«Il costo del tuo lavoro è la vita. La tua vita»

Le parole dello scrittore Edoardo Nesi a “The Show Must Go Off” per le vittime di via Roma. L’omaggio del programma del sabato sera di La7

mercoledì 14 marzo 2012
A cura di Ida Vinella
Pochi giorni dopo la ricorrenza dell'otto marzo, l'omaggio più poetico per le cinque donne di Barletta, vittime del crollo della palazzina di via Roma dello scorso 3 ottobre, è stato donato dalla musica dei Negramaro, dall'interpretazione dell'attore Vinicio Marchioni, e soprattutto dalle parole scritte da Edoardo Nesi, vincitore del Premio Strega col suo romanzo "Storia della mia gente" nel 2011. Parole commoventi e meravigliose, ospitate lo scorso sabato dal programma di La7 "The Show Must Go Off" condotto da Serena Dandini. Una lunga lettera per ricordare le vite semplici delle cinque donne di Barletta, svanite in un giorno comune, mentre si lavora per il bene della famiglia, per pagare le spese, per tirare a campare.

Il costo del tuo lavoro è la vita. La tua vita. Sei un'operaia e vai ogni giorno a lavorare in uno scantinato. Lo scantinato è un opificio. Una maglieria. Tu confezioni maglie. Un giorno cominci a sentire strani rumori che non hai mai sentito prima. Sono come dei gemiti, degli scricchiolii. Non vengono dalla strada vicina, o dalle macchine davanti alle quali lavori. Vengono dalle mura del palazzo. Ti chiedi cosa possano voler dire. Non puoi accettare che siano ciò che pensi. Ti dici che forse è normale sentire degli scricchiolii, in un palazzo così vecchio. E continui ad andare a lavorare. Ogni giorno. Ti chiedi se non dovresti parlarne con qualcuno. Coi sindacati, coi vigili. Con la polizia. Coi carabinieri. Ma non lo fai. Ti scordi di farlo. Preferisci scordarti di farlo, forse. Ogni giorno vai avanti, e torni lì, a lavorare. Perché devi. Devi pagare la spesa, i vestiti dei bambini, il mutuo. Continui a lavorare. È quello che fai, che hai sempre fatto. Lavori sepolta in uno scantinato per combattere la concorrenza di altri disgraziati come te. Sei impegnata in una competizione crudele con altri lavoratori che lavorano in altre fabbriche, in tutto il mondo. Fabbriche probabilmente più sicure dello scantinato in cui lavori tu. Ma non importa. Devi lavorare e lavorerai. Non credi davvero possibile che un palazzo possa cadere. E poi, proprio su di te. Ti dici che queste cose è molto difficile che succedano. Che non succederà proprio a te.

Il costo del tuo lavoro è la tua vita, ragazza mia. E non dovrebbe essere così. Non è giusto che sia così. Non quando con il tuo lavoro stai producendo parte dell'eccellenza mondiale. Il Made in Italy. Perché non importa quale sia la qualità delle maglie che produci. È merce fatta in Italia. Ha un valore misurabile, e lo si applica a ogni straccio e a ogni accessorio che venga prodotto nel nostro Paese. Da chiunque. Decine e decine di migliaia di cinesi sono venuti e continuano a venire a lavorare in Italia, chiusi in scantinati come il tuo, per poter produrre merce Made in Italy. Sei parte di una catena di lavoro che un tempo era una cosa gloriosa, ragazza mia, l'orgoglio e il vanto della nostra nazione, e oggi invece non ha più alcun senso. Ricordalo, e salvati.