«Il sistema porta a porta ed il centro di raccolta sono due virtuose pratiche di gestione dei rifiuti»
Intervento di Sabrina Salerno sul CCR
mercoledì 7 maggio 2014
10.09
«La caratteristica principale dei Centro di Raccolta, in tutte le città in cui essi vengono realizzati, è quella di sorgere in prossimità di abitazioni e spesso si trovano anche vicini a scuole e parrocchie». Così interviene Sabrina Salerno, portavoce coordinamento LIP Rifiuti Zero provincia Bat. «Il perché è molto semplice: sono funzionali sia a supportare il sistema di raccolta 'porta a porta' che, con il venir meno dei cassonetti per strada, non permette al cittadino di conferire, nel momento a lui più comodo, una determinata quantità di rifiuto differenziato raccolto sia a raccogliere quelle tipologie di materiali non coperte dal sistema di raccolta domiciliare.
I rifiuti così raccolti sono stoccati in container ermetici e dotati di sistema di copertura posizionati su pavimentazione impermeabile in attesa di essere conferiti agli impianti di recupero secondo una tempistica che si andrà a definire nel Regolamento del Centro. Insomma circa 5/8 container monitorati aiuteranno i cittadini non solo nel loro compito di differenziazione dei rifiuti prodotti ma anche a migliorare il decoro urbano. Se il sistema porta a porta infatti elimina dalle strade cassonetti spesso lasciati aperti, dati alle fiamme e considerati come punto di abbandono di qualsivoglia genere di rifiuto, il centro di raccolta offre la possibilità di eliminarli e di evitare le micro discariche abusive che infestano il nostro territorio. Se sino ad ora abbiamo avuto dunque abbandono all'aria aperta di rifiuti indifferenziati con rischi per l'ambiente e per la salute, con il Centro avremo stoccaggio al chiuso di materie differenziate e pronte ad essere riciclate con conseguente tutela dell'ambiente e della salute.
Questi punti fermi rendono incomprensibili le dichiarazioni di chi è contrario alla realizzazione di tale Centro. I problemi legati alla salute e all'ambiente per i quali ciascun comitato ed ogni parroco dovrebbe lottare insieme alla propria gente sono altri. Il territorio di Barletta ospita una cementerai che brucia ogni anno 65.000 tonnellate di rifiuti e si appresta ad ospitare in località San Procopio una discarica di rifiuti speciali non pericolosi. Inceneritori e discariche inquinano le matrici ambientali quali aria, suolo e falde acquifere con gravi ripercussioni sulla nostra salute eppure su Buzzi Unicem e discarica di San Procopio il silenzio è generale. Il Comune di Barletta è impegnato nell'istituzione dell'ATO BAT (ambito territoriale ottimale) che si occuperà dell'impiantistica legata alla gestione dei rifiuti e dell'ARO1 (ambito di raccolta ottimale) che si occuperà dei servizi di spazzamento, raccolta e conferimento eppure nessuno tranne noi del coordinamento Rifiuti Zero denuncia la mancanza di coinvolgimento della popolazione in decisioni che avranno enormi ripercussioni sulla nostra salute e sull'ambiente che ci ospita. Il sistema 'porta a porta' ed il Centro di raccolta sono due virtuose pratiche di gestione dei rifiuti in quanto sicure e utili all'aumento della percentuale di raccolta differenziata di qualità ma non sono sufficienti. Per questo ribadiamo che l'unica strategia in grado di assicurare sostenibilità ambientale e sanitaria e favorire sana occupazione è la Strategia Rifiuti Zero: bisogna ridurre la produzione di rifiuti, differenziare e riciclare o compostare quelli prodotti e rifiutare qualsiasi pratica di incenerimento e conferimento in discarica.
Chiediamo al Sindaco Cascella – conclude Salerno - e alla sua maggioranza se l'unico obiettivo del nuovo sistema di raccolta domiciliare supportato dal Centro Comunale di Raccolta sia evitare l'ecotassa o se tali scelte siano l'inizio di un percorso in grado di garantire i diritti alla salute e a vivere e lavorare in un ambiente sano. Invitiamo comitati e parroci ad affrontare i disastri ecologici che seppur ubicati in determinate zone della città hanno ripercussioni nefaste per l'intera comunità. Pretendiamo momenti di coinvolgimento della popolazione che riguardano le tematiche ambientali frequenti e pianificati con i diversi soggetti sociali interessati al bene ed al benessere generale».
I rifiuti così raccolti sono stoccati in container ermetici e dotati di sistema di copertura posizionati su pavimentazione impermeabile in attesa di essere conferiti agli impianti di recupero secondo una tempistica che si andrà a definire nel Regolamento del Centro. Insomma circa 5/8 container monitorati aiuteranno i cittadini non solo nel loro compito di differenziazione dei rifiuti prodotti ma anche a migliorare il decoro urbano. Se il sistema porta a porta infatti elimina dalle strade cassonetti spesso lasciati aperti, dati alle fiamme e considerati come punto di abbandono di qualsivoglia genere di rifiuto, il centro di raccolta offre la possibilità di eliminarli e di evitare le micro discariche abusive che infestano il nostro territorio. Se sino ad ora abbiamo avuto dunque abbandono all'aria aperta di rifiuti indifferenziati con rischi per l'ambiente e per la salute, con il Centro avremo stoccaggio al chiuso di materie differenziate e pronte ad essere riciclate con conseguente tutela dell'ambiente e della salute.
Questi punti fermi rendono incomprensibili le dichiarazioni di chi è contrario alla realizzazione di tale Centro. I problemi legati alla salute e all'ambiente per i quali ciascun comitato ed ogni parroco dovrebbe lottare insieme alla propria gente sono altri. Il territorio di Barletta ospita una cementerai che brucia ogni anno 65.000 tonnellate di rifiuti e si appresta ad ospitare in località San Procopio una discarica di rifiuti speciali non pericolosi. Inceneritori e discariche inquinano le matrici ambientali quali aria, suolo e falde acquifere con gravi ripercussioni sulla nostra salute eppure su Buzzi Unicem e discarica di San Procopio il silenzio è generale. Il Comune di Barletta è impegnato nell'istituzione dell'ATO BAT (ambito territoriale ottimale) che si occuperà dell'impiantistica legata alla gestione dei rifiuti e dell'ARO1 (ambito di raccolta ottimale) che si occuperà dei servizi di spazzamento, raccolta e conferimento eppure nessuno tranne noi del coordinamento Rifiuti Zero denuncia la mancanza di coinvolgimento della popolazione in decisioni che avranno enormi ripercussioni sulla nostra salute e sull'ambiente che ci ospita. Il sistema 'porta a porta' ed il Centro di raccolta sono due virtuose pratiche di gestione dei rifiuti in quanto sicure e utili all'aumento della percentuale di raccolta differenziata di qualità ma non sono sufficienti. Per questo ribadiamo che l'unica strategia in grado di assicurare sostenibilità ambientale e sanitaria e favorire sana occupazione è la Strategia Rifiuti Zero: bisogna ridurre la produzione di rifiuti, differenziare e riciclare o compostare quelli prodotti e rifiutare qualsiasi pratica di incenerimento e conferimento in discarica.
Chiediamo al Sindaco Cascella – conclude Salerno - e alla sua maggioranza se l'unico obiettivo del nuovo sistema di raccolta domiciliare supportato dal Centro Comunale di Raccolta sia evitare l'ecotassa o se tali scelte siano l'inizio di un percorso in grado di garantire i diritti alla salute e a vivere e lavorare in un ambiente sano. Invitiamo comitati e parroci ad affrontare i disastri ecologici che seppur ubicati in determinate zone della città hanno ripercussioni nefaste per l'intera comunità. Pretendiamo momenti di coinvolgimento della popolazione che riguardano le tematiche ambientali frequenti e pianificati con i diversi soggetti sociali interessati al bene ed al benessere generale».