Il centrodestra insorge mentre l’amministrazione di Barletta è pronta ad un nuovo assetto
Stella Mele parla di amministrazione “trasformista”. Il sindaco Cannito: «Probabilmente sarà rivisitato tutto l’assetto assessorile»
venerdì 7 agosto 2020
07.30
In serata l'attribuzione di una maxi delega in aggiunta alla poltrona di vicesindaco all'assessore Gennaro Cefola. La mattina seguente, invece, la rinuncia di quelle ricoperte dal predecessore Marcello Lanotte. Per un «ripensamento» dice Cefola. Perché gli è stato chiesto dal suo gruppo di riferimento e perché l'assegnazione avrebbe pregiudicato anche l'altra componente del centrodestra, dicono gli altri.
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Deleghe che sono tornate così nelle mani del sindaco Cannito insieme a quelle revocate a giugno all'ex assessore Michele Lasala. Anche queste ultime in procinto di essere affidate ad un esponente della Giunta. Sarebbe stata ad un passo dalla firma, infatti, l'attribuzione delle stesse a Ruggiero Passero. Un decreto che, probabilmente, il sindaco avrebbe firmato se solo non fosse intervenuta l'insurrezione del centrodestra barlettano che attende, invece, un'assegnazione delle deleghe di Lanotte e Lasala e non una loro ridistribuzione.
Sono state ore intense quelle che hanno fatto seguito al Consiglio comunale di martedì scorso, terminate solo ieri, quando l'assise cittadina è tornata a riunirsi, in seconda convocazione, non riuscendo però ad approvare l'immediata esecutività dei debiti fuori bilancio per mancanza dei numeri necessari. È stata ritirata, invece, la delibera a firma dell'ex assessore Marcello Lanotte avente ad oggetto un programma per il "rilancio dell'economia cittadina".
Assenti il consigliere della Lega Flavio Basile, che in prima convocazione aveva contribuito a garantire il numero legale, i consiglieri comunali di Coalizione civica e del Partito Democratico, ad eccezione della consigliera Rosa Cascella (astenutasi dalla votazione, insieme al gruppo del Movimento 5 Stelle) e parte della maggioranza. Tra i banchi vuoti anche quello di Stella Mele che, dopo aver chiesto al sindaco chiarimenti sull'azione amministrativa delle ultime ore, ha scelto di non partecipare al voto.
Sono ancora una volta i numeri a parlare, confermando l'oggettiva precarietà dell'amministrazione. Numeri che rendono difficile comprendere perché il sindaco Cannito abbia tentato di ridefinire ad agosto, seppur parzialmente, gli assetti del suo esecutivo.
Le pressioni di parte del centrodestra ad una maggiore rappresentatività in Giunta ci sono sempre state e per quanto sarebbe stato gravoso per il primo cittadino occuparsi delle deleghe inizialmente attribuite a due distinti assessori, di certo la difficoltà dell'impegno non si sarebbe manifestata ad agosto. Forse, invece, l'eccesso di zelo alimentato dall'aver schivato il commissariamento con l'approvazione del rendiconto dell'esercizio finanziario 2019 ha indotto il sindaco, ingenuamente, a credere che il peggio fosse passato.
Così, si è stati sul punto di anticipare una ridefinizione degli incarichi che, invece, sarebbe dovuta avvenire all'indomani delle elezioni regionali. E che di fatto avverrà proprio a settembre. Se non con un azzeramento dell'esecutivo, almeno con una più equa distribuzione di deleghe tra tutte le liste della coalizione.
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Deleghe che sono tornate così nelle mani del sindaco Cannito insieme a quelle revocate a giugno all'ex assessore Michele Lasala. Anche queste ultime in procinto di essere affidate ad un esponente della Giunta. Sarebbe stata ad un passo dalla firma, infatti, l'attribuzione delle stesse a Ruggiero Passero. Un decreto che, probabilmente, il sindaco avrebbe firmato se solo non fosse intervenuta l'insurrezione del centrodestra barlettano che attende, invece, un'assegnazione delle deleghe di Lanotte e Lasala e non una loro ridistribuzione.
Sono state ore intense quelle che hanno fatto seguito al Consiglio comunale di martedì scorso, terminate solo ieri, quando l'assise cittadina è tornata a riunirsi, in seconda convocazione, non riuscendo però ad approvare l'immediata esecutività dei debiti fuori bilancio per mancanza dei numeri necessari. È stata ritirata, invece, la delibera a firma dell'ex assessore Marcello Lanotte avente ad oggetto un programma per il "rilancio dell'economia cittadina".
Assenti il consigliere della Lega Flavio Basile, che in prima convocazione aveva contribuito a garantire il numero legale, i consiglieri comunali di Coalizione civica e del Partito Democratico, ad eccezione della consigliera Rosa Cascella (astenutasi dalla votazione, insieme al gruppo del Movimento 5 Stelle) e parte della maggioranza. Tra i banchi vuoti anche quello di Stella Mele che, dopo aver chiesto al sindaco chiarimenti sull'azione amministrativa delle ultime ore, ha scelto di non partecipare al voto.
Sono ancora una volta i numeri a parlare, confermando l'oggettiva precarietà dell'amministrazione. Numeri che rendono difficile comprendere perché il sindaco Cannito abbia tentato di ridefinire ad agosto, seppur parzialmente, gli assetti del suo esecutivo.
Le pressioni di parte del centrodestra ad una maggiore rappresentatività in Giunta ci sono sempre state e per quanto sarebbe stato gravoso per il primo cittadino occuparsi delle deleghe inizialmente attribuite a due distinti assessori, di certo la difficoltà dell'impegno non si sarebbe manifestata ad agosto. Forse, invece, l'eccesso di zelo alimentato dall'aver schivato il commissariamento con l'approvazione del rendiconto dell'esercizio finanziario 2019 ha indotto il sindaco, ingenuamente, a credere che il peggio fosse passato.
Così, si è stati sul punto di anticipare una ridefinizione degli incarichi che, invece, sarebbe dovuta avvenire all'indomani delle elezioni regionali. E che di fatto avverrà proprio a settembre. Se non con un azzeramento dell'esecutivo, almeno con una più equa distribuzione di deleghe tra tutte le liste della coalizione.