Il prof. Maffei boccia la professoressa Vitobello

I dati finali non assopiscono le acredini tra le compagini politiche. Entrambi docenti con la passione politica

martedì 17 maggio 2011
A cura di Michele Sarcinelli
Entrambi docenti della scuola media De Nittis di Barletta ma con differenti fortune e capacità politiche. L'ing. Maffei, in verità, ha abbandonato definitivamente l'insegnamento per dedicarsi a tempo pieno alla città di Barletta sin dal 2006, quando vinse con un abbondantissimo 70% la competizione elettorale delle precedenti amministrative. Volendo caratterizzare solo l'uomo e il docente facendo un flashback degli anni scolastici di Maffei, va detto che la considerazione umana e l'aura di signorilità del 'barbuto', rieletto sindaco in queste ore, non l'ha abbandonato. Solo qualche momento di stizza, non troppo rumorosa e possibilmente tra le mura del palazzo di città, l'hanno portato a considerazioni forti e vivaci.

La rissa elettorale, cui l'ha indotto anche la sua competitrice del centrodestra, la coordinatrice del locale PdL (ricordavamo anche lei docente), gli hanno fatto un po' perdere il fair-play che molti gli accreditano. A ragione o a torto? Le accuse sistematiche che dai nove candidati sindaci sono piovute, più personalmente a Maffei che alla sua amministrazione, esaltano negativamente mesi di logorante scostumatezza politica e personale da qualsivoglia ring sia pervenuta. Molti i maleducati, tanti gli ingrati, visibilissimi i trasformisti, quest'ultimi alla fin fine pentiti di non aver insistito nel precedente colore politico. Alcuni siederanno all'opposizione e la curiosità di quanto opporranno e come lo faranno e se lo faranno, sarà eccesso di ilarità giornalistica. Maffei nei recenti cinque anni è stato attorniato da una compagine scomposta, aggressiva, utilitarista con il suo stesso sindaco tenendolo sotto scacco fino a qualche mese addietro, salvo fare una gara al tiro alla fune conciliatrice negli ultimi mesi pre-elettorali. Insomma le invocazioni di morte politica destinate tutte a Maffei risultano esagerate ma timide se non rivolte anche ad altri eccellenti nomi responsabili di una farraginosità amministrativa dalla quale il Sindaco si è dovuto difendere. Questa è la più possibile e non degenerativa tecnica della contrapposizione elettorale. Spesso, sempre più spesso Maffei ha dovuto rintuzzare le accuse politiche della candidata sindaco del centrodestra, in privato anche dolendosene.

Ora, solo ora possiamo affermare e scrivere anche di un po' di dolore umano che ha pervaso il primo cittadino riconfermato tale dal voto popolare. La donna, sua oppositrice e perdente, specie nel settore cultura, ha in mille occasioni dialogato con il suo ex collega professore. Lui esaltava la sua armonia culturale, lei lo accoglieva, in mille simposio pubblico con credibile amicizia. Poi, in questi mesi sono arrivate le intemperie scaturite dal voto, dalla ambizione, dalla corsa farsesca alla vittoria ad ogni costo. I muri della città si sono imperlati di pioggia sottile e virale, la politica è diventata malattia, non più male assoluto. E anche dopo il voto di ieri notte, arrivato con ritardo, quasi un diluente alle inique manifestazioni di puro odio non più solo politico ma più probabilmente personale, dai monitors tv, dai microfoni, sono continuate invettive e ragionamenti di vendetta e giammai quell'intenzione alla più intelligente castità politica amministrativa di cui i cittadini della "terza settimana hanno inderogabilmente bisogno".

Insomma tra gli auguri e gli "in bocca al lupo" al vittorioso sindaco votato per non gridare, per non esacerbare i toni, per ragionare sul da farsi, per districarsi tra le più improponibili difficoltà della gente comune, ci tocca preoccuparci sin dal primo consiglio comunale di questa città dove oltre alla raccolta differenziata della mondezza occorrerebbe altra strategia che differenzi umidi e cattivi odori politici.