Il Comitato di Lotta Barletta Provincia “non approva” l'ODG sull'Archivio di Stato provinciale
Il Sindaco Cannito faccia leva sul “Ricorso n. 4636/2017 al Consiglio di Stato”
sabato 24 dicembre 2022
11.10
La Base del Comitato, per bocca di Domenico Vischi firmatario di questa nota stampa, definisce "assolutamente controproducente" l'ODG approvato nel Consiglio Comunale di Barletta del 20 dicembre 2022, che richiede sì per Barletta l'assegnazione dell'Archivio di Stato provinciale, ma basandola su "presupposti sbagliati". Tale contrarietà è stata comunicata per iscritto al Sindaco Cannito, ed all'Avvocatura Comunale.
«Il Sindaco di Barletta faccia leva sul "Ricorso n. 4636/2017 al Consiglio di Stato" per ottenere gli Uffici dal Governo centrale, e non sugli "accordi politico-spartitori fra Sindaci". Attendiamo dal CdS l'Udienza di merito (che inspiegabilmente ancora non è fissata)». Così interviene Domenico Vischi, a margine del consiglio comunale del 20 dicembre scorso.
«Ieri 20-12-2022 si è tenuto a Barletta il Consiglio Comunale, con vari punti discussi e votati dall'Assise. L'ultimo punto in scaletta - continua Vischi - prevedeva la lettura e la votazione di un Ordine del Giorno basilare per la Città della Disfida, la quale – non smetteremo mai di ribadire – è l'unico Capoluogo della Provincia di Barletta. Detto ODG era per la rivendicazione a Barletta della Sede Provinciale dell'Archivio di Stato. Come ogni buon Barlettano sa, l'Archivio di Stato provinciale, quando verrà istituito dal Ministero dei Beni Culturali, di cui è ufficio periferico, verrà individuato "in Barletta", e precisamente nella ex Caserma Stennio, sita in Via Manfredi; palazzo di notevole pregio storico ed architettonico, che fu un Convento dei Celestini.
Il ridetto ODG è stato letto dal Sindaco Cannito dopo le ore 24,00, e, previa stringata discussione, e breve interruzione del Consiglio, è stato approvato – intorno alle ore 00,30 di mercoledì 21-12-2022 – nella forma emendata a sèguito dell'intervento del Consigliere Santa Scommegna, e del Presidente Marcello Lanotte.
Ora, un ODG che rivendica per Barletta l'Archivio di Stato provinciale sarebbe senza dubbio una cosa positiva. "Sarebbe" – il condizionale è pienamente voluto – se non fossero stati scritti nel testo dell'ODG "dettagli" imbarazzanti, ove "il diavolo" possa infilarsi e nascondersi.
Nella ri-formulazione del testo dell'ODG è infatti – del tutto incautamente – scritto che si fa discendere il diritto di Barletta ad ottenere l'Archivio di Stato provinciale (cito la sostanza e non il testo letterale, ndr) "in rispetto degli accordi conclusi nella Prefettura di Barletta ad ottobre 2021 ed a gennaio 2022, con il sindaco di Trani".
Detto in soldoni, per quell'ODG Barletta avrebbe diritto all'Archivio di Stato provinciale GRAZIE ad una gentile concessione del Sindaco di Trani che ci fa la carità.
La Base del Comitato di Lotta Barletta Provincia invita il Sindaco Cannito, e tutto il Consiglio Comunale ad avere uno scatto d'orgoglio: Barletta NON chiede l'obolo a nessuno!
E nel caso di specie, come anticipato, nelle pieghe e nei dettagli dell'ODG si nasconde "il diavolo". Ed il diavolo non fa la carità a nessuno, e quando ti accarezza "vuole l'anima". Il nostro Consiglio Comunale si è esposto inconsapevolmente ad una zampata molto dolorosa.
Fuor di metafora. Mica penserete che il Sindaco di Trani si sia mosso a compassione dei Barlettani, ed abbia messo nel nostro cappello una monetina "senza chiedere nulla in cambio"...!?
A detta dello stesso Sindaco di Trani Amedeo Bottaro – che mesi fa replicava in TV ai suoi concittadini che si lagnavano del suo consenso per l'Archivio di Stato provinciale a Barletta – "bisogna dare a Barletta la sede provinciale dell'Archivio di Stato, in cambio dell'adesione di Barletta all'assegnazione a Trani della Motorizzazione Civile".
In parole povere, ciò che Trani accorda a Barletta è una contropartita di ciò che Barletta accorda a Trani. È questa la sostanza dell'"accordo nella Prefettura di Barletta fatto tra ottobre 2021 e gennaio 2022". Ed è facile immaginare che anche Andria riceverà in base a detto accordo la sua "mancia".
Ora è tutto più chiaro! Cosa comporta dunque l'approvazione in Consiglio Comunale di quell'infausto ODG? Implica che il Consiglio Comunale ha dato il nulla osta a tutto l'accordo politico-spartitorio fra i Sindaci. Perchè non si è certo detto che approviamo solo quello che ci piace, e rigettiamo quello che non ci conviene. Al contrario di quello che ha fatto lo stesso Bottaro di Trani, che adesso rivendica per sé pure l'Archivio di Stato provinciale, che prima aveva finto di darci.
È persino superfluo dire che la Base del Comitato di Lotta Barletta Provincia manifesta la sua APERTA CONTRARIETÀ al ridetto ODG per come formulato, ed alla logica politico-spartitoria che lo sottende.
Noi siamo esclusivamente per la "Provincia di Barletta, con Capoluogo unico Barletta, tutti gli uffici a Barletta, e nessun ufficio fuori di Barletta".
Noi siamo cioè per il divieto tassativo di applicazione dei – del tutto "incostituzionali" – fantomatici criteri del "Policentrismo", della "Pari Dignità", delle "Vocazioni Territoriali", e del "Campanilismo".
Ergo, Barletta NON necessita del consenso dei Sindaci dei Comuni "gregari" della Provincia di cui Barletta solo è "IL Capoluogo": i Sindaci dei Comuni gregari – Trani, Andria e tutti gli altri – banalmente non hanno diritto di parola o di replica. Barletta ORDINA, ed essi semplicemente "eseguono", che siano d'accordo o no!
Scendere a patti coi "gregari" ne fa indirettamente dei "soci in affari". Noi siamo i "padroni", e loro sono meramente i nostri "garzoni"... Nulla al garzone è dovuto.
Tutto ciò verrà ancor di più sancito dall'esito del Ricorso al Consiglio di Stato n. 4636/2017 per ottenere "la Provincia di Barletta, con Capoluogo unico Barletta".
L'esito della Sentenza della Corte Costituzionale – che verrà adìta in via incidentale dal Consiglio di Stato rimettente, con propria Ordinanza – darà tutti gli uffici a Barletta, e cancellerà i Comuni di Andria e Trani dal Capoluogo di Provincia (per come esso capoluogo illegittimamente descritto dalla Legge 148/2004).
È questo il tono che va adoperato nelle informative che il Comune di Barletta deve inviare al Ministero dei Beni Culturali, ed alla Direzione nazionale degli Archivi di Stato. È questo che l'ODG avrebbe dovuto deliberare (ma, nella concretezza, ha fatto l'esatto opposto!). È questo il tono con cui rivolgersi al Governo centrale per ogni rivendicazione di uffici periferici dello Stato. È questo che il Sindaco di Barletta deve fare mettere a verbale di ogni "Conferenza dei Sindaci della Provincia di Barletta". È questo che Barletta deve rivendicare presso il Prefetto di Barletta.
Non possiamo fare a meno di ribadire quanto molte volte detto/scritto in merito al Ricorso.
Nulla di tutto ciò sarebbe accaduto (i gregari escono la testa dal sacco) se il Ricorso n. 4636/2017 al Consiglio di Stato non fosse stato per lunghi anni a languire senza esito, ma fosse – come dovuto – già stato posto in via incidentale alle cure della Corte Costituzionale. Cancellando Andria e Trani dal "Capoluogo di Provincia" (per come – esso Capoluogo – illegittimamente descritto nella Legge 148/2004), tutti gli esiti favorevoli a Barletta si realizzerebbero a cascata, e senza necessità di altra azione.
Se già avessimo avuto il pronunciamento della Consulta, forse oggi sarebbe in discussione la sede provinciale a Barletta dell'Archivio di Stato? Forse oggi Trani "si tirerebbe la calzetta" pretendendola insieme alla Motorizzazione Civile??
Forse il Governo nazionale manterrebbe "in Andria" la Questura se quel Comune smettesse di essere Capoluogo? No ovviamente! In quel fabbricato lascerebbe i poliziotti, ma l'insegna "Questura" sulla facciata sarebbe rimossa, e sostituita con "Commissariato di PS".
Idem per il nuovo Ospedale "in Andria". A che titolo potrebbe giustificarsi quello spreco di denaro pubblico per un Comune "non più Capoluogo"?
Inviare il "Ricorso n. 4636/2017 al Consiglio di Stato" alla Corte Costituzionale, ed ivi vincere, significa risolvere in un colpo solo TUTTI i problemi politico-istituzionali di Barletta. Oggi paghiamo il peccato dell'essere restati per anni a tergiversare.
La "pietra filosofale" per Barletta è dunque il Ricorso n. 4636/2017 pendente dinanzi alla V sez. del Consiglio di Stato, inoltrato dal Comune di Barletta.
Dal 23-06-2017 pende dinanzi al Consiglio di Stato, V Sez., il suddetto RICORSO (Appello avverso Sentenza del TAR-Ba), NRG 201704636, inoltrato dal Comune di Barletta. Ricorso finalizzato a far dichiarare l'illegittimità dello Statuto Provinciale e della scelta della Sede Legale della Provincia di BT, nonché la dichiarazione di incostituzionalità di parti della Legge 148/2004.
Trattasi del giudizio di secondo grado pendente dinanzi al Consiglio di Stato, teso ad ottenere "definitivamente" la SEDE LEGALE provinciale al CAPOLUOGO UNICO Barletta. Sede Legale assegnata provvisoriamente – ed in sfregio della Costituzione – dallo Statuto provinciale al Comune di Andria, per macchinazioni politiche.
Basterebbe citare l'Art. 133 della Costituzione, ed il Parere del Consiglio di Stato n. 716/1992 reso dalla I sez. per "demolire quella scelta politicamente scellerata e giuridicamente illegittima". Tutte le Delibere Comunali e Regionali, propedeutiche all'Istituzione della Provincia di Barletta investono Barletta e solo Barletta del titolo di CAPOLUOGO della Provincia: nulla di ciò possono vantare Andria e Trani. Nè possono contendere a Barletta la sua Prefettura-UTG, ed il ruolo di "capofila" della Provincia di Barletta! E di certo nulla possono esibire Andria e Trani per quanto attiene alla c.d. "democrazia diretta". Alcuni attivisti della Base – fra cui chi scrive – sono co-protagonisti e co-promotori, insieme ad altri barlettani, di una iniziativa popolare, annunciata pro tempore in Gazzetta Ufficiale, che ha portato alla raccolta di 30.000 (trentamila) firme di cittadini italiani, su una proposta di Legge – poi depositata alla Camera dei Deputati nella XVII Legislatura come Petizione Popolare n. 361, ai sensi dell'Articolo 50 della Costituzione – per ottenere la "Sede Legale Provinciale al CAPOLUOGO BARLETTA".
Con la pronuncia incidentale della Corte Costituzionale (esito del Ricorso n. 4636/2017 al CdS) si otterrebbe – e definitivamente – la Provincia per cui si sono battuti i nostri Padri:
la PROVINCIA DI BARLETTA, con Capoluogo Unico BARLETTA, tutti gli Uffici a BARLETTA, e nessun Ufficio fuori di BARLETTA.
Il CdS nell'esaminare quel Ricorso "non dovrà portarlo a Sentenza"; una Sentenza del Giudice amministrativo, pur favorevole a Barletta, non otterrebbe alcun apprezzabile e definitivo risultato, poiché uno Statuto illegittimo può essere sostituito da un nuovo statuto, altrettanto illegittimo. Il problema dei problemi insiste nella stessa Legge n. 148/2004 istitutiva della "Provincia di Barletta-Andria-Trani". La Legge 148/2004 infatti è affetta da incostituzionalità, in quelle disposizioni che propongono "il capoluogo uno e trino", e "la Sede Legale da stabilirsi nello Statuto". È una legge sbagliata, che va "ripulita"!
Cosa deve fare il CdS perchè Barletta ottenga il risultato che desidera, e non un palliativo? Deve emettere una "Ordinanza di Rimessione alla Corte Costituzionale". I Giudici della Consulta sono gli unici abilitati a dichiarare l'incostituzionalità di una Legge (o parte di essa) – quindi, nel nostro caso, a rimuovere quei due vulnus di cui la Legge 148/2004 è portatrice.
Cogliamo l'occasione della presente Nota per porre una domanda al Sindaco di Barletta, Cosimo Cannito, in uno ai Dirigenti dell'Avvocatura Comunale, sullo specifico punto del Ricorso n. 4636/2017 al CdS.
In data 14 settembre 2022 – e la Base del Comitato ne ha dato pubblicamente merito a Cannito, al suo Staff, ed all'Avvocatura comunale – risultava finalmente depositata al CdS la nuova Istanza di fissazione dell'udienza, ex Art. 82 C.P.A.. E non vi è dubbio che l'Istanza inoltrata ex Art. 82 C.P.A. abbia avuto altresì l'esito presso la Presidenza del CdS di una Istanza di Prelievo.
Tuttavia non riusciamo a capacitarci di come a distanza di oltre tre mesi dall'Istanza, il Consiglio di Stato non abbia ancora ad oggi fissato la data dell'Udienza di merito; il che è riscontrabile sul portale "Giustizia Amministrativa". Pertanto chiediamo al Sindaco Cannito ed all'Avvocatura Comunale di interessarsi presso chi di dovere, affinchè l'Udienza di merito sia finalmente calendarizzata dal CdS».
«Il Sindaco di Barletta faccia leva sul "Ricorso n. 4636/2017 al Consiglio di Stato" per ottenere gli Uffici dal Governo centrale, e non sugli "accordi politico-spartitori fra Sindaci". Attendiamo dal CdS l'Udienza di merito (che inspiegabilmente ancora non è fissata)». Così interviene Domenico Vischi, a margine del consiglio comunale del 20 dicembre scorso.
«Ieri 20-12-2022 si è tenuto a Barletta il Consiglio Comunale, con vari punti discussi e votati dall'Assise. L'ultimo punto in scaletta - continua Vischi - prevedeva la lettura e la votazione di un Ordine del Giorno basilare per la Città della Disfida, la quale – non smetteremo mai di ribadire – è l'unico Capoluogo della Provincia di Barletta. Detto ODG era per la rivendicazione a Barletta della Sede Provinciale dell'Archivio di Stato. Come ogni buon Barlettano sa, l'Archivio di Stato provinciale, quando verrà istituito dal Ministero dei Beni Culturali, di cui è ufficio periferico, verrà individuato "in Barletta", e precisamente nella ex Caserma Stennio, sita in Via Manfredi; palazzo di notevole pregio storico ed architettonico, che fu un Convento dei Celestini.
Il ridetto ODG è stato letto dal Sindaco Cannito dopo le ore 24,00, e, previa stringata discussione, e breve interruzione del Consiglio, è stato approvato – intorno alle ore 00,30 di mercoledì 21-12-2022 – nella forma emendata a sèguito dell'intervento del Consigliere Santa Scommegna, e del Presidente Marcello Lanotte.
Ora, un ODG che rivendica per Barletta l'Archivio di Stato provinciale sarebbe senza dubbio una cosa positiva. "Sarebbe" – il condizionale è pienamente voluto – se non fossero stati scritti nel testo dell'ODG "dettagli" imbarazzanti, ove "il diavolo" possa infilarsi e nascondersi.
Nella ri-formulazione del testo dell'ODG è infatti – del tutto incautamente – scritto che si fa discendere il diritto di Barletta ad ottenere l'Archivio di Stato provinciale (cito la sostanza e non il testo letterale, ndr) "in rispetto degli accordi conclusi nella Prefettura di Barletta ad ottobre 2021 ed a gennaio 2022, con il sindaco di Trani".
Detto in soldoni, per quell'ODG Barletta avrebbe diritto all'Archivio di Stato provinciale GRAZIE ad una gentile concessione del Sindaco di Trani che ci fa la carità.
La Base del Comitato di Lotta Barletta Provincia invita il Sindaco Cannito, e tutto il Consiglio Comunale ad avere uno scatto d'orgoglio: Barletta NON chiede l'obolo a nessuno!
E nel caso di specie, come anticipato, nelle pieghe e nei dettagli dell'ODG si nasconde "il diavolo". Ed il diavolo non fa la carità a nessuno, e quando ti accarezza "vuole l'anima". Il nostro Consiglio Comunale si è esposto inconsapevolmente ad una zampata molto dolorosa.
Fuor di metafora. Mica penserete che il Sindaco di Trani si sia mosso a compassione dei Barlettani, ed abbia messo nel nostro cappello una monetina "senza chiedere nulla in cambio"...!?
A detta dello stesso Sindaco di Trani Amedeo Bottaro – che mesi fa replicava in TV ai suoi concittadini che si lagnavano del suo consenso per l'Archivio di Stato provinciale a Barletta – "bisogna dare a Barletta la sede provinciale dell'Archivio di Stato, in cambio dell'adesione di Barletta all'assegnazione a Trani della Motorizzazione Civile".
In parole povere, ciò che Trani accorda a Barletta è una contropartita di ciò che Barletta accorda a Trani. È questa la sostanza dell'"accordo nella Prefettura di Barletta fatto tra ottobre 2021 e gennaio 2022". Ed è facile immaginare che anche Andria riceverà in base a detto accordo la sua "mancia".
Ora è tutto più chiaro! Cosa comporta dunque l'approvazione in Consiglio Comunale di quell'infausto ODG? Implica che il Consiglio Comunale ha dato il nulla osta a tutto l'accordo politico-spartitorio fra i Sindaci. Perchè non si è certo detto che approviamo solo quello che ci piace, e rigettiamo quello che non ci conviene. Al contrario di quello che ha fatto lo stesso Bottaro di Trani, che adesso rivendica per sé pure l'Archivio di Stato provinciale, che prima aveva finto di darci.
È persino superfluo dire che la Base del Comitato di Lotta Barletta Provincia manifesta la sua APERTA CONTRARIETÀ al ridetto ODG per come formulato, ed alla logica politico-spartitoria che lo sottende.
Noi siamo esclusivamente per la "Provincia di Barletta, con Capoluogo unico Barletta, tutti gli uffici a Barletta, e nessun ufficio fuori di Barletta".
Noi siamo cioè per il divieto tassativo di applicazione dei – del tutto "incostituzionali" – fantomatici criteri del "Policentrismo", della "Pari Dignità", delle "Vocazioni Territoriali", e del "Campanilismo".
Ergo, Barletta NON necessita del consenso dei Sindaci dei Comuni "gregari" della Provincia di cui Barletta solo è "IL Capoluogo": i Sindaci dei Comuni gregari – Trani, Andria e tutti gli altri – banalmente non hanno diritto di parola o di replica. Barletta ORDINA, ed essi semplicemente "eseguono", che siano d'accordo o no!
Scendere a patti coi "gregari" ne fa indirettamente dei "soci in affari". Noi siamo i "padroni", e loro sono meramente i nostri "garzoni"... Nulla al garzone è dovuto.
Tutto ciò verrà ancor di più sancito dall'esito del Ricorso al Consiglio di Stato n. 4636/2017 per ottenere "la Provincia di Barletta, con Capoluogo unico Barletta".
L'esito della Sentenza della Corte Costituzionale – che verrà adìta in via incidentale dal Consiglio di Stato rimettente, con propria Ordinanza – darà tutti gli uffici a Barletta, e cancellerà i Comuni di Andria e Trani dal Capoluogo di Provincia (per come esso capoluogo illegittimamente descritto dalla Legge 148/2004).
È questo il tono che va adoperato nelle informative che il Comune di Barletta deve inviare al Ministero dei Beni Culturali, ed alla Direzione nazionale degli Archivi di Stato. È questo che l'ODG avrebbe dovuto deliberare (ma, nella concretezza, ha fatto l'esatto opposto!). È questo il tono con cui rivolgersi al Governo centrale per ogni rivendicazione di uffici periferici dello Stato. È questo che il Sindaco di Barletta deve fare mettere a verbale di ogni "Conferenza dei Sindaci della Provincia di Barletta". È questo che Barletta deve rivendicare presso il Prefetto di Barletta.
Non possiamo fare a meno di ribadire quanto molte volte detto/scritto in merito al Ricorso.
Nulla di tutto ciò sarebbe accaduto (i gregari escono la testa dal sacco) se il Ricorso n. 4636/2017 al Consiglio di Stato non fosse stato per lunghi anni a languire senza esito, ma fosse – come dovuto – già stato posto in via incidentale alle cure della Corte Costituzionale. Cancellando Andria e Trani dal "Capoluogo di Provincia" (per come – esso Capoluogo – illegittimamente descritto nella Legge 148/2004), tutti gli esiti favorevoli a Barletta si realizzerebbero a cascata, e senza necessità di altra azione.
Se già avessimo avuto il pronunciamento della Consulta, forse oggi sarebbe in discussione la sede provinciale a Barletta dell'Archivio di Stato? Forse oggi Trani "si tirerebbe la calzetta" pretendendola insieme alla Motorizzazione Civile??
Forse il Governo nazionale manterrebbe "in Andria" la Questura se quel Comune smettesse di essere Capoluogo? No ovviamente! In quel fabbricato lascerebbe i poliziotti, ma l'insegna "Questura" sulla facciata sarebbe rimossa, e sostituita con "Commissariato di PS".
Idem per il nuovo Ospedale "in Andria". A che titolo potrebbe giustificarsi quello spreco di denaro pubblico per un Comune "non più Capoluogo"?
Inviare il "Ricorso n. 4636/2017 al Consiglio di Stato" alla Corte Costituzionale, ed ivi vincere, significa risolvere in un colpo solo TUTTI i problemi politico-istituzionali di Barletta. Oggi paghiamo il peccato dell'essere restati per anni a tergiversare.
La "pietra filosofale" per Barletta è dunque il Ricorso n. 4636/2017 pendente dinanzi alla V sez. del Consiglio di Stato, inoltrato dal Comune di Barletta.
Dal 23-06-2017 pende dinanzi al Consiglio di Stato, V Sez., il suddetto RICORSO (Appello avverso Sentenza del TAR-Ba), NRG 201704636, inoltrato dal Comune di Barletta. Ricorso finalizzato a far dichiarare l'illegittimità dello Statuto Provinciale e della scelta della Sede Legale della Provincia di BT, nonché la dichiarazione di incostituzionalità di parti della Legge 148/2004.
Trattasi del giudizio di secondo grado pendente dinanzi al Consiglio di Stato, teso ad ottenere "definitivamente" la SEDE LEGALE provinciale al CAPOLUOGO UNICO Barletta. Sede Legale assegnata provvisoriamente – ed in sfregio della Costituzione – dallo Statuto provinciale al Comune di Andria, per macchinazioni politiche.
Basterebbe citare l'Art. 133 della Costituzione, ed il Parere del Consiglio di Stato n. 716/1992 reso dalla I sez. per "demolire quella scelta politicamente scellerata e giuridicamente illegittima". Tutte le Delibere Comunali e Regionali, propedeutiche all'Istituzione della Provincia di Barletta investono Barletta e solo Barletta del titolo di CAPOLUOGO della Provincia: nulla di ciò possono vantare Andria e Trani. Nè possono contendere a Barletta la sua Prefettura-UTG, ed il ruolo di "capofila" della Provincia di Barletta! E di certo nulla possono esibire Andria e Trani per quanto attiene alla c.d. "democrazia diretta". Alcuni attivisti della Base – fra cui chi scrive – sono co-protagonisti e co-promotori, insieme ad altri barlettani, di una iniziativa popolare, annunciata pro tempore in Gazzetta Ufficiale, che ha portato alla raccolta di 30.000 (trentamila) firme di cittadini italiani, su una proposta di Legge – poi depositata alla Camera dei Deputati nella XVII Legislatura come Petizione Popolare n. 361, ai sensi dell'Articolo 50 della Costituzione – per ottenere la "Sede Legale Provinciale al CAPOLUOGO BARLETTA".
Con la pronuncia incidentale della Corte Costituzionale (esito del Ricorso n. 4636/2017 al CdS) si otterrebbe – e definitivamente – la Provincia per cui si sono battuti i nostri Padri:
la PROVINCIA DI BARLETTA, con Capoluogo Unico BARLETTA, tutti gli Uffici a BARLETTA, e nessun Ufficio fuori di BARLETTA.
Il CdS nell'esaminare quel Ricorso "non dovrà portarlo a Sentenza"; una Sentenza del Giudice amministrativo, pur favorevole a Barletta, non otterrebbe alcun apprezzabile e definitivo risultato, poiché uno Statuto illegittimo può essere sostituito da un nuovo statuto, altrettanto illegittimo. Il problema dei problemi insiste nella stessa Legge n. 148/2004 istitutiva della "Provincia di Barletta-Andria-Trani". La Legge 148/2004 infatti è affetta da incostituzionalità, in quelle disposizioni che propongono "il capoluogo uno e trino", e "la Sede Legale da stabilirsi nello Statuto". È una legge sbagliata, che va "ripulita"!
Cosa deve fare il CdS perchè Barletta ottenga il risultato che desidera, e non un palliativo? Deve emettere una "Ordinanza di Rimessione alla Corte Costituzionale". I Giudici della Consulta sono gli unici abilitati a dichiarare l'incostituzionalità di una Legge (o parte di essa) – quindi, nel nostro caso, a rimuovere quei due vulnus di cui la Legge 148/2004 è portatrice.
Cogliamo l'occasione della presente Nota per porre una domanda al Sindaco di Barletta, Cosimo Cannito, in uno ai Dirigenti dell'Avvocatura Comunale, sullo specifico punto del Ricorso n. 4636/2017 al CdS.
In data 14 settembre 2022 – e la Base del Comitato ne ha dato pubblicamente merito a Cannito, al suo Staff, ed all'Avvocatura comunale – risultava finalmente depositata al CdS la nuova Istanza di fissazione dell'udienza, ex Art. 82 C.P.A.. E non vi è dubbio che l'Istanza inoltrata ex Art. 82 C.P.A. abbia avuto altresì l'esito presso la Presidenza del CdS di una Istanza di Prelievo.
Tuttavia non riusciamo a capacitarci di come a distanza di oltre tre mesi dall'Istanza, il Consiglio di Stato non abbia ancora ad oggi fissato la data dell'Udienza di merito; il che è riscontrabile sul portale "Giustizia Amministrativa". Pertanto chiediamo al Sindaco Cannito ed all'Avvocatura Comunale di interessarsi presso chi di dovere, affinchè l'Udienza di merito sia finalmente calendarizzata dal CdS».