«Il teatro è l’arte di fare vedere ciò che la realtà non mostra»
Intervista a Gianbattista Rossi, attore teatrale. Il teatro, una grande sfida
lunedì 25 luglio 2011
Gianbattista Rossi ha iniziato a fare teatro quasi per gioco circa 20 anni fa.Subito dopo è entrato a far parte di una compagnia locale, cominciando la sua formazione come attore e regista. Si cimenta per molti anni nello studio e nella ricerca della tradizione (Commedia dell'Arte), del clown e dell'attuale acting proveniente dall'Europa e dagli USA (Stanislavskij – Strasberg). Approfondisce costantemente studio e ricerca con Maestri di varie discipline di fama nazionale ed internazionale come Serena Dandini, Emmanuel Gallot La Vallée, Carlo Boso, Yves Le Breton, Antonio Fava, Dominique De Fazio, Yutaka Takei e tanti altri. Pratica diverse discipline marziali come il Karate e il Thai Chi. Si occupa di danza e musiche popolari. Da oltre dieci anni conduce laboratori di "Acting" per il teatro, enti, associazioni, accademie. Fonda e lavora dal 2003 ad oggi la compagnia "Fattoria degli Artisti" con cui gira l'Italia con spettacoli di cui è autore, attore e regista. Dal '98 al 2003 è co-fondatore, autore,attore e regista della compagnia Argonauti del teatro "Curci" di Barletta Dal '92 al '98 entra a far parte di diverse compagnie, non ultima "Teatro della bottega" diretta da Pino Bruno a Foggia. Attualmente lavora come assistente al suo maestro di clown Emmanuel Gallot La Vallée.
Quando hai scelto di diventare attore teatrale?
In realtà, è nato tutto per caso, circa venti anni fa, quando mi chiamarono per provare a recitare in una compagnia teatrale. Da quel giorno non ho più smesso.
Per diventare attore, hai lasciato un posto fisso, è stato un sacrificio per te?
No, poiché penso che, chi non rischia, non vive. Ogni giorno io mi invento la vita, non osservando i canoni di una vita programmata.
Cos'è il teatro per te?
Il teatro è l'arte di fare vedere ciò che la realtà non mostra, una grande sfida.
Come è nata la tua compagnia teatrale, la "Fattoria degli artisti"?
La "Fattoria degli artisti" è nata nel 2002, dalla costola di un'altra compagnia sfaldatasi. Da quasi dieci anni facciamo attività di produzione e formazione per gente curiosa.
Più importante di recitare è..?
Più importante di recitare è..provare a farlo!
Tu insegni recitazione, cosa noti nei tuoi giovani allievi?
Noto la politica del "tutto & subito". Non c'è il senso dello studio e della fatica. Forse i giovani sono anche figli della cultura televisiva, forse è retorico ciò che dico, ma è la realtà. Nei laboratori teatrali che conduco, mi accorgo che i ragazzi hanno voglia di esplorare cose nuove, ma anche timore di esporsi, a causa delle convenzioni sociali. Pochi intraprendono questa carriera, poiché si pensa che il "posto fisso" sia meglio.
Diventare attore comporta maggiori rinunce?
Un mio maestro diceva:«Per fare l'attore bisogna riuscire a morire a se stessi», ovvero rinunciare a se stessi per interpretare altri personaggi. I giovani non vogliono rinunciare a recitare il proprio personaggio, che vivono tutti i giorni.
Cosa consigli ad un aspirante attore?
Fare questa scelta in maniera consapevole e studiare, senza presumere che i risultati arrivino presto. Il percorso dell'attore è molto lungo e legato ad un cambiamento interiore.
Che tipo di teatro mettete in scena, con la tua compagnia teatrale?
Noi ci occupiamo di teatro fisico, ovvero un tipo di teatro in cui la parola è secondaria rispetto all'azione. Ciò non è facile, è rischioso, poiché il testo è spesso l'elemento principale del teatro, ma ci stiamo riuscendo. Abbiamo contatti con altre compagnie ed enti.
Il teatro in Italia, sta attraversando un periodo buio, secondo te vale ancora la pena fare teatro?
Secondo me, si. Il teatro è prima di tutto una passione, anche se bisogna coniugare la passione col marketing, altrimenti con si campa.
Quali saranno i vostri progetti futuri?
Uno dei progetti sarà la costituzione nella BAT di una scuola di formazione e produzione sulle arti popolari, ovvero tutte quelle espressioni legate alle nostre tradizioni artistiche: commedia dell'arte, danze popolari, uso della maschera, giullari, tutte tradizioni che si sono un po' perse e che vogliamo riportare tra la gente.
Quando hai scelto di diventare attore teatrale?
In realtà, è nato tutto per caso, circa venti anni fa, quando mi chiamarono per provare a recitare in una compagnia teatrale. Da quel giorno non ho più smesso.
Per diventare attore, hai lasciato un posto fisso, è stato un sacrificio per te?
No, poiché penso che, chi non rischia, non vive. Ogni giorno io mi invento la vita, non osservando i canoni di una vita programmata.
Cos'è il teatro per te?
Il teatro è l'arte di fare vedere ciò che la realtà non mostra, una grande sfida.
Come è nata la tua compagnia teatrale, la "Fattoria degli artisti"?
La "Fattoria degli artisti" è nata nel 2002, dalla costola di un'altra compagnia sfaldatasi. Da quasi dieci anni facciamo attività di produzione e formazione per gente curiosa.
Più importante di recitare è..?
Più importante di recitare è..provare a farlo!
Tu insegni recitazione, cosa noti nei tuoi giovani allievi?
Noto la politica del "tutto & subito". Non c'è il senso dello studio e della fatica. Forse i giovani sono anche figli della cultura televisiva, forse è retorico ciò che dico, ma è la realtà. Nei laboratori teatrali che conduco, mi accorgo che i ragazzi hanno voglia di esplorare cose nuove, ma anche timore di esporsi, a causa delle convenzioni sociali. Pochi intraprendono questa carriera, poiché si pensa che il "posto fisso" sia meglio.
Diventare attore comporta maggiori rinunce?
Un mio maestro diceva:«Per fare l'attore bisogna riuscire a morire a se stessi», ovvero rinunciare a se stessi per interpretare altri personaggi. I giovani non vogliono rinunciare a recitare il proprio personaggio, che vivono tutti i giorni.
Cosa consigli ad un aspirante attore?
Fare questa scelta in maniera consapevole e studiare, senza presumere che i risultati arrivino presto. Il percorso dell'attore è molto lungo e legato ad un cambiamento interiore.
Che tipo di teatro mettete in scena, con la tua compagnia teatrale?
Noi ci occupiamo di teatro fisico, ovvero un tipo di teatro in cui la parola è secondaria rispetto all'azione. Ciò non è facile, è rischioso, poiché il testo è spesso l'elemento principale del teatro, ma ci stiamo riuscendo. Abbiamo contatti con altre compagnie ed enti.
Il teatro in Italia, sta attraversando un periodo buio, secondo te vale ancora la pena fare teatro?
Secondo me, si. Il teatro è prima di tutto una passione, anche se bisogna coniugare la passione col marketing, altrimenti con si campa.
Quali saranno i vostri progetti futuri?
Uno dei progetti sarà la costituzione nella BAT di una scuola di formazione e produzione sulle arti popolari, ovvero tutte quelle espressioni legate alle nostre tradizioni artistiche: commedia dell'arte, danze popolari, uso della maschera, giullari, tutte tradizioni che si sono un po' perse e che vogliamo riportare tra la gente.