Il virus oltre i binari: preoccupa l'aperitivo, ma è caos sui mezzi di trasporto

Se può essere semplice contenere la movida, più complessa è la situazione legata alla mobilità

domenica 11 ottobre 2020
A cura di Cosimo Giuseppe Pastore
Prima il liberi tutti dell'estate, poi una campagna elettorale tra comizi e selfie. Oggi i contagi in Italia aumento a ritmo di mille unità al giorno (5724 nelle ultime 24 ore) e insieme ad essi cresce il tracciamento, con un numero di tamponi sempre più elevato, ma anche i focolai di cui non si conosce l'origine.

L'epidemia questa volta si sta affacciando anche al sud Italia. Sono 681 i contagi registrati in Puglia nelle ultime 72 ore di cui 62 solo nella provincia Bat. Stando ai numeri su base nazionale, forniti dall'Istituto Superiore di Sanità, sono appena il 2,5% del totale i casi positivi riconducibili alle scuole. Ben il 77,6%, invece, quelli familiari.

Da qui l'obbligo contenuto nel Dpcm del 7 ottobre di indossare la mascherina all'aperto e la raccomandazione del Premier Giuseppe Conte di farlo anche in casa se in contatto con anziani e soggetti fragili o se si ricevono persone non conviventi. Provvedimenti diventati obsoleti in poche ore tanto da far tornare nel mirino del Governo la movida e la mobilità. I dati degli ultimi due giorni, infatti, impongono misure più severe che saranno contenute in un nuovo Dpcm atteso per il 15 ottobre, ma che potrebbe arrivare già ad inizio settimana.

La Movida
A preoccupare è la movida. Dopo le valutazioni condotte con la Prefettura, i Comuni della sesta provincia pugliese sono pronti ad imporre restrizioni di orario per bar e locali, ma la decisione potrebbe essere anticipata da quella al vaglio del Governo.

Sul tavolo, l'ipotesi inizialmente smentita di un coprifuoco per le attività di somministrazione di bevande e per quelle di ristorazione. «Se arriverà il coprifuoco alle 23 per i locali e i ristoranti, sono certa che il Governo l'accompagnerà a misure di sostegno per le attività interessate», ha detto in un'intervista rilasciata ieri a La Stampa la Sottosegretaria alla Salute, Sandra Zampa.

La nuova stretta però riguarderà anche feste private e matrimoni, prevedendo un numero massimo di partecipanti per ridurre drasticamente il rischio di contagio.

I trasporti
Molto più complessa appare la situazione legata ai trasporti. È lì che i controlli perdono efficacia e gli affollamenti diventano inevitabili. Lo sanno bene i pendolari, lavoratori e studenti, costretti a salire a bordo dei treni regionali. È così che il virus entra facilmente in casa a fine giornata.

La capienza al 50% dei posti a sedere disponibili e la misurazione della temperatura prevista per i passeggeri dei treni a lunga percorrenza (Frecce e Intercity), infatti, non riguarda anche quelli regionali. Semplicemente non sono misure contemplate dalle linee guida per il contenimento della diffusione del Covid-19 sui mezzi di trasporto, allegate al Dpcm del 7 settembre.

La sanificazione giornaliera potrebbe non bastare e il limite di capienza all'80% dei posti disponibili (a sedere e in piedi) non garantisce il distanziamento. Sui binari si dovrebbe attendere nel rispetto della distanza indicata dalla segnaletica apposta sulla pavimentazione, ma non sempre è possibile. A bordo sono tracciati in rosso i percorsi che indicano l'uscita dal mezzo, ma a sedere si è gli uni accanto agli altri e il limite dell'80%, che consente di viaggiare anche in piedi, non è scontato venga rispettato. Per non parlare dei voli: in aereo è obbligatoria la mascherina e un'autodichiarazione sul proprio stato di salute, ma non è prevista nessuna riduzione dei posti a sedere.

Meno capienza, ma più controlli

Ecco che occorrerà rivedere quanto prima quelle linee guida. Al vaglio, l'utilizzo di guanti monouso sui mezzi pubblici, l'aumento delle sanificazioni quotidiane e la riduzione al 50% dei posti a sedere. Ma il nodo da sciogliere resta quello dei controlli. Non basterebbe aumentare le corse, ma sarebbe necessario impedire il superamento della capienza massima introducendo sistemi conta-persone. Un'esigenza che si avverte in particolar modo nelle grandi città in cui, pur diminuendo la domanda di trasporto pubblico, resta inevitabile il ricorso a bus e metro.

«Sul piano operativo – scrivono in una nota congiunta il segretario della Cgil Puglia, Pino Gesmundo, e il segretario generale della categoria dei trasporti (la Filt Cgil) Giuseppe Guagnano – la Regione potrebbe stanziare risorse proprie destinate alle aziende per incrementare le corse, e se non vi fosse adeguata disponibilità di mezzi potrebbe rivolgersi momentaneamente alle aziende private di trasporto. Ovviamente anche l'ipotesi di scaglionamento degli orari di ingresso a scuola andrebbe ad alleggerire il carico attuale, mentre crediamo che in questa fase sia per autobus che per i treni si debba tornare a una capienza ridotta, senza assistere a scene oggi purtroppo diffuse di autobus o treni di pendolari affollati, con gente anche in piedi. Va migliorato il servizio e vanno aumentati controlli».

Plausibile, allora, una forte raccomandazione allo smart working per decongestionare i trasporti e tutelare, parallelamente, lo spostamento degli studenti a favore della didattica in presenza in luogo di quella a distanza da considerare come strumento complementare e non sostitutivo a disposizione della scuola.