«Il Bla Bla ha fatto sognare tanti giovani»
Barletta ballava al ritmo della disco-music
lunedì 31 marzo 2014
15.10
«Il mio sogno era realizzare una discoteca a Barletta». Con queste parole, inizia l'intervista a Nicola Orofino, uno dei soci fondatori della discoteca "Bla Bla", che assieme ai soci Giuseppe Miani, Franco Daddato, Giuseppe Damato, diedero vita al loro sogno. Il "Bla Bla" è rimasto nella memoria di tanti giovani degli anni '70 e '80, che ballarono al ritmo della migliore disco music di importazione. In quegli anni, con l'esplosione della disco music, anche a Barletta sorsero discoteche dai nomi fantasiosi, per soddisfare la voglia di ballare dei giovani. Il "Bla Bla" si trovava in via Rizzitelli, 88 (angolo via Risorgimento), aveva una capienza massima di 500 persone. In origine, il locale si chiamava "Gixi", fu rilevato da un gruppo di ragazzi, tra cui Nicola Orofino, che intervistiamo nel suo bar.
Perché chiamaste la discoteca "Bla Bla"?
«Tutto nacque da una notte di chiacchiere con Giuseppe Miani, Franco Daddato, Giuseppe Damato, Paky Mele ed Enzo Delvy. La notte era trascorsa, alla ricerca di un nome adatto, alla fine, io dissi:"Abbiamo trascorso la notte a chiacchierare, bla…bla…bla!". A quel punto, uno dei soci esclamò:"La chiameremo Bla Bla!"».
Quando fu inaugurata la discoteca? Che tipo di clientela avevate?
«Inaugurammo il Bla Bla a metà settembre del 1975, io avevo venti anni, avevo già alle spalle la gestione del bar "Savoia". I clienti del "Bla Bla" erano giovani, provenienti da Barletta e dai paesi limitrofi, ma non mancavano giovani baresi e foggiani. Il passaparola fu la pubblicità decisiva».
Quanti dj sono passati dal Bla Bla?
«Ne sono passati tanti, ma l'unico rimasto nella memoria collettiva, è stato Paky Mele. Ciò che Paky ha dato, in termini musicali, non poteva darlo nessun dj, in Italia. Il pubblico ne fu testimone, sulla pista da ballo».
Quali erano i momenti più belli, durante le serate al Bla Bla?
«L'apertura della serata, quando la gente si scatenava, tanto che alcuni, ballando, sbattevano contro il muro senza accorgersene, rapiti dalla musica. La musica di Paky Mele faceva urlare le ragazze. La vera musica fa questo effetto. Poi, alla chiusura della serata, con la pista da ballo ormai deserta, restavamo io, i miei soci e Paky, che metteva l'ultimo brano. Tra questi brani "lenti", ricordo "Buonanotte fiorellino", di De Gregori».
Negli anni '70, a che ora finivano le serate in discoteca?
«Il sabato sera, la musica finiva verso l'una di notte, la domenica verso 22.30».
Gestire una discoteca comportava investimenti costanti?
«Si, non era facile rinnovare il locale, noi lo rinnovavamo ogni tre anni, a cominciare dalla pista da ballo. Però, era bello investire denaro per l'arredamento, le attrezzature e l'offerta musicale, di prima qualità. Senza investimenti finanziari, il denaro non ritorna».
Qual' è stata una bella soddisfazione?
«Fu organizzata una festa per un "riccone" di Barletta. Sembrava ci dovesse coprire di milioni (di lire); alla fine ci fece pena, e non gli facemmo pagare nulla».
Quando fu chiuso il Bla Bla?
«Nel 1990, a malincuore, lo cedemmo ad un acquirente, che non seppe rinnovarlo e gestirlo, per poi chiuderlo definitivamente.Volevo creare qualcosa di più grande, presso l'Ippocampo. Ci riuscii, ma solo per un'estate, portando il dj Tony Mc Kenzie, molto famoso, a quel tempo. Eppure, nemmeno lui riuscì a superare Paky Mele, che tornò in consolle all'Ippocampo».
Cosa le è dispiaciuto?
«Mi è dispiaciuto che non ci sia stato un ricambio generazionale, tra i giovani che frequentavano le discoteche; questo distrusse il Bla Bla e tanti altri locali. Tutto è cambiato in peggio. A quel tempo, c'era molta attenzione per la musica, la gente andava in discoteca per ascoltare e ballare le novità musicali, che proponeva solo il Bla Bla e poche altre discoteche italiane, mica per sballarsi con alcool e droghe. Quella stessa grande musica, si ascolta ancora oggi».
Perché il Bla Bla è nei ricordi di tante persone?
«Abbiamo fatto sognare tanti giovani, ma anche meno giovani, con serate eccezionali, ideate in base stimoli personali. Se un'idea ci piaceva, la mettevamo in pratica. Il Bla Bla ha lasciato il segno in tanti, e nel mio cuore. Ogni sabato sera era una gioia».
Perché chiamaste la discoteca "Bla Bla"?
«Tutto nacque da una notte di chiacchiere con Giuseppe Miani, Franco Daddato, Giuseppe Damato, Paky Mele ed Enzo Delvy. La notte era trascorsa, alla ricerca di un nome adatto, alla fine, io dissi:"Abbiamo trascorso la notte a chiacchierare, bla…bla…bla!". A quel punto, uno dei soci esclamò:"La chiameremo Bla Bla!"».
Quando fu inaugurata la discoteca? Che tipo di clientela avevate?
«Inaugurammo il Bla Bla a metà settembre del 1975, io avevo venti anni, avevo già alle spalle la gestione del bar "Savoia". I clienti del "Bla Bla" erano giovani, provenienti da Barletta e dai paesi limitrofi, ma non mancavano giovani baresi e foggiani. Il passaparola fu la pubblicità decisiva».
Quanti dj sono passati dal Bla Bla?
«Ne sono passati tanti, ma l'unico rimasto nella memoria collettiva, è stato Paky Mele. Ciò che Paky ha dato, in termini musicali, non poteva darlo nessun dj, in Italia. Il pubblico ne fu testimone, sulla pista da ballo».
Quali erano i momenti più belli, durante le serate al Bla Bla?
«L'apertura della serata, quando la gente si scatenava, tanto che alcuni, ballando, sbattevano contro il muro senza accorgersene, rapiti dalla musica. La musica di Paky Mele faceva urlare le ragazze. La vera musica fa questo effetto. Poi, alla chiusura della serata, con la pista da ballo ormai deserta, restavamo io, i miei soci e Paky, che metteva l'ultimo brano. Tra questi brani "lenti", ricordo "Buonanotte fiorellino", di De Gregori».
Negli anni '70, a che ora finivano le serate in discoteca?
«Il sabato sera, la musica finiva verso l'una di notte, la domenica verso 22.30».
Gestire una discoteca comportava investimenti costanti?
«Si, non era facile rinnovare il locale, noi lo rinnovavamo ogni tre anni, a cominciare dalla pista da ballo. Però, era bello investire denaro per l'arredamento, le attrezzature e l'offerta musicale, di prima qualità. Senza investimenti finanziari, il denaro non ritorna».
Qual' è stata una bella soddisfazione?
«Fu organizzata una festa per un "riccone" di Barletta. Sembrava ci dovesse coprire di milioni (di lire); alla fine ci fece pena, e non gli facemmo pagare nulla».
Quando fu chiuso il Bla Bla?
«Nel 1990, a malincuore, lo cedemmo ad un acquirente, che non seppe rinnovarlo e gestirlo, per poi chiuderlo definitivamente.Volevo creare qualcosa di più grande, presso l'Ippocampo. Ci riuscii, ma solo per un'estate, portando il dj Tony Mc Kenzie, molto famoso, a quel tempo. Eppure, nemmeno lui riuscì a superare Paky Mele, che tornò in consolle all'Ippocampo».
Cosa le è dispiaciuto?
«Mi è dispiaciuto che non ci sia stato un ricambio generazionale, tra i giovani che frequentavano le discoteche; questo distrusse il Bla Bla e tanti altri locali. Tutto è cambiato in peggio. A quel tempo, c'era molta attenzione per la musica, la gente andava in discoteca per ascoltare e ballare le novità musicali, che proponeva solo il Bla Bla e poche altre discoteche italiane, mica per sballarsi con alcool e droghe. Quella stessa grande musica, si ascolta ancora oggi».
Perché il Bla Bla è nei ricordi di tante persone?
«Abbiamo fatto sognare tanti giovani, ma anche meno giovani, con serate eccezionali, ideate in base stimoli personali. Se un'idea ci piaceva, la mettevamo in pratica. Il Bla Bla ha lasciato il segno in tanti, e nel mio cuore. Ogni sabato sera era una gioia».
Discoteche presenti a Barletta tra gli anni '70 e '80:
Bla Bla (via Rizzitelli, 88)
New York New York (corso Garibaldi, 9)
Cheznous (via Cialdini,8)
L'Occhio (piazza Castello, 29)
Chic Dance (via della Repubblica)
Casanova (via Madonna degli Angeli, 51)
La Tartaruga (litoranea Pietro Mennea)
Bla Bla (via Rizzitelli, 88)
New York New York (corso Garibaldi, 9)
Cheznous (via Cialdini,8)
L'Occhio (piazza Castello, 29)
Chic Dance (via della Repubblica)
Casanova (via Madonna degli Angeli, 51)
La Tartaruga (litoranea Pietro Mennea)