Il PD e il pesce da allevamento

Dopo il congresso cittadino rimangono gli applausi fragorosi dei caraccioliani. Determine a go-go e partiti senza più cuore

martedì 20 marzo 2012
A cura di Franco Caputo
Il tema della crisi della politica e soprattutto il crescente discredito verso i Partiti non possono lasciarci indifferenti. Si tratta di argomenti di grande rilevanza e attualità che, sia pur nelle diverse interpretazioni e valutazioni, ci riguardano indistintamente e segnano una fase drammatica per la vita del nostro Paese e delle nostre comunità.

Anni di mal governo, forse sarebbe più corretto dire "decenni di non-governo", di entrambi gli schieramenti, durante i quali è cresciuto il debito pubblico, l'evasione fiscale, la corruzione. Il tutto reso ancor più grave dalla recente recessione e dalla costante perdita di posti di lavoro.

Una crisi politica ben raffigurata nell'attuale conduzione "tecnica" del Governo del Paese che vede i partiti in una posizione marginale, quasi in "quarantena" per manifesta incapacità nel dare risposta ai problemi del Paese.

Ma se sul versante nazionale, grazie anche al provvidenziale intervento del Presidente Napolitano, si è riusciti in qualche modo ad evitare il baratro, in molti territori (senza alcuna differenza tra nord e sud) i casi di malgoverno e corruzione non accennano a diminuire e all'orizzonte non si intravedono soluzioni, né si capisce chi possa essere il "Napolitano" di turno.

Si registrano costanti arretramenti, e certe flebil speranze di cambiamento svaniscono una dietro l'altra. In questo quadro, le vicende pugliesi, data la vasta gamma di fenomeni, appaiono molto significative e rappresentative:
Alcuni soggetti speranzosi sostenevano che a Barletta, dopo il Congresso del PD, tutto sarebbe stato risolto. E' trascorso circa un mese ma si è al punto di partenza. Non ci si accorge forse che la grave situazione che investe la Città imporrebbe un serio cambio di passo. Ma visto il tenore dei Consigli Comunali c'è il rischio che alcuni addetti ai lavori, dato l'approssimarsi della bella stagione, possano confondere il "cambio di passo", non già come rinnovata tensione morale e politica ma come l'ennesimo cambio di casacca o ancora come passi di qualche ballo caraibico.

Quello che accade intorno lascia supporre che forse non è nemmeno questione di congressi o di primarie, strumenti imbruttiti nelle mani sciatte dei partiti. Modalità che ovunque evidenziano sospette anomalie proprio a causa di una inspiegabile massiccia presenza di cittadini. Un protagonismo forse innaturale se rapportato agli esiti di diversi sondaggi secondo cui oltre il 90% dei cittadini dichiara di non avere fiducia nei partiti. C'è qualcosa che oggettivamente non torna. Sarebbe ora che ci si ponga il problema facendo una giusta autocritica per far emergere anche alcune scomode ma urgenti verità.

Le "spigole e le ostriche", benché molto sintomatiche del degrado etico e morale che caratterizza questa politica, sono solo elementi di colore o poco più.