«Il governatore sta pensando troppo alle primarie»
Alle porte della direzione nazionale del Psi sorgono delle crepe. Francesco Pastore, Pellegrino e Lonigro manifestano il proprio disagio nel militare nel SeL (sinistra ecologia libertà)
lunedì 20 settembre 2010
Durante l'appuntamento estivo del Partito socialista italiano, con a capo Riccardo Nancini, sempre rimasto autonomo al SeL (a cui invece hanno aderito, solo in Puglia, diversi socialisti candidati nel movimento vendoliano alle Regionali del marzo scorso), tre dei quattro consiglieri socialisti hanno manifestato il proprio disagio a militare nel gruppo di SeL. Si parla dei due consiglieri che starebbero per entrare nella direzione nazionale del Psi, Francesco Pastore e il leccese Donato Pellegrino. A questi si è aggiunto anche il foggiano Pino Lonigro. A completare il quartetto è Onofrio Introna, presidente dell'Assemblea, che è anche stato l'unico ad affermare che «la notizia di un nuovo gruppo è destituita di qualsiasi fondamento». Notizia un po' distate da quella che è la realtà.
Ad esempio, Pastore ha riconosciuto che «la piena leadership di Vendola» e «il progetto di SeL sta venendo meno». Questo perché «gli uomini della nomenklatura vicina a Nichi si sentono gli unici detentori della linea politica: un disagio che avvertiamo in ogni Comune. Il progetto politico di Vendola viene compromesso dai suoi accoliti e dall'avversione di alcuni di questi verso i socialisti». «Per ora non c'è un nuovo gruppo. E, se ci fosse, il primo a saperlo sarebbe Vendola». «Il governatore - dice Lonigro - si fa circondare da più soggetti politici: SeL, le Fabbriche, la Puglia per Vendola. Quest'ultima, da lista elettorale, si prepara a strutturarsi come un partito. Non sarebbe stato più logico che confluisse in SeL»? Ma il punto non è questo. «Il fatto è che non ci sentiamo a casa nostra - dice Lonigro - e chi ci ha votato chiede un'autonoma presenza socialista in Consiglio». Ma questo non ha creato problemi con il presidente della Regione.
Lonigro aggiunge che circa «il ruolo e l'impegno di Vendola: egli debba stare più tempo in Puglia a governare le situazioni complesse che ci troviamo a gestire: piano di rientro, lavoro, agricoltura. Mentre spesso è fuori regione a parlare di primarie».
«Non ho difficoltà a riconoscere - ribatte a distanza Michele Losappio, capogruppo di SeL - che occorra un chiarimento. Tanto più alla vigilia del congresso fondativo di SeL (dal 22 al 24 ottobre, ndr). Il Psi di Nencini è rimasto fuori, ma i socialisti pugliesi hanno intrapreso un percorso diverso. E hanno avuto un ruolo e un riconoscimento forte: nella formazione delle liste, nella campagna elettorale, nell'elezione di Introna a presidente del Consiglio».
Il problema di fondo, secondo Losappio, è l'«amalgama». «Ma se è così - insiste il capogruppo - allora si intensifichi lo sforzo, e lo si allarghi al territorio, non sia solo una questione che riguardi i rappresentati istituzionali. I socialisti non sono ospiti di Sel, ma soci fondatori».
Ad esempio, Pastore ha riconosciuto che «la piena leadership di Vendola» e «il progetto di SeL sta venendo meno». Questo perché «gli uomini della nomenklatura vicina a Nichi si sentono gli unici detentori della linea politica: un disagio che avvertiamo in ogni Comune. Il progetto politico di Vendola viene compromesso dai suoi accoliti e dall'avversione di alcuni di questi verso i socialisti». «Per ora non c'è un nuovo gruppo. E, se ci fosse, il primo a saperlo sarebbe Vendola». «Il governatore - dice Lonigro - si fa circondare da più soggetti politici: SeL, le Fabbriche, la Puglia per Vendola. Quest'ultima, da lista elettorale, si prepara a strutturarsi come un partito. Non sarebbe stato più logico che confluisse in SeL»? Ma il punto non è questo. «Il fatto è che non ci sentiamo a casa nostra - dice Lonigro - e chi ci ha votato chiede un'autonoma presenza socialista in Consiglio». Ma questo non ha creato problemi con il presidente della Regione.
Lonigro aggiunge che circa «il ruolo e l'impegno di Vendola: egli debba stare più tempo in Puglia a governare le situazioni complesse che ci troviamo a gestire: piano di rientro, lavoro, agricoltura. Mentre spesso è fuori regione a parlare di primarie».
«Non ho difficoltà a riconoscere - ribatte a distanza Michele Losappio, capogruppo di SeL - che occorra un chiarimento. Tanto più alla vigilia del congresso fondativo di SeL (dal 22 al 24 ottobre, ndr). Il Psi di Nencini è rimasto fuori, ma i socialisti pugliesi hanno intrapreso un percorso diverso. E hanno avuto un ruolo e un riconoscimento forte: nella formazione delle liste, nella campagna elettorale, nell'elezione di Introna a presidente del Consiglio».
Il problema di fondo, secondo Losappio, è l'«amalgama». «Ma se è così - insiste il capogruppo - allora si intensifichi lo sforzo, e lo si allarghi al territorio, non sia solo una questione che riguardi i rappresentati istituzionali. I socialisti non sono ospiti di Sel, ma soci fondatori».