Il turismo di Vendola e Maffei
Troppe incertezze tra “alte strategie” e “provincialismo”. Ancora pessimi esempi di programmazione e spesa pubblica
giovedì 28 giugno 2012
"Sprovincializzare il turismo è l'unica maniera per poter avere futuro…", con questa frase il Presidente Vendola ha esordito intervenendo martedi 26 giugno alla Camera di Commercio di Bari in occasione della presentazione della manifestazione "Destinazione Puglia, Estate 2012". In quella circostanza ha anche detto che occorre cambiare cultura e mentalità per scongiurare il rischio di "…soffocare nel folclore di un turismo che dura lo spazio di un mattino".
Nessuno vuole disconoscere i meriti del Presidente Vendola e del governo regionale pugliese per il lavoro svolto in questi anni per proporre la Puglia, su scala nazionale e internazionale, come possibile meta turistica, con risultati oggettivamente incoraggianti.
Qualche inevitabile perplessità sorge quando le cronache dell'ultimo Consiglio Regionale, svoltosi lo stesso giorno (martedi 26 giugno) per l'approvazione degli assestamenti di bilancio, riferiscono che in effetti si è trattato di una specie di "legge mancia" per guadagnare i 36 voti dei Consiglieri Regionali necessari per l'approvazione della manovra. All'incirca 2 milioni di euro che saranno spesi per feste e sagre di vario genere in molte località della Puglia: dal festival del teatro antico di Poggiardo al festival jazz di Foggia, o ancora, dal finanziamento per la regata Brindisi-Corfù fino ad arrivare ai contributi in favore di orchestre e orchestrine di altre località, compreso il Petruzzelli, solo per citare alcuni esempi.
Apprendiamo con favore che l'unica voce critica rispetto a questo "scempio politico" è stata quella del Consigliere Franco Pastore, denunciando logiche da "assalto alla diligenza" che rispondono esattamente a quel "provincialismo" fortemente biasimato dal Presidente Vendola, guarda caso nella stessa giornata.
Non è certo un esempio di buon governo e di coerenza politica quello offerto ieri dal Presidente Vendola e dalla sua maggioranza. Una grande contraddizione, in chiave machiavellica, dalla quale emerge inequivocabilmente il prevalere della "ragion di stato" rispetto ai buoni propositi delle annunciate azioni di sistema, delle alte strategie di promozione del turismo e della cultura che dovrebbero reggersi invece su una corretta e lineare programmazione di obiettivi e risorse finanziarie. Quale è il vero Vendola ?
E' anche questa la chiave che aiuta a comprendere meglio l'insufficienza, anche dal versante regionale, di alcune altre iniziative finanziate in favore di altri Comuni, come nel caso della famigerata Disfida di Barletta. Un finanziamento di 200.000 euro dato dalla Regione cui se ne aggiungeranno altrettanti attraverso le casse comunali, per un progetto che ad oggi (fine giugno) appare molto fumoso, dal dubbio valore aggiunto per l'economia locale per carenze di programmazione e di strategia comunicativa, visto che ad oggi gli atti amministrativi sono incompleti e la conoscenza dell'evento non supera i confini cittadini.
Le cronache nazionali e locali di questi giorni, accanto al tema dei costi della politica, propongono il tormentone della "spending review" (revisione/qualità della spesa), materie che non riguardano "astrattamente" solo il Governo nazionale. A guardar bene due facce della stessa medaglia che evidenziano tutta l'approssimazione e la dolosa superficialità che continua a caratterizzare negativamente l'utilizzo delle risorse pubbliche ad ogni latitudine. Un grave danno per le stesse Istituzioni e per i cittadini che non accenna a diminuire. Patologie trasversali che non conoscono confini, declinate più o meno all'unisono, senza sostanziali differenze tra le vecchie e superate categorie politiche della destra e della sinistra, nell'ottica suicida di un consenso fine a se stesso e di una "costosa" stabilità politica.
Nessuno vuole disconoscere i meriti del Presidente Vendola e del governo regionale pugliese per il lavoro svolto in questi anni per proporre la Puglia, su scala nazionale e internazionale, come possibile meta turistica, con risultati oggettivamente incoraggianti.
Qualche inevitabile perplessità sorge quando le cronache dell'ultimo Consiglio Regionale, svoltosi lo stesso giorno (martedi 26 giugno) per l'approvazione degli assestamenti di bilancio, riferiscono che in effetti si è trattato di una specie di "legge mancia" per guadagnare i 36 voti dei Consiglieri Regionali necessari per l'approvazione della manovra. All'incirca 2 milioni di euro che saranno spesi per feste e sagre di vario genere in molte località della Puglia: dal festival del teatro antico di Poggiardo al festival jazz di Foggia, o ancora, dal finanziamento per la regata Brindisi-Corfù fino ad arrivare ai contributi in favore di orchestre e orchestrine di altre località, compreso il Petruzzelli, solo per citare alcuni esempi.
Apprendiamo con favore che l'unica voce critica rispetto a questo "scempio politico" è stata quella del Consigliere Franco Pastore, denunciando logiche da "assalto alla diligenza" che rispondono esattamente a quel "provincialismo" fortemente biasimato dal Presidente Vendola, guarda caso nella stessa giornata.
Non è certo un esempio di buon governo e di coerenza politica quello offerto ieri dal Presidente Vendola e dalla sua maggioranza. Una grande contraddizione, in chiave machiavellica, dalla quale emerge inequivocabilmente il prevalere della "ragion di stato" rispetto ai buoni propositi delle annunciate azioni di sistema, delle alte strategie di promozione del turismo e della cultura che dovrebbero reggersi invece su una corretta e lineare programmazione di obiettivi e risorse finanziarie. Quale è il vero Vendola ?
E' anche questa la chiave che aiuta a comprendere meglio l'insufficienza, anche dal versante regionale, di alcune altre iniziative finanziate in favore di altri Comuni, come nel caso della famigerata Disfida di Barletta. Un finanziamento di 200.000 euro dato dalla Regione cui se ne aggiungeranno altrettanti attraverso le casse comunali, per un progetto che ad oggi (fine giugno) appare molto fumoso, dal dubbio valore aggiunto per l'economia locale per carenze di programmazione e di strategia comunicativa, visto che ad oggi gli atti amministrativi sono incompleti e la conoscenza dell'evento non supera i confini cittadini.
Le cronache nazionali e locali di questi giorni, accanto al tema dei costi della politica, propongono il tormentone della "spending review" (revisione/qualità della spesa), materie che non riguardano "astrattamente" solo il Governo nazionale. A guardar bene due facce della stessa medaglia che evidenziano tutta l'approssimazione e la dolosa superficialità che continua a caratterizzare negativamente l'utilizzo delle risorse pubbliche ad ogni latitudine. Un grave danno per le stesse Istituzioni e per i cittadini che non accenna a diminuire. Patologie trasversali che non conoscono confini, declinate più o meno all'unisono, senza sostanziali differenze tra le vecchie e superate categorie politiche della destra e della sinistra, nell'ottica suicida di un consenso fine a se stesso e di una "costosa" stabilità politica.