Il "ruggito del coniglio" si fa sentire con Barlettalife
Intervista esclusiva a Marco Presta e Alessandro Dose. I conduttori del programma
venerdì 24 giugno 2011
Basta osservare come si guardano e come gli brillano gli occhi nel parlare l'uno dell'altro per capire come Marco Presta e Antonello Dose non siano solo colleghi e co-conduttori di una trasmissione, ma siano carissimi amici e profondi estimatori professionali l'uno dell'altro. Nella giornata di ieri il Teatro "Curci" ha ospitato una puntata speciale "Il ruggito del coniglio", una storica e popolare trasmissione radiofonica di Radio Rai, irradiata sulle frequenze di Radio 2, affidata appunto alla conduzione di Dose e Presta. La straordinarietà della puntata è stata motivata dalla consegna da parte del CO.RE.VE. del Green Award al Comune di Barletta per essersi distinto nel settore della qualità della raccolta differenziata del vetro. La trasmissione è attiva dal 2 ottobre 1995, quando partì come una breve striscia satirica settimanale, per poi diventare ben presto un programma "cult" che catalizza l'ascolto di moltissimi utenti della fascia mattutina, attualmente tra le 8:00 e le 10:00. Il canovaccio della trasmissione si basa sulla capacità della coppia di conduttori di interpretare con esilarante ironia le principali notizie quotidiane invitando i radioascoltatori ad intervenire in diretta per commentarle, con le proprie esperienze, e preferibilmente in modo faceto. Anche ieri nel teatro comunale di Barletta è avvenuto ciò, per la gioia e le risate del pubblico presente. Ecco le sensazioni di Dose e Presta sull'esperienza barlettana in una esclusiva intervista doppia rilasciata ai nostri microfoni:
1) 16 anni di trasmissione in studi radiofonici, ora questa parentesi di 3 puntate nei teatri di Lecco, Assisi e appunto Barletta. Come avete vissuto questa esperienza?
D: « Diciamo che la presenza del pubblico ti richiede maggiore attenzione e concentrazione, hai la necessità di animare e interessare un pubblico vivo; io e Marco di fatto veniamo dal teatro, abbiamo fatto 15 anni di gavetta a testa nei teatri d'Italia. Questa esperienza si è fissata negli anni: il nostro corpo, intendo umano, ha una sua memoria che al momento opportuno esce fuori».
2) Come vi siete trovati in questa breve esperienza a Barletta?
P: «Meravigliosamente. C'è da rimanerci a vivere, davvero bella. La Puglia è sempre molto reattiva culturalmente e radiofonicamente, sapevamo sarebbe stata una puntata divertente, e lo è stata in buona parte per merito del pubblico presente».
3) Quanto è complicato lavorare in coppia?
D: «Noi siamo, per dirlo in maniera buddhista, in una relazione karmica molto forte, inoltre siamo anche un caso psichiatrico di curiosa relazione (ride, ndr). In realtà siamo amici da 35-40 anni, i nostri fratelli erano catechisti nella stessa parrocchia, quindi il nostro rapporto verte ormai su un'intesa quasi animalesca, non abbiamo bisogno neanche di parlarci. E' questa una cifra in più del programma secondo me».
4) A quanti ruggiti del coniglio assistiamo oggi nella società e nella politica italiana?
P:« Molte delle cose dette oggi purtroppo somigliano e hanno lo stesso effetto di un ruggito del coniglio, hanno un effetto relativo, se non nullo. La speranza è che si cambi in tempi brevi, perché l'impressione è che se non si cambia il Paese va a farsi benedire».
5) Che rapporto ha Antonello Dose con la raccolta differenziata?
D:«Io mi impegno molto, tanto che a volte discuto e combatto con le persone con cui abito su quest'argomento, perché basta essere sistematici e ordinati e il gioco è fatto. Se tutti facciamo questo sforzo è la cosa migliore. Un altro problema è però di raccolta: a Roma nel quartiere dove vivo abbiamo un'unica campana per vetro, metallo e plastica. E' una cosa inspiegabile per me».
6) Presta, lei ha scritto un libro dal titolo "Un calcio in bocca fa miracoli". Perché questo titolo?
P: «Perché è un sistema risolutivo per molte problematiche, purtroppo in Italia si applica poco (ride, ndr). Invece il narratore di questa vicenda lo vede come un metodo risolutivo, lui ne ha dati e ricevuti molti».
7) Vogliamo chiudere l'intervista con un saluto a Barletta e alla Puglia?
D: «Barletta è la città quasi perfetta. Io personalmente credo che nelle province pugliesi vi sia maggior cultura, maggior fermento, arte che nelle altre città. Avete un buon cibo, il sole, l'ambiente, l'arte e mi chiedo: "Che ce sto a fà a Roma? (ride,ndr). Complimenti per la vostra bellissima città, cercate di mantenerla bene».
P: «Un abbraccio enorme a Barletta e alla Puglia, io poi sono anche di origine pugliese. Un saluto e un grande ringraziamento, speriamo di tornare presto».
Inutile sottolineare come la speranza sia ricambiata e condivisa dalla nostra redazione e dai barlettani appassionati di radio e teatro.
1) 16 anni di trasmissione in studi radiofonici, ora questa parentesi di 3 puntate nei teatri di Lecco, Assisi e appunto Barletta. Come avete vissuto questa esperienza?
D: « Diciamo che la presenza del pubblico ti richiede maggiore attenzione e concentrazione, hai la necessità di animare e interessare un pubblico vivo; io e Marco di fatto veniamo dal teatro, abbiamo fatto 15 anni di gavetta a testa nei teatri d'Italia. Questa esperienza si è fissata negli anni: il nostro corpo, intendo umano, ha una sua memoria che al momento opportuno esce fuori».
2) Come vi siete trovati in questa breve esperienza a Barletta?
P: «Meravigliosamente. C'è da rimanerci a vivere, davvero bella. La Puglia è sempre molto reattiva culturalmente e radiofonicamente, sapevamo sarebbe stata una puntata divertente, e lo è stata in buona parte per merito del pubblico presente».
3) Quanto è complicato lavorare in coppia?
D: «Noi siamo, per dirlo in maniera buddhista, in una relazione karmica molto forte, inoltre siamo anche un caso psichiatrico di curiosa relazione (ride, ndr). In realtà siamo amici da 35-40 anni, i nostri fratelli erano catechisti nella stessa parrocchia, quindi il nostro rapporto verte ormai su un'intesa quasi animalesca, non abbiamo bisogno neanche di parlarci. E' questa una cifra in più del programma secondo me».
4) A quanti ruggiti del coniglio assistiamo oggi nella società e nella politica italiana?
P:« Molte delle cose dette oggi purtroppo somigliano e hanno lo stesso effetto di un ruggito del coniglio, hanno un effetto relativo, se non nullo. La speranza è che si cambi in tempi brevi, perché l'impressione è che se non si cambia il Paese va a farsi benedire».
5) Che rapporto ha Antonello Dose con la raccolta differenziata?
D:«Io mi impegno molto, tanto che a volte discuto e combatto con le persone con cui abito su quest'argomento, perché basta essere sistematici e ordinati e il gioco è fatto. Se tutti facciamo questo sforzo è la cosa migliore. Un altro problema è però di raccolta: a Roma nel quartiere dove vivo abbiamo un'unica campana per vetro, metallo e plastica. E' una cosa inspiegabile per me».
6) Presta, lei ha scritto un libro dal titolo "Un calcio in bocca fa miracoli". Perché questo titolo?
P: «Perché è un sistema risolutivo per molte problematiche, purtroppo in Italia si applica poco (ride, ndr). Invece il narratore di questa vicenda lo vede come un metodo risolutivo, lui ne ha dati e ricevuti molti».
7) Vogliamo chiudere l'intervista con un saluto a Barletta e alla Puglia?
D: «Barletta è la città quasi perfetta. Io personalmente credo che nelle province pugliesi vi sia maggior cultura, maggior fermento, arte che nelle altre città. Avete un buon cibo, il sole, l'ambiente, l'arte e mi chiedo: "Che ce sto a fà a Roma? (ride,ndr). Complimenti per la vostra bellissima città, cercate di mantenerla bene».
P: «Un abbraccio enorme a Barletta e alla Puglia, io poi sono anche di origine pugliese. Un saluto e un grande ringraziamento, speriamo di tornare presto».
Inutile sottolineare come la speranza sia ricambiata e condivisa dalla nostra redazione e dai barlettani appassionati di radio e teatro.