Il nostro Dio, trinità d'amore
«Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso»
domenica 22 maggio 2016
12.27
Dal vangelo secondo Giovanni: "In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà".
Nel corso dell'anno liturgico siamo abituati a celebrare feste che hanno una duplice valenza: nel sottolineare un aspetto della nostra fede in realtà celebriamo ciò che ci ha già riguardato, ci riguarda o ci riguarderà. Non accade la stessa cosa per la festività odierna, nella quale, celebrando la Santissima Trinità, in realtà siamo chiamati a riflettere sulla realtà stessa di Dio, in cui siamo stati immersi. E, in realtà, la nostra riflessione si fa più contemplazione e preghiera che approfondimento teologico.
Non è la teologia che salva, ma la fede! E, al cuore della nostra fede, più che natura, essenza, sostanza, c'è una relazione, viva e vitale. Il principio è il Padre che ama il Figlio e questo amore è così intenso che si fa persona, lo Spirito Santo. Pensava così già sant'Agostino che, lungi dal voler dare una interpretazione razionale di un mistero frammentato, dava una interpretazione logica (nel senso che dà senso alla vita, di Dio e nostra): il Padre è l'Amante, il Figlio è l'Amato, lo Spirito Santo è l'Amore. Una immagine simile si può rendere con l'esempio della famiglia umana, dove l'amore che c'è tra persona amante e la persona amata è così intenso e reale da farsi persona, la vita che nasce come espressione dell'amore. E tutti noi, che siamo figli di questo tipo di esperienza, conosciamo l'amore anzitutto perché siamo stati amati ed accolti. Così accade anche nella fede: Dio ci ha amati per primo.
Sentirsi amati: la prima grande verità della vita in Cristo! E ciascuno di noi è chiamato in questa festa a vivere d'amore, accolto e donato, ricevuto e condiviso, per testimoniare al mondo che siamo e ci sentiamo figli amati da Dio! Buona Domenica!
[don Vito]
Nel corso dell'anno liturgico siamo abituati a celebrare feste che hanno una duplice valenza: nel sottolineare un aspetto della nostra fede in realtà celebriamo ciò che ci ha già riguardato, ci riguarda o ci riguarderà. Non accade la stessa cosa per la festività odierna, nella quale, celebrando la Santissima Trinità, in realtà siamo chiamati a riflettere sulla realtà stessa di Dio, in cui siamo stati immersi. E, in realtà, la nostra riflessione si fa più contemplazione e preghiera che approfondimento teologico.
Non è la teologia che salva, ma la fede! E, al cuore della nostra fede, più che natura, essenza, sostanza, c'è una relazione, viva e vitale. Il principio è il Padre che ama il Figlio e questo amore è così intenso che si fa persona, lo Spirito Santo. Pensava così già sant'Agostino che, lungi dal voler dare una interpretazione razionale di un mistero frammentato, dava una interpretazione logica (nel senso che dà senso alla vita, di Dio e nostra): il Padre è l'Amante, il Figlio è l'Amato, lo Spirito Santo è l'Amore. Una immagine simile si può rendere con l'esempio della famiglia umana, dove l'amore che c'è tra persona amante e la persona amata è così intenso e reale da farsi persona, la vita che nasce come espressione dell'amore. E tutti noi, che siamo figli di questo tipo di esperienza, conosciamo l'amore anzitutto perché siamo stati amati ed accolti. Così accade anche nella fede: Dio ci ha amati per primo.
Sentirsi amati: la prima grande verità della vita in Cristo! E ciascuno di noi è chiamato in questa festa a vivere d'amore, accolto e donato, ricevuto e condiviso, per testimoniare al mondo che siamo e ci sentiamo figli amati da Dio! Buona Domenica!
[don Vito]