiero. Come in una partita di scacchi, ha preparato attentamente l'attacco al Re Filannino. Ha fondato un circolo autonomo, e persino nella scelta del nome ha rivelato la sua distanza dai cliches: il circolo dell'Idv di cui è presidente è intitolato al sindacalista socialista Placido Rizzotto. Ha creato un asse privilegiato con Nunzia Sorrenti e ha cercato coperture politiche per isolare Filannino, mantenendo però sempre un profilo basso rispetto alle beghe dell'amministrazione Maffei. La vittoria alla fine è stata schiacciante. Determinanti sono stati i tesseramenti di Barletta e Canosa: in entrambi la Sorrenti ha più che doppiato Filannino. Sarà quasi certamente Matteucci il prossimo segretario dell'Idv di Barletta. Il compito che lo aspetta non è semplice. Ricollocare, programmaticamente non geograficamente, a sinistra l'Idv, come è nelle sue intenzioni non sarà semplice. Perché da una parte ci sarà la certa opposizione dello sconfitto Filannino, dall'altra l'evidente smania di sedere al tavolo dei vincitori dell'azionista Dibenedetto. Ma anche perché l'Idv è stato a lungo per Maffei un baluardo di fedeltà. Il potere è un cavallo e ti porta dove vuole, non gli puoi chiedere di volare, fa dire Silone a Celestino V. Ma le sfide difficili sono quelle che i visionari amano di più.