«Il presepe rende tutti un po’ bambini»
In quella capanna rinasce la coerenza
giovedì 26 dicembre 2013
Luca Dicuonzo, pizzaiolo, ha una sincera passione per il presepe artigianale, di cui gli italiani sono maestri. Nelle stanze del dopolavoro ferroviario di Barletta, sono esposti, oltre al suo presepe, anche altri presepi di ogni dimensione, ognuno di questi è la visione personale di un miracolo: la coerenza, contro tutti perbenismi e buonismi, presenti anche nella chiesa cattolica.
Purtroppo, quest'anno i presepi esposti sono meno dell'anno scorso, forse a causa di una crisi che ha un pò inaridito le tasche, ma non le idee, che viaggeranno sempre coerenti e libere da chi usa la religione per i propri scopi ipocriti e falsi. Incontro Luca nelle stanze del dopolavoro ferroviario, mentre fuori la gente si affanna e va di fretta, per non pensare.
Quanto tempo hai impiegato per costruirlo?
«Circa due mesi e mezzo. Ho iniziato a settembre e concluso agli inizi di dicembre, lavorandoci ogni pomeriggio, a volte la notte, dopo il lavoro».
Hai incontrato difficoltà tecniche?
«Non ho trovato grosse difficoltà, tutto è stato molto naturale».
Quali materiali hai utilizzato?
«Polistirolo, ricoperto di stucco e colla vinilica. Il costo complessivo dei materiali si aggira sui 250 euro».
Come è nata questa tua passione per il presepe?
«La passione è nata dieci anni fa, il presepe mi affascina. Ho iniziato col costruire le fontane per i presepi, in seguito mi sono specializzato. Questo è il quarto presepe che realizzo».
Quale significato ha la rappresentazione del presepe, per te?
«E' sempre più difficile sentire l'atmosfera del Natale, ma questa atmosfera la rivivo solo col presepe, che ci rende tutti un po' bambini. Usare la colla, i colori, i pupazzi, assemblare tutto e creare un presepe, mi rende un po' bambino».
Purtroppo, quest'anno i presepi esposti sono meno dell'anno scorso, forse a causa di una crisi che ha un pò inaridito le tasche, ma non le idee, che viaggeranno sempre coerenti e libere da chi usa la religione per i propri scopi ipocriti e falsi. Incontro Luca nelle stanze del dopolavoro ferroviario, mentre fuori la gente si affanna e va di fretta, per non pensare.
Quanto tempo hai impiegato per costruirlo?
«Circa due mesi e mezzo. Ho iniziato a settembre e concluso agli inizi di dicembre, lavorandoci ogni pomeriggio, a volte la notte, dopo il lavoro».
Hai incontrato difficoltà tecniche?
«Non ho trovato grosse difficoltà, tutto è stato molto naturale».
Quali materiali hai utilizzato?
«Polistirolo, ricoperto di stucco e colla vinilica. Il costo complessivo dei materiali si aggira sui 250 euro».
Come è nata questa tua passione per il presepe?
«La passione è nata dieci anni fa, il presepe mi affascina. Ho iniziato col costruire le fontane per i presepi, in seguito mi sono specializzato. Questo è il quarto presepe che realizzo».
Quale significato ha la rappresentazione del presepe, per te?
«E' sempre più difficile sentire l'atmosfera del Natale, ma questa atmosfera la rivivo solo col presepe, che ci rende tutti un po' bambini. Usare la colla, i colori, i pupazzi, assemblare tutto e creare un presepe, mi rende un po' bambino».
La 36 esima Edizione del Presepe del Ferroviere si svolgerà dal 13 dicembre al 6 gennaio, nei locali del dopolavoro ferroviario, dalle ore 10.30 alle 12.30 e dalle 17.30 alle 20.30