Il costo disumano del Parco dell’Umanità
Il parco è un vanto della periferia senza asfalto
venerdì 22 maggio 2015
10.18
Parco dell'Umanità, costo disumano. Il Parco avrebbe dovuto essere inaugurato il 4 novembre 2014, poi l'inaugurazione è slittata ad aprile 2015, infine a maggio attendiamo l'inaugurazione per il "tempo delle mele" (elezioni). C'è un cantiere da 4 milioni di euro - metà dei costi sostenuti del Comune e metà della Regione - con un progetto vinto da uno studio di architetti romani, in cui milita il rampollo di una dinastia di famosi costruttori baresi, i quali stanno edificando anche il nuovo liceo classico di Barletta.
A prima vista, il parco ricalca la stessa estetica "minimal-costosa" delle famigerate ville comunali "restaurate" e dell'Orticello Botanico, fiorellino all'occhiello della premiata ditta "Maffei & Soci". Nessuno ha avuto l'idea di intitolare il parco ad uno dei tanti personaggi storici della città, preferendo il trionfale nome "Parco dell'Umanità", che ricorda la storica "Casa del Popolo" di sinistra memoria, resuscitando anche i bei ricordi di "Don Camillo e Peppone". Che nostalgia per i gulag in Siberia! Non meravigliamoci, un paio di assessori/sindacalisti rottamati ritengono che il dittatore Stalin sia vivo e lotti con noi. Intanto ai piani alti degli uffici tecnici comunali si parla di "un ritardo fisiologico nella conclusione dei lavori per il Parco". A giudicare dalle foto, il ritardo si preannuncia cronico.
Nel parco troveremo: una pista ciclabile lunga più di un chilometro, un anfiteatro da vandalizzare, strutture destinate ad uffici comunali, 560 pannelli fotovoltaici, che produrranno 150 mila kilowatt all'anno, di cui 30 mila kilowatt, saranno utilizzati per illuminare il parco e le menti dei dirigenti, mentre quelli rimanenti saranno assorbiti dalla rete elettrica, dando la possibilità al comune di risparmiare sulla bolletta energetica. Manca la classica fontana - vascone, reclamata a gran voce dai rom, che si sono stufati di andarsi a lavare nei pomeriggi d'estate in quella dei giardini "De Nittis". Ci saranno piazze tematiche, un labirinto verde, una pista skate, una zona coperta di sabbia per i bambini, una piazza di sosta coperta da vele. Dov'è il polmone verde?
A giugno 2014 una delegazione comunale si reca a constatare lo stato dei lavori, al seguito di architetti. Chi se ne frega se in periferia mancano gli oneri di urbanizzazione e anche l'asfalto in alcune strade, il parco è un'eccezione, bisogna sorridere per la televisione! L'unico a non sorridere è il sindaco Cascella, ancorato alla realtà.
Quando saranno ultimati i lavori? Le bocche sono cucite, brutto segno. Finora non è stata calendarizzata una seduta delle commissioni consiliari sulla questione "Parco dell'Umanità", meglio aspettare l'esito delle elezioni, forse i futuri consiglieri regionali barlettani sapranno imporre la loro personalità nel bar attiguo al Consiglio Regionale.
A prima vista, il parco ricalca la stessa estetica "minimal-costosa" delle famigerate ville comunali "restaurate" e dell'Orticello Botanico, fiorellino all'occhiello della premiata ditta "Maffei & Soci". Nessuno ha avuto l'idea di intitolare il parco ad uno dei tanti personaggi storici della città, preferendo il trionfale nome "Parco dell'Umanità", che ricorda la storica "Casa del Popolo" di sinistra memoria, resuscitando anche i bei ricordi di "Don Camillo e Peppone". Che nostalgia per i gulag in Siberia! Non meravigliamoci, un paio di assessori/sindacalisti rottamati ritengono che il dittatore Stalin sia vivo e lotti con noi. Intanto ai piani alti degli uffici tecnici comunali si parla di "un ritardo fisiologico nella conclusione dei lavori per il Parco". A giudicare dalle foto, il ritardo si preannuncia cronico.
Il Parco è un vanto della periferia senza asfalto
Elenchiamo i numeri di cui vantarsi. Il progetto originario prevedeva 10 ettari di parco, finora ne stanno edificando 2,3 ettari di cui un ettaro è la zona occupato dai rom, contrari cedere il terreno. I restanti 6 ettari sono l'estensione di terreno che comprende la parte posteriore al parco: un'area che si estende fino alla chiesa di S. Giovanni Apostolo, da risanare interamente. Il progetto originario includeva anche quest'area ma, per problematiche legate ai finanziamenti, la zona da adibire a parco è stata ridotta a questo primo lotto di 2,3 ettari. Per cui anche il temine "parco" andrebbe ridimensionato a "giardino pubblico".Nel parco troveremo: una pista ciclabile lunga più di un chilometro, un anfiteatro da vandalizzare, strutture destinate ad uffici comunali, 560 pannelli fotovoltaici, che produrranno 150 mila kilowatt all'anno, di cui 30 mila kilowatt, saranno utilizzati per illuminare il parco e le menti dei dirigenti, mentre quelli rimanenti saranno assorbiti dalla rete elettrica, dando la possibilità al comune di risparmiare sulla bolletta energetica. Manca la classica fontana - vascone, reclamata a gran voce dai rom, che si sono stufati di andarsi a lavare nei pomeriggi d'estate in quella dei giardini "De Nittis". Ci saranno piazze tematiche, un labirinto verde, una pista skate, una zona coperta di sabbia per i bambini, una piazza di sosta coperta da vele. Dov'è il polmone verde?
A giugno 2014 una delegazione comunale si reca a constatare lo stato dei lavori, al seguito di architetti. Chi se ne frega se in periferia mancano gli oneri di urbanizzazione e anche l'asfalto in alcune strade, il parco è un'eccezione, bisogna sorridere per la televisione! L'unico a non sorridere è il sindaco Cascella, ancorato alla realtà.
Quando saranno ultimati i lavori? Le bocche sono cucite, brutto segno. Finora non è stata calendarizzata una seduta delle commissioni consiliari sulla questione "Parco dell'Umanità", meglio aspettare l'esito delle elezioni, forse i futuri consiglieri regionali barlettani sapranno imporre la loro personalità nel bar attiguo al Consiglio Regionale.