Il dirigente Mastrorillo risponde alle domande di Legambiente
Barlettalife spazio di confronto tra l’associazione ambientalista e l’amministrazione comunale. Il ciclo dei rifiuti, le analisi delle acque marine, la Cementeria e la qualità dell’aria
domenica 29 luglio 2012
11.11
Oggi e domani, Goletta Verde fa tappa a Trani, e in questa occasione verranno annunciati anche i risultati riscontrati a Barletta. In questa occasione, Barlettalife si rende spazio di confronto tra Legambiente e l'amministrazione comunale di Barletta, avendo direttamente portato al dirigente del settore Ambiente Ing. Salvatore Mastrorillo, le domande che l'associazione ambientalista vorrebbe porgli e di cui ci siamo fatti portatori nell'intervista a Legambiente dei giorni scorsi. Ed ecco quindi di seguito le risposte di Mastrorillo al circolo barlettano dell'associazione.
Legambiente: «Il settore Ambiente aveva fatto richiesta, nei mesi scorsi, alla regione Puglia, di € 700.000 per avviare la raccolta porta a porta. Questi soldi ad oggi non si sa se il comune li riceverà o meno. Noi crediamo di no. Ma, prima del 1° Gennaio, c'è un modo più veloce per arrivare al 65% di raccolta differenziata, nel caso la regione non ci dia questi finanziamenti?».
Mastrorillo: «Mi meraviglia l'approccio di Legambiente che rispetto a noi hanno notizie più fresche o più attendibili, che non riceveremo questo finanziamento. In realtà, abbiamo prodotto pochi giorni fa, al Nucleo di Valutazione della regione Puglia, la stesura del progetto nella sua ulteriore versione. Siamo alla quarta o quinta. Perché ci stanno richiedendo continue modifiche nell'ambito di una procedura negoziale, che ha il vantaggio di essere meno rigida di un bando pubblico, ma sconta questo confronto continuo, positivo certamente, ma che assorbe un tempo maggiore. Noi crediamo di essere arrivati alla versione definitiva, per cui dovremmo essere prossimi alla firma del disciplinare per il finanziamento. Poi, non è semplicissimo passare ad un sistema di raccolta porta a porta. Su questo c'è da essere chiari, nel senso che non si può sostenere che un servizio di raccolta porta a porta porti costi inferiori ad un servizio di raccolta stradale. Questo non è sostenibile in letteratura, non perché lo dica Mastrorillo. Ci sono esempi in tutta Italia. Comunque ci sono alcuni casi che abbiamo attivato, come nella zona industriale: era problematico il servizio di raccolta stradale, creava anche degli scarichi abusivi, ed erano questi entrambi dei costi, per cui è stato sostenibile creare un servizio di raccolta domiciliare. Il prossimo settore che sarà interessato dall'avvio del servizio di raccolta porta a porta differenziata spinta è il centro storico. Su questo stiamo già lavorando, abbiamo fatto un analisi del territorio, delle utenza che si possono servire. Non è sperimentale, ma vuole mettere in piedi l'esperienza del porta a porta, per rilevarne gli aspetti positivi e quelli eventualmente negativi, per poi dosare gli ulteriori interventi».
«Perché non vengono fatte le analisi sulla qualità delle acque marine? Perché ad oggi le analisi si basano solo sui valori minimi richiesti per la balneabilità, come prevede la legge nazionale».
«Non è semplicissimo fare analisi delle acque, di questi tempi in cui poi bisogna fare i conti con le risorse a disposizione. Poi mi vien da dire: oggi c'è Goletta Verde di Legambiente, che arriva a Trani per fare un approfondimento di questo tipo. Allora, ribalto la cosa: visto che Legambiente, nell'ambito delle sue attività istituzionali pregevolissime ha anche questa cosa, noi ci affideremmo piuttosto a loro. Che ben vengano. Metterle insieme, per noi significa sopportare costi. I costi li vogliamo sopportare tutti, cerchiamo di fare il massimo di sforzi per tenere tranquilla la situazione, ma dobbiamo anche passare dalle evidenze scientifiche. Io voglio ricordare, sulla balneazione delle acque e su tutta la questione mediatica che ne è seguita, che, dal punto di vista delle evidenze sanitarie, non c'è nulla. Il nostro assessore si è informato presso Asl e non c'era un caso che fosse, dalle notizie che ho io fino ad oggi (giovedì scorso ndr), che desse evidenza di un problema derivante dalla balneazione. Il pubblico può fare tutte le scelte che vuole, in relazione alle scelte che fa di natura politica e in campo ambientale, però se non ci sono dei punti di partenza, aldilà di quello che è stato l'impatto visivo (la presenza fisica di questa mucillagine era dovuta certamente anche all'incremento di temperatura e ad un proliferare di vegetazione e sostanze organiche), se non ci sono evidenze scientifiche che rilevano un problema, gli approfondimenti perché li fai? Cioè sarebbero superflui, e di questi tempi siamo tutti chiamati a fare molta attenzione a come impieghiamo le risorse. Approfondire per approfondire, fine a se stesso, non ha molto senso. Se avessi un problema, faccio scattare l'allarme, e lì intervengo con tutte le risorse disponibili, ma se non ho evidenze, si tratta di approcci di cautela, e allora ti servi delle istituzioni. Abbiamo letto sul giornale che c'è un supplemento dell'attività della magistratura. Noi ci auguriamo che ci siano ulteriori verifiche, ma dai riscontri attuali non si può andare oltre. I due fenomeni (segnalazioni sull'acqua marina e di problemi dermatologici dei bagnanti ndr) bisogna scientificamente collegarli, il che non è nemmeno detto».
«Il comune cosa chiederà alla Cementeria, in cambio dell'aumento del Cdr da bruciare?».
«Il comune ha già chiesto alla Cementeria, nell'ambito della conferenza decisoria sull'Aia, una serie di interventi. Rispetto all'applicazione delle Bat di settore, di nuove tecnologie disponibili, perché conducono un impianto industriale in procedura di Aia, noi, per alcuni limiti, abbiamo chiesto dei valori che stanno al di sotto delle Bat. Quindi è già cautelativo. Andando per altri, chiaramente si è dovuto tenere conto della necessità di adeguare gli impianti, con gli investimenti che sono anche corposi, per i quali si è previsto il progressivo raggiungimento di limiti che siano rispettosi delle Bat. Ma, in cambio noi che cosa abbiamo avuto dalla Cementeria? Innanzitutto, un livello assoluto di trasparenza di dei dati: noi avremo un link, cui potremo accedere anche sul sito istituzionale del comune, per verificare le emissioni, in maniera di poter capire che cosa succede in Cementeria; non avrà quindi accesso ai dati solo regione e Arpa. Poi abbiamo ottenuto la redazione di un piano di monitoraggio e valutazione delle ricadute emissive, realizzato dal Cnr, quindi un organismo terzo che garantisca sull'affidabilità dello studio e dei rilievi che andrà ad effettuare. Si è ottenuto anche che la Cementeria si faccia carico degli oneri di gestione e manutenzione di una centralina di rilevamento della qualità dell'aria, tenendo conto che la regione sta ridimensionando il piano regionale di qualità dell'aria, cui la rete di monitoraggio sarà adattata alle effettive esigenze, per cui noi avremmo potuto avere la perdita di un impianto che invece sarà mantenuto dalla Cementeria. E infine abbiamo ottenuto la piantumazione ogni anno di alberi di una certa consistenza, che saranno messi a disposizione e impiantati dalla Cementeria su aree pubbliche che noi individueremo. Questo nel corso degli anni ci darà 600 alberi che saranno messi sul territorio, per tutta la durata dell'Aia, a parziale compensazione delle emissioni, che con l'applicazione delle Bat sono inferiori. Quindi aumenta la quantità, ma le emissioni diminuiscono rispetto alla situazione attuale».
«L'amministrazione come intende migliorare la qualità dell'aria?».
«Dobbiamo esser chiari. Aldilà di due impianti noti, cementeria e produzione fertilizzanti, sul territorio non possiamo nasconderci che una gran parte degli sforamenti sono dovuti al traffico veicolare. Va detto comunque che abbiamo sviluppato il progetto di bike-sharing, di cui è previsto l'ampliamento delle postazioni, e piste ciclabili, quindi abbiamo oggi una buona viabilità di piste ciclabili di cui è previsto sempre l'ampliamento, in modo tale da poter garantire una mobilità sostenibile. E' chiaro che bisogna arrivare ad un sistema condiviso per abbattere il traffico veicolare, con interventi abbastanza importanti, come il divieto. Però, prima di arrivare a un divieto di circolazione credo che vada affrontata una fase di concertazione sul territorio. Sulle questioni culturali possiamo condurre tutte le battaglie, anzi le guerre, però sulle questioni che impattano sulle attività economiche e sociali, dobbiamo andare ad un momento di concertazione. Possiamo fare quello che l'amministrazione ritiene, noi tecnici siamo a supporto».
Legambiente: «Il settore Ambiente aveva fatto richiesta, nei mesi scorsi, alla regione Puglia, di € 700.000 per avviare la raccolta porta a porta. Questi soldi ad oggi non si sa se il comune li riceverà o meno. Noi crediamo di no. Ma, prima del 1° Gennaio, c'è un modo più veloce per arrivare al 65% di raccolta differenziata, nel caso la regione non ci dia questi finanziamenti?».
Mastrorillo: «Mi meraviglia l'approccio di Legambiente che rispetto a noi hanno notizie più fresche o più attendibili, che non riceveremo questo finanziamento. In realtà, abbiamo prodotto pochi giorni fa, al Nucleo di Valutazione della regione Puglia, la stesura del progetto nella sua ulteriore versione. Siamo alla quarta o quinta. Perché ci stanno richiedendo continue modifiche nell'ambito di una procedura negoziale, che ha il vantaggio di essere meno rigida di un bando pubblico, ma sconta questo confronto continuo, positivo certamente, ma che assorbe un tempo maggiore. Noi crediamo di essere arrivati alla versione definitiva, per cui dovremmo essere prossimi alla firma del disciplinare per il finanziamento. Poi, non è semplicissimo passare ad un sistema di raccolta porta a porta. Su questo c'è da essere chiari, nel senso che non si può sostenere che un servizio di raccolta porta a porta porti costi inferiori ad un servizio di raccolta stradale. Questo non è sostenibile in letteratura, non perché lo dica Mastrorillo. Ci sono esempi in tutta Italia. Comunque ci sono alcuni casi che abbiamo attivato, come nella zona industriale: era problematico il servizio di raccolta stradale, creava anche degli scarichi abusivi, ed erano questi entrambi dei costi, per cui è stato sostenibile creare un servizio di raccolta domiciliare. Il prossimo settore che sarà interessato dall'avvio del servizio di raccolta porta a porta differenziata spinta è il centro storico. Su questo stiamo già lavorando, abbiamo fatto un analisi del territorio, delle utenza che si possono servire. Non è sperimentale, ma vuole mettere in piedi l'esperienza del porta a porta, per rilevarne gli aspetti positivi e quelli eventualmente negativi, per poi dosare gli ulteriori interventi».
«Perché non vengono fatte le analisi sulla qualità delle acque marine? Perché ad oggi le analisi si basano solo sui valori minimi richiesti per la balneabilità, come prevede la legge nazionale».
«Non è semplicissimo fare analisi delle acque, di questi tempi in cui poi bisogna fare i conti con le risorse a disposizione. Poi mi vien da dire: oggi c'è Goletta Verde di Legambiente, che arriva a Trani per fare un approfondimento di questo tipo. Allora, ribalto la cosa: visto che Legambiente, nell'ambito delle sue attività istituzionali pregevolissime ha anche questa cosa, noi ci affideremmo piuttosto a loro. Che ben vengano. Metterle insieme, per noi significa sopportare costi. I costi li vogliamo sopportare tutti, cerchiamo di fare il massimo di sforzi per tenere tranquilla la situazione, ma dobbiamo anche passare dalle evidenze scientifiche. Io voglio ricordare, sulla balneazione delle acque e su tutta la questione mediatica che ne è seguita, che, dal punto di vista delle evidenze sanitarie, non c'è nulla. Il nostro assessore si è informato presso Asl e non c'era un caso che fosse, dalle notizie che ho io fino ad oggi (giovedì scorso ndr), che desse evidenza di un problema derivante dalla balneazione. Il pubblico può fare tutte le scelte che vuole, in relazione alle scelte che fa di natura politica e in campo ambientale, però se non ci sono dei punti di partenza, aldilà di quello che è stato l'impatto visivo (la presenza fisica di questa mucillagine era dovuta certamente anche all'incremento di temperatura e ad un proliferare di vegetazione e sostanze organiche), se non ci sono evidenze scientifiche che rilevano un problema, gli approfondimenti perché li fai? Cioè sarebbero superflui, e di questi tempi siamo tutti chiamati a fare molta attenzione a come impieghiamo le risorse. Approfondire per approfondire, fine a se stesso, non ha molto senso. Se avessi un problema, faccio scattare l'allarme, e lì intervengo con tutte le risorse disponibili, ma se non ho evidenze, si tratta di approcci di cautela, e allora ti servi delle istituzioni. Abbiamo letto sul giornale che c'è un supplemento dell'attività della magistratura. Noi ci auguriamo che ci siano ulteriori verifiche, ma dai riscontri attuali non si può andare oltre. I due fenomeni (segnalazioni sull'acqua marina e di problemi dermatologici dei bagnanti ndr) bisogna scientificamente collegarli, il che non è nemmeno detto».
«Il comune cosa chiederà alla Cementeria, in cambio dell'aumento del Cdr da bruciare?».
«Il comune ha già chiesto alla Cementeria, nell'ambito della conferenza decisoria sull'Aia, una serie di interventi. Rispetto all'applicazione delle Bat di settore, di nuove tecnologie disponibili, perché conducono un impianto industriale in procedura di Aia, noi, per alcuni limiti, abbiamo chiesto dei valori che stanno al di sotto delle Bat. Quindi è già cautelativo. Andando per altri, chiaramente si è dovuto tenere conto della necessità di adeguare gli impianti, con gli investimenti che sono anche corposi, per i quali si è previsto il progressivo raggiungimento di limiti che siano rispettosi delle Bat. Ma, in cambio noi che cosa abbiamo avuto dalla Cementeria? Innanzitutto, un livello assoluto di trasparenza di dei dati: noi avremo un link, cui potremo accedere anche sul sito istituzionale del comune, per verificare le emissioni, in maniera di poter capire che cosa succede in Cementeria; non avrà quindi accesso ai dati solo regione e Arpa. Poi abbiamo ottenuto la redazione di un piano di monitoraggio e valutazione delle ricadute emissive, realizzato dal Cnr, quindi un organismo terzo che garantisca sull'affidabilità dello studio e dei rilievi che andrà ad effettuare. Si è ottenuto anche che la Cementeria si faccia carico degli oneri di gestione e manutenzione di una centralina di rilevamento della qualità dell'aria, tenendo conto che la regione sta ridimensionando il piano regionale di qualità dell'aria, cui la rete di monitoraggio sarà adattata alle effettive esigenze, per cui noi avremmo potuto avere la perdita di un impianto che invece sarà mantenuto dalla Cementeria. E infine abbiamo ottenuto la piantumazione ogni anno di alberi di una certa consistenza, che saranno messi a disposizione e impiantati dalla Cementeria su aree pubbliche che noi individueremo. Questo nel corso degli anni ci darà 600 alberi che saranno messi sul territorio, per tutta la durata dell'Aia, a parziale compensazione delle emissioni, che con l'applicazione delle Bat sono inferiori. Quindi aumenta la quantità, ma le emissioni diminuiscono rispetto alla situazione attuale».
«L'amministrazione come intende migliorare la qualità dell'aria?».
«Dobbiamo esser chiari. Aldilà di due impianti noti, cementeria e produzione fertilizzanti, sul territorio non possiamo nasconderci che una gran parte degli sforamenti sono dovuti al traffico veicolare. Va detto comunque che abbiamo sviluppato il progetto di bike-sharing, di cui è previsto l'ampliamento delle postazioni, e piste ciclabili, quindi abbiamo oggi una buona viabilità di piste ciclabili di cui è previsto sempre l'ampliamento, in modo tale da poter garantire una mobilità sostenibile. E' chiaro che bisogna arrivare ad un sistema condiviso per abbattere il traffico veicolare, con interventi abbastanza importanti, come il divieto. Però, prima di arrivare a un divieto di circolazione credo che vada affrontata una fase di concertazione sul territorio. Sulle questioni culturali possiamo condurre tutte le battaglie, anzi le guerre, però sulle questioni che impattano sulle attività economiche e sociali, dobbiamo andare ad un momento di concertazione. Possiamo fare quello che l'amministrazione ritiene, noi tecnici siamo a supporto».
Il responsabile di Legambiente Barletta, dottor Cilli, intervistato nel precedente articolo, ha cordialmente espresso e concordato la volontà di ribaltare le domande da lui elaborate al dirigente Mastrorillo.