Il sindaco Maffei definisce 'elettorale' il patto etico del centrodestra
Il primo cittadino smaschera il trasformismo e va all'attacco. Aspri dibattiti su etica e impegno politico
mercoledì 4 maggio 2011
A proposito del Codice Etico promulgato e sottoscritto dal centrodestra, chiaramente populistico e funzionale alla campagna elettorale - e premesso che un Codice Etico era stato discusso con i cittadini e varato da un gruppo bipartisan nato su Facebook, il Palazzo di Cristallo - il Sindaco del centrosinistra Nicola Maffei, ha rilasciato la seguente dichiarazione.
«Sto seguendo le dichiarazioni sistematicamente false che Mariagrazia Vitobello va rilasciando ormai a cadenza giornaliera in giro per locali, bar e televisioni».
«Il codice etico tirato fuori e firmato qualche giorno fa dalla Vitobello, è minato di credibilità già all'atto della sua firma. L'articolo 8 comma 2, infatti, recita: "i consiglieri del centrodestra nel corso del mandato, ove decidano di lasciare la coalizione, si impegnano a dimettersi dall'incarico". Se ne dovrebbe dedurre che la Vitobello, con questo contratto in vigore, avrebbe dovuto dimettersi da ogni sua carica già nel 2008, quando ha cambiato casacca, passando dal centrosinistra al centrodestra, mentre si è tenute molto ben strette le cariche di consigliere comunale e di presidente della Commissione Consiliare alla Cultura! Per non dire che la signora Vitobello se la prende adesso con la macchina amministrativa del Comune di Barletta, mentre ella stessa, se è vero quanto afferma, ne è pesantemente corresponsabile, essendo stata assessore e consigliere comunale della maggioranza, appunto fino al 2008! Tutto questo mi intristisce e dovrebbe intristire ogni barlettano, letteralmente preso in giro da questa destra senza idee e scrupoli».
«Il mio codice etico è la mia coerenza e il mio rispetto per la città. Lo attesta la mia storia politica e la mia serietà di uomo e amministratore».
«Il mio contratto etico con la città l'ho firmato il giorno stesso in cui ho pronunciato il mio giuramento, quando ho voluto che la formula dicesse espressamente che mi sarei impegnato ad operare nell'interesse esclusivo di Barletta e dei barlettani. Per questo ho lasciato l'insegnamento e la professione e in questo modo mi impegnerò a governare per i prossimi cinque anni. Chi può dire lo stesso lo faccia oppure si chiuda in un silenzio più decente».
«Sto seguendo le dichiarazioni sistematicamente false che Mariagrazia Vitobello va rilasciando ormai a cadenza giornaliera in giro per locali, bar e televisioni».
«Il codice etico tirato fuori e firmato qualche giorno fa dalla Vitobello, è minato di credibilità già all'atto della sua firma. L'articolo 8 comma 2, infatti, recita: "i consiglieri del centrodestra nel corso del mandato, ove decidano di lasciare la coalizione, si impegnano a dimettersi dall'incarico". Se ne dovrebbe dedurre che la Vitobello, con questo contratto in vigore, avrebbe dovuto dimettersi da ogni sua carica già nel 2008, quando ha cambiato casacca, passando dal centrosinistra al centrodestra, mentre si è tenute molto ben strette le cariche di consigliere comunale e di presidente della Commissione Consiliare alla Cultura! Per non dire che la signora Vitobello se la prende adesso con la macchina amministrativa del Comune di Barletta, mentre ella stessa, se è vero quanto afferma, ne è pesantemente corresponsabile, essendo stata assessore e consigliere comunale della maggioranza, appunto fino al 2008! Tutto questo mi intristisce e dovrebbe intristire ogni barlettano, letteralmente preso in giro da questa destra senza idee e scrupoli».
«Il mio codice etico è la mia coerenza e il mio rispetto per la città. Lo attesta la mia storia politica e la mia serietà di uomo e amministratore».
«Il mio contratto etico con la città l'ho firmato il giorno stesso in cui ho pronunciato il mio giuramento, quando ho voluto che la formula dicesse espressamente che mi sarei impegnato ad operare nell'interesse esclusivo di Barletta e dei barlettani. Per questo ho lasciato l'insegnamento e la professione e in questo modo mi impegnerò a governare per i prossimi cinque anni. Chi può dire lo stesso lo faccia oppure si chiuda in un silenzio più decente».