«Il vero coraggio è avere paura e non lasciarsi mai cullare nelle proprie certezze»
Cinzia Conteduca, "fearless" e coraggiosa ricercatrice di Barletta, è stata tra le protagoniste del TEDx BarlettaWomen
martedì 1 dicembre 2020
11.24
Coraggio e paura, ricerca e speranza, sogni e concretezza. Nell'esperienza di Cinzia Conteduca, talentuosa ricercatrice barlettana, leggiamo parole di viva attualità. Vincitrice per tre anni consecutivi del "Merit Award" dell'ASCO (Società Americana di Oncologia Clinica) a Chicago, attualmente Dirigente Medico all'IRST (Istituto Scientifico Romagnolo per lo Studio e la Cura dei Tumori), è stata una delle speaker del TEDx BarlettaWomen, evento indipendente ispirato al famoso TED americano, che si è svolto domenica scorsa rigorosamente online.
Lo scorso 8 marzo proprio qui, sulle pagine di BarlettaViva, abbiamo pubblicato un suo messaggio in occasione della Giornata internazionale della Donna. Stavamo vivendo le prime concitate settimane dell'emergenza sanitaria, in cui ci trovavamo ad affrontare tutte le incertezze della prima ondata Covid. Rileggendo adesso quelle parole, dopo quasi nove mesi, mentre è in corso la seconda ondata Covid, qualcosa è cambiato?
«Purtroppo non riesco a dire oggi… sono già trascorsi 9 mesi dal nostro ultimo "incontro" sulle pagine di BarlettaViva… sembra ieri… eppure non è cosi. Il tempo ha assunto una connotazione diversa in questi mesi passando dai colori dell'arcobaleno all'azzurro di un cielo estivo …oggi diremmo troppo spensierato… fino ad arrivare ad un grigio di un autunno che ha fatto subito capolino dopo l'estate portando con sé la paura e la sofferenza, facendoci ripiombare nell'incubo della pandemia. Sono passati 9 mesi, ma il tempo non è volato, perché anche se che i ritmi in ospedale sono stati incalzanti con un livello di allerta sempre molto alta, ogni secondo, minuto, giorno sono sembrati interminabili perché carichi del peso della sofferenza di tutti. E mai come oggi dopo 9 mesi il mio pensiero va alla mia città Barletta, così colpita da questa seconda ondata della pandemia, travolta dall'emergenza sanitaria in sé e da tutti i problemi legati alla gestione di essa».
«Cosa è cambiato? Forse dopo 9 mesi conosciamo un po' meglio il nostro nemico dal punto di visto della patogenesi e del trattamento con un miglioramento dei test diagnostici, ma grandi cambiamenti sono ancora richiesti per trovarci più forti nell'affrontare l'infezione da covid-19 a 360 gradi, pianificando già da ora strategie a breve e a lungo termine, perché la verità è che alla domanda: "In questi 9 mesi cosa è cambiato?"… la risposta è solo una: è cambiato il mondo… e ho visto nella mia Città immagini che mai avrei voluto vedere e che spero possano essere un campanello per tutti … per ricordarci che ognuno è chiamato – anche nel proprio piccolo - a dare il proprio contributo nel rispetto delle regole».
Il tema del TEDx BarlettaWomen è stato "fearless", senza paura. Da un punto di vista professionale, c'è una grande paura con cui si è confrontata?
«In questo periodo così buio, l'evento di TEDx è stato per me, ma credo per tutti quelli che hanno avuto il piacere di viverlo, una ventata di speranza, forza, novità… il tema "fearless" - senza paura - è stato, a mio avviso, veramente appropriato in questo momento storico che stiamo vivendo perché personalmente sentire le storie delle altre donne mi ha dato tanta energia».
«Non c'è stata solo una paura con cui professionalmente mi sono confrontata in questi anni. Ogni giorno ho sempre tanti timori: di non essere un buon medico, di non condurre ricerche intelligenti, di non essere di aiuto per i più giovani che si affacciano al mondo della ricerca... anche ora il timore di non essere un buon esempio di cittadino mentre parlo qui a voi mi accompagna… credo che il vero coraggio nel mio lavoro sia proprio questo: aver sempre paura di tutto, di non sentirsi mai arrivati, di non lasciarsi mai cullare nelle proprie certezze. Come ho raccontato l'altra sera a TEDx, nel 2014 se non avessi avuto il timore di applicare al bando per la borsa europea di oncologia che mi ha portato a Londra sono sicura che non l'avrei mai vinta. Scrivevo la bozza del progetto, la cancellavo, la riscrivevo, la inviavo per le correzioni, e la stravolgevo il giorno dopo…. Alla fine la paura di non essere all'altezza nei grandi ospedali dove ho lavorato tra Londra e Stati Uniti mi ha sempre accompagnata e non mi vergogno a dirlo, oggi credo che in realtà sia stata la mia più grande forza».
Il suo curriculum è ricco di prestigiosi riconoscimenti e la sua carriera può essere davvero d'esempio. Quale consiglio darebbe ai giovani talenti di Barletta e del nostro territorio?
«Dopo l'evento TEDx, ho ricevuto tantissimi commenti positivi che naturalmente mi hanno fatto molto piacere, ma non vi nego che i messaggi che mi hanno colpito di più sono quelli che mi hanno inviato tramite i social tanti ragazzi pugliesi che sono all'estero coinvolti in progetti di ricerca anche diversi tra loro: dalla medicina alla biologia, all'ingegneria, etc… tutti ragazzi pieni di sogni, giustamente un po' spaventati dalla nostra società in cui - come ho sempre detto - la ricerca e la meritocrazia non sono delle priorità. Però, il consiglio che ho scritto ad ognuno di loro è stato il motivo conduttore del mio intervento a TEDx: "Puntate sempre alla luna perché male che vada avrete camminato tra le Stelle" (Les Brown cit.)… e poi ho detto loro (anche se riconosco di essere di parte!) che noi pugliesi abbiamo una marcia in più e riusciamo a farci apprezzare ovunque andiamo grazie alla caparbietà del Sud… alla nostra innata fearless!».
Cosa immagina che accadrà nei prossimi mesi? L'emergenza sanitaria potrà essere contrastata?
«Non posso che rispondere… non una certezza, ma la speranza di tutti… che presto finisca questa pandemia, che arrivi il vaccino e ci aiuti a superare questo periodo. Come è stato detto prima, il mondo è cambiato in questi tragici mesi e quello che conta ora è lottare tutti insieme - l'oggi è il nostro campo di battaglia – di tutti i cittadini, di tutti coloro che lavorano in prima linea in ospedale, di chi muove i pulsanti delle stanze del potere - e il futuro è la nostra speranza mai così tanto attesa».
Lo scorso 8 marzo proprio qui, sulle pagine di BarlettaViva, abbiamo pubblicato un suo messaggio in occasione della Giornata internazionale della Donna. Stavamo vivendo le prime concitate settimane dell'emergenza sanitaria, in cui ci trovavamo ad affrontare tutte le incertezze della prima ondata Covid. Rileggendo adesso quelle parole, dopo quasi nove mesi, mentre è in corso la seconda ondata Covid, qualcosa è cambiato?
«Purtroppo non riesco a dire oggi… sono già trascorsi 9 mesi dal nostro ultimo "incontro" sulle pagine di BarlettaViva… sembra ieri… eppure non è cosi. Il tempo ha assunto una connotazione diversa in questi mesi passando dai colori dell'arcobaleno all'azzurro di un cielo estivo …oggi diremmo troppo spensierato… fino ad arrivare ad un grigio di un autunno che ha fatto subito capolino dopo l'estate portando con sé la paura e la sofferenza, facendoci ripiombare nell'incubo della pandemia. Sono passati 9 mesi, ma il tempo non è volato, perché anche se che i ritmi in ospedale sono stati incalzanti con un livello di allerta sempre molto alta, ogni secondo, minuto, giorno sono sembrati interminabili perché carichi del peso della sofferenza di tutti. E mai come oggi dopo 9 mesi il mio pensiero va alla mia città Barletta, così colpita da questa seconda ondata della pandemia, travolta dall'emergenza sanitaria in sé e da tutti i problemi legati alla gestione di essa».
«Cosa è cambiato? Forse dopo 9 mesi conosciamo un po' meglio il nostro nemico dal punto di visto della patogenesi e del trattamento con un miglioramento dei test diagnostici, ma grandi cambiamenti sono ancora richiesti per trovarci più forti nell'affrontare l'infezione da covid-19 a 360 gradi, pianificando già da ora strategie a breve e a lungo termine, perché la verità è che alla domanda: "In questi 9 mesi cosa è cambiato?"… la risposta è solo una: è cambiato il mondo… e ho visto nella mia Città immagini che mai avrei voluto vedere e che spero possano essere un campanello per tutti … per ricordarci che ognuno è chiamato – anche nel proprio piccolo - a dare il proprio contributo nel rispetto delle regole».
Il tema del TEDx BarlettaWomen è stato "fearless", senza paura. Da un punto di vista professionale, c'è una grande paura con cui si è confrontata?
«In questo periodo così buio, l'evento di TEDx è stato per me, ma credo per tutti quelli che hanno avuto il piacere di viverlo, una ventata di speranza, forza, novità… il tema "fearless" - senza paura - è stato, a mio avviso, veramente appropriato in questo momento storico che stiamo vivendo perché personalmente sentire le storie delle altre donne mi ha dato tanta energia».
«Non c'è stata solo una paura con cui professionalmente mi sono confrontata in questi anni. Ogni giorno ho sempre tanti timori: di non essere un buon medico, di non condurre ricerche intelligenti, di non essere di aiuto per i più giovani che si affacciano al mondo della ricerca... anche ora il timore di non essere un buon esempio di cittadino mentre parlo qui a voi mi accompagna… credo che il vero coraggio nel mio lavoro sia proprio questo: aver sempre paura di tutto, di non sentirsi mai arrivati, di non lasciarsi mai cullare nelle proprie certezze. Come ho raccontato l'altra sera a TEDx, nel 2014 se non avessi avuto il timore di applicare al bando per la borsa europea di oncologia che mi ha portato a Londra sono sicura che non l'avrei mai vinta. Scrivevo la bozza del progetto, la cancellavo, la riscrivevo, la inviavo per le correzioni, e la stravolgevo il giorno dopo…. Alla fine la paura di non essere all'altezza nei grandi ospedali dove ho lavorato tra Londra e Stati Uniti mi ha sempre accompagnata e non mi vergogno a dirlo, oggi credo che in realtà sia stata la mia più grande forza».
Il suo curriculum è ricco di prestigiosi riconoscimenti e la sua carriera può essere davvero d'esempio. Quale consiglio darebbe ai giovani talenti di Barletta e del nostro territorio?
«Dopo l'evento TEDx, ho ricevuto tantissimi commenti positivi che naturalmente mi hanno fatto molto piacere, ma non vi nego che i messaggi che mi hanno colpito di più sono quelli che mi hanno inviato tramite i social tanti ragazzi pugliesi che sono all'estero coinvolti in progetti di ricerca anche diversi tra loro: dalla medicina alla biologia, all'ingegneria, etc… tutti ragazzi pieni di sogni, giustamente un po' spaventati dalla nostra società in cui - come ho sempre detto - la ricerca e la meritocrazia non sono delle priorità. Però, il consiglio che ho scritto ad ognuno di loro è stato il motivo conduttore del mio intervento a TEDx: "Puntate sempre alla luna perché male che vada avrete camminato tra le Stelle" (Les Brown cit.)… e poi ho detto loro (anche se riconosco di essere di parte!) che noi pugliesi abbiamo una marcia in più e riusciamo a farci apprezzare ovunque andiamo grazie alla caparbietà del Sud… alla nostra innata fearless!».
Cosa immagina che accadrà nei prossimi mesi? L'emergenza sanitaria potrà essere contrastata?
«Non posso che rispondere… non una certezza, ma la speranza di tutti… che presto finisca questa pandemia, che arrivi il vaccino e ci aiuti a superare questo periodo. Come è stato detto prima, il mondo è cambiato in questi tragici mesi e quello che conta ora è lottare tutti insieme - l'oggi è il nostro campo di battaglia – di tutti i cittadini, di tutti coloro che lavorano in prima linea in ospedale, di chi muove i pulsanti delle stanze del potere - e il futuro è la nostra speranza mai così tanto attesa».