Il rischio idrogeologico del canale Ciappetta-Camaggio
Audizioni in V commissione alla regione Puglia. Finanziamento pari a 743.000 euro
venerdì 28 giugno 2013
I problemi connessi all'allagamento dei terreni ubicati alla foce del fiume Tara nel territorio di Taranto e all'intervento di mitigazione PAI canale Ciappetta-Camaggio nel territorio di Barletta-Andria sono stati al centro dei lavori della V commissione consiliare svoltasi questa mattina. Si tratta di due siti che per via della conformazione idro geologica che presentano registrano frequenti esondazioni che producono grossi danni ai coltivatori dei terreni adiacenti nel primo caso nonché alle abitazioni e agli insediamenti produttivi nel secondo, con corresponsione di ingenti somme risarcitorie per gli stessi danni procurati a fronte di mancati interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria. La seduta (cui ha partecipato l'assessore al ramo Angela Barbanente) è stata dedicata alle audizioni di tutti gli enti interessati (Comuni, Province, Anas, A.P.Q., Autorità di Bacino, Consorzio Stornara e Tara, Consorzio Terre d'Apulia, Comitato degli agricoltori, etc).
In ordine alle problematiche del canale Ciappetta-Camaggio, Pentassuglia ha assunto l'impegno di riportare le risultanze del quadro emerso dalle audizioni all'assessore regionale ai Lavori pubblici (assente nella circostanza) e per fissare a breve un incontro inter-assessorile allargato agli enti interessati "che dovra' costituire – ha detto – una linea di demarcazione espressione di un approccio culturale diverso rispetto a quello tenuto fino ad ora".
In precedenza sono intervenuti Franco Pastore (Gruppo misto PSI) che ha invitato i commissari ad un approccio a 360° alla problematica esaminata, evitando interventi parziali e circoscritti che servono soltanto per soluzioni tampone provvisorie. "Occorre portare avanti una battaglia finalizzata a inserire risorse congrue nel bilancio regionale per la risoluzione definitiva del problema, ma deve essere la Regione a coordinare i vari soggetti coinvolti: Provincia Bat, consorzio di Bonifica, Autorità di Bacino, Anas, Comuni. Lungo il percorso di quel canale ci sono la ferrovia Bari Nord, la statale 16 bis, la statale 170 e presto sarà realizzato un sottovia, a Barletta, sostitutivo del passaggio a livello di via Andria. Direi che è tempo di smetterla con interventi spiccioli e cominciare a operare in maniera strutturale, prevedendo, magari, anche una semplificazione delle procedure amministrative. Esiste un progetto del consorzio di bonifica, complesso, che risale al 2010 ed è fermo ai blocchi di partenza da allora". "Si tratta di un intervento indispensabile, col quale rimuovere i rifiuti che ostacolano gli scarichi, il ripristino del rivestimento in cemento la dove manchi. Ma non basta, - conclude Pastore - si deve cominciare a pensare in una prospettiva più ampia e organica se davvero si vuole risolvere il problema"
Sulla stessa linea Nino Marmo (Pdl) che ha richiamato anche una sentenza del Consiglio di Stato che ha dichiarato la Regione titolare degli interventi in materia e ha inviato l'assessore Barbanente affinche' la Regione faccia da cabina di regia coordinando il coacervo di enti e istituzioni che, ognuno per la propria parte, risultano coinvolti nell'iter giuridico amministrativo. Aspetto quest'ultimo condiviso dall'assessore Barbanente che ha posto l'esigenza di una riflessione complessiva rispetto al "problema serio del coordinamento di tanti soggetti che si occupano dello stesso oggetto", con una corresponsabilità che spesso sfocia nel fenomeno dello scarico delle stesse responsabilità e nell'accaparramento delle risorse. I cittadini, quindi, subiscono una doppia penalizzazione: oltre ai danni conseguenti ai fenomeni di esondazione nella circostanza, un ulteriore spreco di risorse che si ripercuote sulla fiscalità generale. Di qui l'esigenza di procedere velocemente verso la semplificazione dell'attività amministrativa.
Sull'argomento è intervenuto anche il consigliere Ruggiero Mennea: "Non dimentichiamo che già in passato il canale Ciappetta-Camaggio esondando ha danneggiato numerosissime strutture esistenti nella zona fra le quali opifici e cantinati di fabbricati residenziali.Attualmente il più grosso rischio riguarda le villette appena terminate nella zona 167 di Barletta, a ridosso della ferrovia nordbarese, che accolgono centinaia di abitanti. La causa primaria, ma non esclusiva, dei danni è certamente ascrivibile alle piogge abbondanti e violente che aumentano la portata di acqua del canale facendo innalzare il suo livello medio. Come ben noto, il rischio di esondazione del canale ha collocato Barletta tra le zone ad elevato rischio idrogeologico. E tale rischio idrogeologico discende da due cause: l'una geomorfologica, dovuta ad un repentino cambio di direzione del corso d'acqua, e l'altra antropica, legata alla canalizzazione e alla mancata manutenzione. E' proprio la mancata manutenzione che in passato ha provocato i più gravi fenomeni alluvionali, per l'effetto diga causato dai rifiuti che si ammassano all'interno del canale. [...] Occorre accelerare sulle procedure di intervento, prima di ritrovarsi dinanzi a una tragedia irrimediabile, preservando la sicurezza e l'incolumità pubblica, per le proprietà immobiliari abitative e le aziende presenti in quell'area, e tutelando i numerosi posti di lavoro, letteralmente minacciati da questa bomba ecologica».
Sull'argomento è intervenuto anche il consigliere Ruggiero Mennea: "Non dimentichiamo che già in passato il canale Ciappetta-Camaggio esondando ha danneggiato numerosissime strutture esistenti nella zona fra le quali opifici e cantinati di fabbricati residenziali.Attualmente il più grosso rischio riguarda le villette appena terminate nella zona 167 di Barletta, a ridosso della ferrovia nordbarese, che accolgono centinaia di abitanti. La causa primaria, ma non esclusiva, dei danni è certamente ascrivibile alle piogge abbondanti e violente che aumentano la portata di acqua del canale facendo innalzare il suo livello medio. Come ben noto, il rischio di esondazione del canale ha collocato Barletta tra le zone ad elevato rischio idrogeologico. E tale rischio idrogeologico discende da due cause: l'una geomorfologica, dovuta ad un repentino cambio di direzione del corso d'acqua, e l'altra antropica, legata alla canalizzazione e alla mancata manutenzione. E' proprio la mancata manutenzione che in passato ha provocato i più gravi fenomeni alluvionali, per l'effetto diga causato dai rifiuti che si ammassano all'interno del canale. [...] Occorre accelerare sulle procedure di intervento, prima di ritrovarsi dinanzi a una tragedia irrimediabile, preservando la sicurezza e l'incolumità pubblica, per le proprietà immobiliari abitative e le aziende presenti in quell'area, e tutelando i numerosi posti di lavoro, letteralmente minacciati da questa bomba ecologica».