Il docufilm "Diciannove e settantadue" fa già discutere

Botta e risposta tra il consigliere regionale Mennea e il sindaco Maffei. Oggetto del contendere le località delle riprese

venerdì 16 settembre 2011 17.46
A cura di Luca Guerra
Ancora lontana è la data della prima proiezione nelle sale, ma già fa discuter gli ambienti politici locali: parliamo del docufilm "Dicannove e settantadue", pellicola le cui riprese sono partite lunedì con l'intento di raccontare la vita privata e la carriera sportiva di Pietro Mennea, atleta barlettano che ha fatto sognare la nostra comunità e tutto il Belpaese tra gli anni '70 e gli anni '80, collezionando nella specialità dei 200 metri piani il il bronzo alle Olimpiadi di Monaco nel '72 e l'oro a Mosca nel 1980. Il film sarà prodotto da Sharoncinema Production di Maglie in associazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia Production di Roma. Alla realizzazione del film-tributo contribuiranno inoltre: Apulia Film Commission, Camera di Commercio di Lecce, Provincia di Lecce e con il Patrocinio della Provincia di Lecce, Comune di Maglie, Comune di Otranto, Regione Puglia Assessorato alle Risorse Umane Semplificazione e Sport e Comune di Bari.

«Finalmente dalla Regione Puglia arriva un riconoscimento ad uno dei più grandi sportivi che la nostra regione abbia espresso. È il giusto riconoscimento ad una carriera brillante e ad una vita piena di sacrifici compiuti per poter ottenere grandi risultati. Parliamo di un grande campione che però paradossalmente non è stato valorizzato, o almeno non quanto avrebbe meritato, nella sua terra, fatta eccezione per l'iniziativa dell'allora sindaco Ruggiero Dimiccoli, che nel 1996 invitò a Barletta il capo del Cio (il Comitato olimpico internazionale), Juan Antonio Samaranch, a consegnare il collare olimpico, vale a dire la massima onorificenza sportiva, al grande Pietro Mennea». Con queste parole Ruggiero Mennea, consigliere regionale barlettano del Partito Democratico, aveva commentato l'avvio delle riprese del cine-documentario intitolato "Diciannove e Settantadue". La storia di Mennea sarà al centro della pellicola diretta da Basso, regista 36enne nato a Milano, le cui riprese hanno avuto inizio lunedì 12 settembre tra i centri di Maglie e Otranto.

Proprio il fatto che il film non sia girato a Barletta e nella Bat aveva suscitato nella giornata di ieri le caustiche quanto argomentate critiche del consigliere regionale del Pd alle amministrazioni di Barletta e della Sesta Provincia: "Non posso quindi non provare un pizzico di amarezza – aveva sottolineato Menneanel constatare che tra coloro che hanno fornito un contributo o il semplice patrocinio al documentario, ampiamente pubblicizzato e anticipato dalla stampa e dai mass media, non vi siano il Comune di Barletta e la Provincia Bat e che la pellicola sarà girata tra Otranto e Maglie. È quantomeno singolare che un documentario su Pietro Mennea non venga girato almeno in parte a Barletta, ove Pietro Mennea è cresciuto atleticamente e umanamente. È evidente che per Barletta e per la Provincia Bat si tratti di un'occasione persa, che sarebbe servita anche a mettere in mostra il proprio territorio. E il rammarico aumenta se consideriamo che in passato Ventola ha finanziato film come 'Dreamland' che non hanno rappresentato in alcuna maniera una vetrina per la Bat e addirittura in alcune sale cinematografiche è stato ritirato ancor prima della data d'uscita. Il sindaco di Barletta e il presidente della Provincia, tuttavia, avrebbero tante occasioni per recuperare da questa 'distrazione' e rilanciare nella propria terra l'immagine di un uomo che ha fatto conoscere il nome di Barletta in tutto il mondo».

In merito alle parole di biasimo espresse dal Consigliere regionale, e condivise anche da alcuni utenti di Barlettalife che avevano evidenziato il loro misunderstanding nei commenti pervenuti in redazione, all'indirizzo dell'amministrazione comunale di Barletta, rea di aver negato contributi e patrocinio alla produzione, pronta è arrivata questa mattina la replica a mezzo comunicato stampa del Sindaco di Barletta, Nicola Maffei:

«Sento il dovere di fornire una corretta versione dell'accaduto- spiega il Primo Cittadino di Barletta- a fronte di dichiarazioni inesatte da parte del Consigliere regionale Mennea. Innanzitutto va chiarito che l'Amministrazione municipale non ha ricevuto, da parte dei produttori o dell'organizzazione, domande per ottenere: patrocinio, contributi per il cine documentario in argomento, autorizzazioni per effettuare riprese del film a Barletta.

La stessa Amministrazione, banale sottolinearlo, sarebbe stata in tal caso favorevole nonché onorata di poter offrire la propria disponibilità, acconsentendo alla richiesta di girare alcune sequenze in città e dichiarandosi d'accordo per promuovere visione e diffusione del cine documentario nelle scuole cittadine e della provincia Barletta-Andria-Trani. In proposito, Pietro Mennea - da un contatto avvenuto ieri con il mio dirigente di Staff, Alessandro Attolico -, si è dimostrato in linea con quanto sopra, nonché intenzionato ad interpellare la produzione in prima persona, affinché Barletta abbia il meritato rilievo nel contesto del lavoro cinematografico da pochi giorni iniziato. Esorto chiunque voglia, in futuro, accusare e censurare l'operato dell'Amministrazione comunale per eventuali disservizi o disattenzioni, di farlo solo verificando la veridicità degli atti». Questa la lapidaria quanto piccata conclusione di Maffei.

Spiegazioni e chiarimenti che hanno presto attivato la contro-replica di Ruggiero Mennea, colma di soddisfazione mista ad ironia per il ritardo, giudicato con colpevolezza dal Consigliere Comunale, per l'intervento del Comune nel fornire precisazioni.

«Mi fa piacere che il sindaco, a seguito della mia nota, si sia subito attivato per far sì che anche Barletta abbia un ruolo nel cine-documentario su Pietro Mennea. Resta, però, l'amarezza- spiega Ruggiero Mennea- per il fatto che al Comune si sia dovuto attendere il mio comunicato per darsi da fare. Di questo lavoro si parla, infatti, sui giornali e su internet almeno da un anno. Se ci fosse stata davvero l'intenzione di contribuire o, quantomeno, di offrire alcuni scorci della città per girare alcune sequenze del film, ci si sarebbe potuti muovere prima. Ma forse è chiedere troppo». Una sottile accusa subito accompagnata da una rettifica: «Ad ogni buon conto, non ho mai detto che il Comune si è rifiutato di concedere il patrocinio. Ho solo detto , e lo ribadisco, che la figura di Pietro Mennea non è mai stata valorizzata nella sua terra, se non, a suo tempo, dal sindaco Dimiccoli. E ho detto, e lo ribadisco, di aver provato un pizzico di amarezza nel constatare l'assenza del Comune di Barletta in questo progetto. Esorto il sindaco e il suo staff ad una maggiore attenzione alla lettura dei giornali e non solo quando ci sono accuse e censure all'operato dell'amministrazione comunale».

Un consiglio, quello del Mennea solo omonimo del campione e primatista mondiale, che sa tanto di replica poco convinta. Sarà l'ultimo atto di questa inattesa querelle, che probabilmente si sarebbe potuta evitare con una migliore tempestività nella gestione della comunicazione da parte dell'amministrazione comunale di Barletta?