«Il popolo di Barletta dice no al ripristino dei bronzi in Piazza Caduti»
Il Comitato Italiano Pro Canne chiede un referendum
mercoledì 3 settembre 2014
Ripristinare i bronzi in Piazza Caduti in occasione delle celebrazioni della Grande Guerra (12 settembre 1943-2014): è questa la proposta che la Giunta comunale sta tenendo in considerazione e che ha già incontrato i primi contrasti. Uno di questi viene dal Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia, il cui presidente, Nino Vinella, espone il suo disappunto e il suo quesito referendario in queste parole, rivolte alla cittadinanza e all'amministrazione Cascella: «Vittorio Sgarbi vuole e pretende i Bronzi di Riace all'Expo di Milano nel 2015. Reggio Calabria e la Regione Calabria si oppongono. Le "facce di bronzo" continuano a fare notizia, in questa nostra malandata Italia che trasuda sentimento di amor patrio sotto le mentite spoglie dell'ipocrisia storica e culturale.
Anche Barletta non sfugge a questa tendenza political-chic. Infatti sale dalla società civile una vibrante protesta dopo il comunicato stampa del Sindaco Pasquale Cascella sulla prima seduta di convocazione del comitato nominato dal primo cittadino per il ripristino dei bronzi sul Monumento di Piazza Caduti, alla vigilia delle celebrazioni per il 12 settembre 1943-2014. "Ricucire il filo della memoria" parrebbe essere il motivo dominante. Ma da quale strappo vogliamo ripartire? Dallo scempio urbanistico ad un luogo trasformato dalla precedente giunta Maffei in un festival dell'arredo con fioriere e transenne a gogò e 20.000 euro spesi allegramente da chi si si ritrova adesso con mansioni assessorili ma diversa casacca "civica" sulla malconcia nave pilotata dal sindaco Cascella? Oppure dal cadente Palazzo della Posta oggetto di una speculazione edilizia sempre in agguato? Oppure dalla presunta centralità di una piazza divenuta campetto per partitelle di calcio, raduni di sfaccendati, populistiche presentazioni, cioè disperante megaspartitraffico e niente altro. Altro che spartiacque della storia, peraltro consumatasi nel periodo fascista del Ventennio fra il 18 marzo 1929, installazione dei bronzi a ricordo della Grande Guerra, ed il 1943, anno della loro donazione alla Patria in armi nella Seconda Guerra Mondiale.
Parte da oggi la campagna di comunicazione sociale dal titolo "La nostra storia è nuda: il popolo di Barletta dice no al ripristino dei bronzi in Piazza Caduti". Contro i continui attentati alla vera sovranità popolare più volte calpestata sull'altare (non della Patria) di scelte chiaramente autoreferenziali e di oltraggio al comune sentimento della gente, dell'elettorato, della comunità civile; contro le autocelebrazioni onorifiche e di facciata; contro il prezzolato revisionismo imposto dagli opportunistici speculatori schierati intorno alle tavole imbandite del governo cittadino in preda a delirio di onnipotenza degenerativa; contro i soliti noti della politica di accattonaggio servile e cialtrona; per una seria e circostanziata discussione democratica sulle ragioni storiche e culturali alla base di simile tematica e problematica. A fronte di tutto ciò, viene avanzata pubblica e motivata richiesta, ai sensi dello Statuto Comunale, la immediata indizione di un apposito referendum popolare per porre a tutti i cittadini di Barletta, i veri galantuomini al di fuori di caste e delle oligarchie nel sottobosco culturale-amministrativo tuttora imperante a Palazzo di Città nonostante l'impegno del sindaco Cascella, la seguente domanda: "Volete voi barlettani il ripristino dei bronzi sul monumento dei caduti nella omonima piazza?" Lo strumento democratico ed istituzionale del referendum è l'unica via percorribile per giungere al dibattito pubblico, ampio e condiviso su di una questione che non appartiene, né è mai appartenuta, ad una ristretta élite selezionata sulla base di improbabili criteri slegati dalla realtà del Territorio, dove assai più numerose e significative sono le Associazioni e le realtà culturali di base dove siffatte tematiche vengono quotidianamente vissute come pane quotidiano, naturale nutrimento del proprio senso di appartenenza alla Città di Barletta, oggi oltraggiata da atteggiamenti qualunquistici e di mero apparato, di facciata, di becera retorica pseudo democratica.
Si valuterà anche l'eventuale impugnazione della delibera di giunta comunale n. 172 dell'8 agosto sull'avvenuta nomina del comitato quale atto di assoluta discrezionalità e dunque priva di fondamento giuridico da parte dell'Amministrazione Comunale, in spregio a quanto analogamente previsto dallo Statuto Comunale sugli Istituti di partecipazione popolare, argomento tante volte sbandierato in svariate adunanze cittadine ed oggi insabbiato nelle paludi della bassa marea politica di maggioranza. Inoltre, consulenti legali volontari e indipendenti vaglieranno anche la possibilità di associare all'iniziale quesito referendario popolare sul ripristino dei bronzi al Monumento di Piazza dei Caduti l'altra vexata quaestio, ovvero la questione tuttora aperta sul tappeto delle rappresentanze democratiche a valere sullo Statuto Comunale vigente, in merito all'operatività del cosiddetto "Archivio della Resistenza e della Memoria", alla luce dell'iter amministrativo e degli atti prodotti (anche con fattispecie economico-patrimoniali a carico del pubblico erario e del bilancio comunale) venutesi a produrre nel tempo dalla sua creazione».
Anche Barletta non sfugge a questa tendenza political-chic. Infatti sale dalla società civile una vibrante protesta dopo il comunicato stampa del Sindaco Pasquale Cascella sulla prima seduta di convocazione del comitato nominato dal primo cittadino per il ripristino dei bronzi sul Monumento di Piazza Caduti, alla vigilia delle celebrazioni per il 12 settembre 1943-2014. "Ricucire il filo della memoria" parrebbe essere il motivo dominante. Ma da quale strappo vogliamo ripartire? Dallo scempio urbanistico ad un luogo trasformato dalla precedente giunta Maffei in un festival dell'arredo con fioriere e transenne a gogò e 20.000 euro spesi allegramente da chi si si ritrova adesso con mansioni assessorili ma diversa casacca "civica" sulla malconcia nave pilotata dal sindaco Cascella? Oppure dal cadente Palazzo della Posta oggetto di una speculazione edilizia sempre in agguato? Oppure dalla presunta centralità di una piazza divenuta campetto per partitelle di calcio, raduni di sfaccendati, populistiche presentazioni, cioè disperante megaspartitraffico e niente altro. Altro che spartiacque della storia, peraltro consumatasi nel periodo fascista del Ventennio fra il 18 marzo 1929, installazione dei bronzi a ricordo della Grande Guerra, ed il 1943, anno della loro donazione alla Patria in armi nella Seconda Guerra Mondiale.
Parte da oggi la campagna di comunicazione sociale dal titolo "La nostra storia è nuda: il popolo di Barletta dice no al ripristino dei bronzi in Piazza Caduti". Contro i continui attentati alla vera sovranità popolare più volte calpestata sull'altare (non della Patria) di scelte chiaramente autoreferenziali e di oltraggio al comune sentimento della gente, dell'elettorato, della comunità civile; contro le autocelebrazioni onorifiche e di facciata; contro il prezzolato revisionismo imposto dagli opportunistici speculatori schierati intorno alle tavole imbandite del governo cittadino in preda a delirio di onnipotenza degenerativa; contro i soliti noti della politica di accattonaggio servile e cialtrona; per una seria e circostanziata discussione democratica sulle ragioni storiche e culturali alla base di simile tematica e problematica. A fronte di tutto ciò, viene avanzata pubblica e motivata richiesta, ai sensi dello Statuto Comunale, la immediata indizione di un apposito referendum popolare per porre a tutti i cittadini di Barletta, i veri galantuomini al di fuori di caste e delle oligarchie nel sottobosco culturale-amministrativo tuttora imperante a Palazzo di Città nonostante l'impegno del sindaco Cascella, la seguente domanda: "Volete voi barlettani il ripristino dei bronzi sul monumento dei caduti nella omonima piazza?" Lo strumento democratico ed istituzionale del referendum è l'unica via percorribile per giungere al dibattito pubblico, ampio e condiviso su di una questione che non appartiene, né è mai appartenuta, ad una ristretta élite selezionata sulla base di improbabili criteri slegati dalla realtà del Territorio, dove assai più numerose e significative sono le Associazioni e le realtà culturali di base dove siffatte tematiche vengono quotidianamente vissute come pane quotidiano, naturale nutrimento del proprio senso di appartenenza alla Città di Barletta, oggi oltraggiata da atteggiamenti qualunquistici e di mero apparato, di facciata, di becera retorica pseudo democratica.
Si valuterà anche l'eventuale impugnazione della delibera di giunta comunale n. 172 dell'8 agosto sull'avvenuta nomina del comitato quale atto di assoluta discrezionalità e dunque priva di fondamento giuridico da parte dell'Amministrazione Comunale, in spregio a quanto analogamente previsto dallo Statuto Comunale sugli Istituti di partecipazione popolare, argomento tante volte sbandierato in svariate adunanze cittadine ed oggi insabbiato nelle paludi della bassa marea politica di maggioranza. Inoltre, consulenti legali volontari e indipendenti vaglieranno anche la possibilità di associare all'iniziale quesito referendario popolare sul ripristino dei bronzi al Monumento di Piazza dei Caduti l'altra vexata quaestio, ovvero la questione tuttora aperta sul tappeto delle rappresentanze democratiche a valere sullo Statuto Comunale vigente, in merito all'operatività del cosiddetto "Archivio della Resistenza e della Memoria", alla luce dell'iter amministrativo e degli atti prodotti (anche con fattispecie economico-patrimoniali a carico del pubblico erario e del bilancio comunale) venutesi a produrre nel tempo dalla sua creazione».