Il Piano paesaggistico della Regione coinvolge anche Barletta
Porto e litorali nel PPRT. Tutela e valorizzazione di angoli della Puglia
venerdì 9 agosto 2013
"La zona del porto di Barletta e litorali prospicienti il castello Angioino riveste notevole interesse panoramico ed ambientale", è quanto è espresso dal nuovo Piano paesaggistico regionale territoriale (PPRT), varato dalla Giunta regionale il 2 agosto scorso.
L'importante risultato ottenuto dall'Assessore alla Qualità del territorio, nonché Vicepresidente della Regione Puglia, Angela Barbanente, è volto a creare «Attività di tutela ma anche di valorizzazione». In sostanza il progetto ha realizzato un'attenta analisi cartografica di tutto il territorio pugliese, fruibile anche on line, dando rilevanza alle 'ricchezze' storiche, culturali e paesaggistiche. La regione è stata suddivisa in 11 ambiti differenti per le loro peculiarità identitarie, e sono stati individuati 165 luoghi di "notevole interesse pubblico", per cui sono state stabilite delle direttive a cui adeguarsi subito e degli indirizzi validi per qualunque progetto che nel futuro dovesse coinvolgere tali aree.
Tra queste è stata inserita anche l'are costiera e del porto di Barletta, "resa più suggestiva dalla presenza dell'insigne monumento (Castello); considerato che nella predetta zona esistono numerosi pubblici belvedere dai quali possono godersi le visuali del castello e dell'agglomerato urbano di Barletta".
L'analisi mette in evidenza un fattore di rischio, valido per tutto il tratto costiero, che è quello dell'erosione costiera, a cui urge dar risposta. Il Piano, che si rivolge principalmente ai comuni, prescrive nel caso barlettano di "Rinaturalizzare le dune costiere…Tutelare le foci fluviali con parchi naturali…il contenimento delle forme di erosione costiera…Tutelare le aree demaniali costiere dagli usi incongrui e dall'abusivismo". Gli Enti locali devono "Promuovere il miglioramento dell'efficienza ecologica dei tessuti edilizi a specializzazione turistica e dei complessi residenziali-turistico-ricettive presenti lungo il litorale adriatico; salvaguardare i caratteri di naturalità della fascia costiera e riqualificare le aree edificate più critiche in prossimità della costa, attraverso la dotazione di un efficiente rete di eflusso delle acque reflue e la creazione di un sistema di aree verdi che integrino le isole di naturalità e agricole residue […]".
"Nei territori interessati dalla presenza di Strade a valenza paesaggistica, non sono ammissibili tutti i piani, progetti e interventi che comportano:
1) la privatizzazione dei punti di vista "belvedere" accessibili al pubblico ubicati lungo le strade panoramiche o in luoghi panoramici;
2) segnaletica e cartellonistica stradali che compromettano l'intervisibilità e l'integrità percettiva delle visuali panoramiche".
Inoltre, "s'impediscono le trasformazioni territoriali (nuovi insediamenti residenziali turistici e produttivi, nuove infrastrutture, rimboschimenti, impianti tecnologici e di produzione energetica) che alterino o compromettano le componenti e le relazioni funzionali, storiche, visive, culturali, simboliche ed ecologiche che caratterizzano la struttura delle figure territoriali".
Insomma linee guida per i Comuni, cui anche quel tratto di costa barlettano non potrà esimersi, in una riqualificazione spesso sbandierata, ma ancora non attuata.
L'importante risultato ottenuto dall'Assessore alla Qualità del territorio, nonché Vicepresidente della Regione Puglia, Angela Barbanente, è volto a creare «Attività di tutela ma anche di valorizzazione». In sostanza il progetto ha realizzato un'attenta analisi cartografica di tutto il territorio pugliese, fruibile anche on line, dando rilevanza alle 'ricchezze' storiche, culturali e paesaggistiche. La regione è stata suddivisa in 11 ambiti differenti per le loro peculiarità identitarie, e sono stati individuati 165 luoghi di "notevole interesse pubblico", per cui sono state stabilite delle direttive a cui adeguarsi subito e degli indirizzi validi per qualunque progetto che nel futuro dovesse coinvolgere tali aree.
Tra queste è stata inserita anche l'are costiera e del porto di Barletta, "resa più suggestiva dalla presenza dell'insigne monumento (Castello); considerato che nella predetta zona esistono numerosi pubblici belvedere dai quali possono godersi le visuali del castello e dell'agglomerato urbano di Barletta".
L'analisi mette in evidenza un fattore di rischio, valido per tutto il tratto costiero, che è quello dell'erosione costiera, a cui urge dar risposta. Il Piano, che si rivolge principalmente ai comuni, prescrive nel caso barlettano di "Rinaturalizzare le dune costiere…Tutelare le foci fluviali con parchi naturali…il contenimento delle forme di erosione costiera…Tutelare le aree demaniali costiere dagli usi incongrui e dall'abusivismo". Gli Enti locali devono "Promuovere il miglioramento dell'efficienza ecologica dei tessuti edilizi a specializzazione turistica e dei complessi residenziali-turistico-ricettive presenti lungo il litorale adriatico; salvaguardare i caratteri di naturalità della fascia costiera e riqualificare le aree edificate più critiche in prossimità della costa, attraverso la dotazione di un efficiente rete di eflusso delle acque reflue e la creazione di un sistema di aree verdi che integrino le isole di naturalità e agricole residue […]".
"Nei territori interessati dalla presenza di Strade a valenza paesaggistica, non sono ammissibili tutti i piani, progetti e interventi che comportano:
1) la privatizzazione dei punti di vista "belvedere" accessibili al pubblico ubicati lungo le strade panoramiche o in luoghi panoramici;
2) segnaletica e cartellonistica stradali che compromettano l'intervisibilità e l'integrità percettiva delle visuali panoramiche".
Inoltre, "s'impediscono le trasformazioni territoriali (nuovi insediamenti residenziali turistici e produttivi, nuove infrastrutture, rimboschimenti, impianti tecnologici e di produzione energetica) che alterino o compromettano le componenti e le relazioni funzionali, storiche, visive, culturali, simboliche ed ecologiche che caratterizzano la struttura delle figure territoriali".
Insomma linee guida per i Comuni, cui anche quel tratto di costa barlettano non potrà esimersi, in una riqualificazione spesso sbandierata, ma ancora non attuata.