Il dramma di 18 famiglie sfrattate
«Non ci muoviamo. Siamo gente disperata». Le opinioni della gente
lunedì 9 agosto 2010
Continua ormai da parecchi giorni la protesta dei componenti dei diciotto nuclei famigliari che hanno occupato gli appartamenti, ancora in fase di completamento, nell'ex distilleria di Barletta, oggetto di un progetto di recupero da parte del Comune per la realizzazione di alloggi per anziani e disagiati. I manifestanti da giorni protestano davanti al Palazzo di Città in Corso V. Emanuele con striscioni e tanta determinazione. Gli occupanti sono famiglie rimaste per strada dopo essere stati sfrattati dai proprietari di casa perchè non riuscivano più a pagare il fitto. Le abitazioni occupate sono prive di servizi e potrebbero essere anche pericolose visto che c'è ancora il cantiere.
Abbiamo chiesto ad un bar della zona l'opinione in merito a questa situazione.
Quali problemi ha arrecato alla vostra attività lo svolgimento di questa protesta?
La protesta si è svolta in modo disordinato. Ha comportato una chiusura della strada al traffico in seguito alla quale abbiamo notato una diminuzione della clientela. Noi non contestiamo le motivazioni della manifestazione ma il modo in cui si è svolta. Ci sono stati anche episodi violenti come l'aggressione nei confronti di un pubblico ufficiale ed anche del figlio del titolare di un locale del centro, aggeredito perchè stava cercando di spostare le transenne per consentire una circolazione più fluente delle persone.
In seguito a queste dichiarazioni la redazione di Barlettalife si avvicina ai protestanti per ascoltare da vicino il loro punto di vista. Sono seduti all'ombra di un gazebo per ripararsi dal bruciante sole di mezzogiorno.
Quali sono le vostre richieste?
Noi vogliamo un tetto, una casa dove vivere. Il comune e il Sindaco dovrebbero fare qualcosa per risolvere la nostra situazione. Siamo degli sfrattati, non abbiamo uno stipendio fisso sufficiente per garantire una stabilità economica. Il sindaco ci ha offerto il pagamento di quattro mesi di affitto, ma questo a noi non basta. Abbiamo bisogno di garantire ai nostri figli la sicurezza di una casa. Ci sono tante case popolari murate e inutilizzate e noi pensiamo che il Sindaco e il Comune possano fare qualcosa per abilitarle. Tra un po' di tempo inizierà anche il periodo scolastico ed i nostri bambini non avranno un indirizzo o un numero civico con cui identificarsi.
Dove abitavate prima di occupare abusivamente le case dell'ex-distilleria?
In altri appartamenti privati ma siamo stati regolarmente sfrattati con una frequenza di due volte in un anno. Non riuscivamo a pagare l'affitto.
I Barlettani si sono dimostrati disponibili nei vostri confronti?
C'è stata una divisione dell'opinione pubblica della città di Barletta. Qualcuno ci ha appoggiato ma gli aiuti concreti non sono stati tantissimi. Il gazebo che oggi ci ripara dal sole ci è stato offerto da amici.
Vi conoscevate già prima della protesta o vi ha unito la necessità?
Ci siamo conosciuti e coalizzati per sostenere questa causa comune e abbiamo intenzione di continuare a protestare fino a quando non otterremo dei risultati.
Abbiamo chiesto ad un bar della zona l'opinione in merito a questa situazione.
Quali problemi ha arrecato alla vostra attività lo svolgimento di questa protesta?
La protesta si è svolta in modo disordinato. Ha comportato una chiusura della strada al traffico in seguito alla quale abbiamo notato una diminuzione della clientela. Noi non contestiamo le motivazioni della manifestazione ma il modo in cui si è svolta. Ci sono stati anche episodi violenti come l'aggressione nei confronti di un pubblico ufficiale ed anche del figlio del titolare di un locale del centro, aggeredito perchè stava cercando di spostare le transenne per consentire una circolazione più fluente delle persone.
In seguito a queste dichiarazioni la redazione di Barlettalife si avvicina ai protestanti per ascoltare da vicino il loro punto di vista. Sono seduti all'ombra di un gazebo per ripararsi dal bruciante sole di mezzogiorno.
Quali sono le vostre richieste?
Noi vogliamo un tetto, una casa dove vivere. Il comune e il Sindaco dovrebbero fare qualcosa per risolvere la nostra situazione. Siamo degli sfrattati, non abbiamo uno stipendio fisso sufficiente per garantire una stabilità economica. Il sindaco ci ha offerto il pagamento di quattro mesi di affitto, ma questo a noi non basta. Abbiamo bisogno di garantire ai nostri figli la sicurezza di una casa. Ci sono tante case popolari murate e inutilizzate e noi pensiamo che il Sindaco e il Comune possano fare qualcosa per abilitarle. Tra un po' di tempo inizierà anche il periodo scolastico ed i nostri bambini non avranno un indirizzo o un numero civico con cui identificarsi.
Dove abitavate prima di occupare abusivamente le case dell'ex-distilleria?
In altri appartamenti privati ma siamo stati regolarmente sfrattati con una frequenza di due volte in un anno. Non riuscivamo a pagare l'affitto.
I Barlettani si sono dimostrati disponibili nei vostri confronti?
C'è stata una divisione dell'opinione pubblica della città di Barletta. Qualcuno ci ha appoggiato ma gli aiuti concreti non sono stati tantissimi. Il gazebo che oggi ci ripara dal sole ci è stato offerto da amici.
Vi conoscevate già prima della protesta o vi ha unito la necessità?
Ci siamo conosciuti e coalizzati per sostenere questa causa comune e abbiamo intenzione di continuare a protestare fino a quando non otterremo dei risultati.