Il porto di Barletta torna ad essere Capitaneria
Cerimonia di elevazione ieri mattina. «Orgoglio di tutta la provincia»
domenica 8 luglio 2012
"Corsi e ricorsi storici" diceva Vico, ma soprattutto ricorsi in questo caso: traguardo importante per il porto di Barletta. Dopo 50 anni l'Ufficio Circondariale Marittimo di Barletta è stato elevato di rango, tornando a essere Capitaneria di porto, quindi ufficio di primo livello, finora sotto la giurisdizione di quella di Molfetta. Il via libera è arrivato il 28 dicembre 2011 con un decreto del Consiglio dei Ministri.
Nella mattinata di sabato si è svolta, presso il porto di Barletta, la cerimonia di elevazione al ruolo che ha ricoperto fino agli anni '60. Presenti il Sindaco di Barletta, Nicola Maffei, che ha sottolineato l'importanza del ruolo del porto «non solo per la città stessa, ma per l'intero territorio della Sesta Provincia», il Prefetto dott. Carlo Sessa, il Capo del Compartimento marittimo di Barletta e Comandante del Porto, Capitano di fregata, Marco Benedini, il Presidente della Provincia Barletta-Andria-Trani, Francesco Ventola. Nella tribuna d'onore sedevano anche i dieci sindaci della Provincia, con i relativi gonfaloni dei vari comuni, e rappresentanti delle autorità politiche locali, delle forze dell'ordine, e delle autorità religiose. La nuova funzione reca nuovi compiti che renderanno più sicura la navigazione nelle acque locali.
L'istanza era stata presentata quasi due anni fa dal Sindaco della città della Disfida e dal Presidente della Provincia, tenendo conto dell'importanza strategica del porto di Barletta, per il suo ruolo fondamentale di scalo commerciale nell'Adriatico, per cui la città si è sempre distinta, soprattutto con i paesi balcanici, con cui era stata intrapresa per un periodo una tratta di trasporto passeggeri. Nell'origine stessa della città vi è una biunivocità inscindibile della stessa con il suo porto, già da epoche antichissime, poi con gli Angioini, nel Regno di Napoli e poi in quello d'Italia e infine nella Repubblica. Testimonianze che fanno comprendere l'onore e l'utilità che tutte le capitanerie di porto italiane ricevono oggi. Si approntano progetti per l'escavazione dei fondali marini antistanti all'area portuale per consentire l'attracco a navi di maggiore dimensione e pescaggio. E perché no, si spera che questo aumenti anche il traffico di turisti nella città.
Nella mattinata di sabato si è svolta, presso il porto di Barletta, la cerimonia di elevazione al ruolo che ha ricoperto fino agli anni '60. Presenti il Sindaco di Barletta, Nicola Maffei, che ha sottolineato l'importanza del ruolo del porto «non solo per la città stessa, ma per l'intero territorio della Sesta Provincia», il Prefetto dott. Carlo Sessa, il Capo del Compartimento marittimo di Barletta e Comandante del Porto, Capitano di fregata, Marco Benedini, il Presidente della Provincia Barletta-Andria-Trani, Francesco Ventola. Nella tribuna d'onore sedevano anche i dieci sindaci della Provincia, con i relativi gonfaloni dei vari comuni, e rappresentanti delle autorità politiche locali, delle forze dell'ordine, e delle autorità religiose. La nuova funzione reca nuovi compiti che renderanno più sicura la navigazione nelle acque locali.
L'istanza era stata presentata quasi due anni fa dal Sindaco della città della Disfida e dal Presidente della Provincia, tenendo conto dell'importanza strategica del porto di Barletta, per il suo ruolo fondamentale di scalo commerciale nell'Adriatico, per cui la città si è sempre distinta, soprattutto con i paesi balcanici, con cui era stata intrapresa per un periodo una tratta di trasporto passeggeri. Nell'origine stessa della città vi è una biunivocità inscindibile della stessa con il suo porto, già da epoche antichissime, poi con gli Angioini, nel Regno di Napoli e poi in quello d'Italia e infine nella Repubblica. Testimonianze che fanno comprendere l'onore e l'utilità che tutte le capitanerie di porto italiane ricevono oggi. Si approntano progetti per l'escavazione dei fondali marini antistanti all'area portuale per consentire l'attracco a navi di maggiore dimensione e pescaggio. E perché no, si spera che questo aumenti anche il traffico di turisti nella città.