Il Pride ribelle, maestro di civiltà per Barletta
La comunità LGBTQI ci lascia ma il loro insegnamento rimane. Il razzismo più brutale è la tolleranza coatta
domenica 16 giugno 2013
16.00
Barletta non è più come ieri, è una città diversa ora che la diversità ha lasciato la sua orma, è una città più bella perché ha visto le brutture della normalizzazione. Gay, lesbiche, soggetti T, bisessuali esistono, ma è più comodo negare o ignorare la loro presenza. Durante la settimana appena trascorsa, gli occhi barlettani non potevano non aprirsi; sorpresi, curiosi, disgustati, l'essenziale è che non siano rimasti chiusi.
Sei giorni di riflessioni sull'arretratezza del Bel Paese, sull'ostruzionismo bigotto, sulle strumentalizzazioni politiche, sul ruolo familiare, sulle sessualità ibride e libere. La città ha accettato il guanto Di-sfida con se stessa, ha messo alla prova i suoi abitanti, è stata il fronte di forze regionali accorse per irrompere su una scena troppo sorda, troppo miope, troppo attenta al copione. Questa la risposta da dare a tutti coloro che non si reputano omofobici ma impongono restrizioni civili, a tutti quelli che accettano la loro diversità ma detestano l'esibizionismo, a chi professa tolleranza ma ripudia il riconoscimento sociale.
La comunità LGBTQI non chiede amore ma rispetto, non esige rappresentanza politica ma investimenti sostanziali perché non è composta da soggetti altri rispetto ai più, non sono persone da trattare con l'occhio di riguardo. La discussione è aperta su un versante dialettico, di lotta continua contro il manicheismo, il sessismo, il patriarcato, i ruoli di genere; lo scontro non riguarda solo chi è costretto a subire limiti a causa delle sue scelte sessuali, ma interessa la moltitudine di gente che soffre per la taratura sociale del "non vedere oltre".
Il Sindaco Cascella, accogliendo il corteo del Barletta Pride, promette l'approvazione dello ius soli e del registro delle coppie di fatto da parte del prossimo assessorato alle Pari Opportunità. Le istituzioni hanno un alto valore pedagogico nei confronti della cittadinanza; tuttavia, durante la parata, la gente ha mostrato grande spirito avanguardista rispetto alla classe dirigente. Si deve demonizzare la santità del nulla, si deve santificare la perversione del tutto integrante. "Felice chi è diverso, essendo egli diverso. Guai a chi è diverso, essendo egli comune"
Sei giorni di riflessioni sull'arretratezza del Bel Paese, sull'ostruzionismo bigotto, sulle strumentalizzazioni politiche, sul ruolo familiare, sulle sessualità ibride e libere. La città ha accettato il guanto Di-sfida con se stessa, ha messo alla prova i suoi abitanti, è stata il fronte di forze regionali accorse per irrompere su una scena troppo sorda, troppo miope, troppo attenta al copione. Questa la risposta da dare a tutti coloro che non si reputano omofobici ma impongono restrizioni civili, a tutti quelli che accettano la loro diversità ma detestano l'esibizionismo, a chi professa tolleranza ma ripudia il riconoscimento sociale.
La comunità LGBTQI non chiede amore ma rispetto, non esige rappresentanza politica ma investimenti sostanziali perché non è composta da soggetti altri rispetto ai più, non sono persone da trattare con l'occhio di riguardo. La discussione è aperta su un versante dialettico, di lotta continua contro il manicheismo, il sessismo, il patriarcato, i ruoli di genere; lo scontro non riguarda solo chi è costretto a subire limiti a causa delle sue scelte sessuali, ma interessa la moltitudine di gente che soffre per la taratura sociale del "non vedere oltre".
Il Sindaco Cascella, accogliendo il corteo del Barletta Pride, promette l'approvazione dello ius soli e del registro delle coppie di fatto da parte del prossimo assessorato alle Pari Opportunità. Le istituzioni hanno un alto valore pedagogico nei confronti della cittadinanza; tuttavia, durante la parata, la gente ha mostrato grande spirito avanguardista rispetto alla classe dirigente. Si deve demonizzare la santità del nulla, si deve santificare la perversione del tutto integrante. "Felice chi è diverso, essendo egli diverso. Guai a chi è diverso, essendo egli comune"