I cittadini pugliesi si mobilitano contro l’aumento dei costi della politica
Nasce il Comitato in difesa dello Statuto, già 1.500 adesioni su Facebook
mercoledì 21 aprile 2010
No a 78 consiglieri regionale, sì a 70. Anzi sarebbe meglio ridurli a 50 "così come nel corso dell'ultima campagna elettorale è stato promesso".
Così i cittadini pugliesi si mobilitano contro l'aumento dei costi della politica e si organizzano in un Comitato per la difesa dello Statuto regionale. Obiettivo: raccogliere firme, oltre alle 1.500 adesioni già registrate sulla pagina di Facebook. Per questo saranno organizzati banchetti e gazebo nelle diverse città pugliesi per denunciare, alla Corte d'Appello di Bari nella sua funzione di Ufficio centrale regionale «l'illegittimità costituzionale delle norme per l'elezione del consiglio regionale della regione Puglia, limitatamente all'attribuzione dei premi di maggioranza». La presentazione alla stampa del neonato Comitato è stata promossa dal consigliere regionale Tommy Attanasio e ha visto la partecipazione dei primi due cittadini fondatori dello stesso comitato, Giuseppe Ciracì e Salvatore Tatarella e dei rappresentanti legali Giuseppe Mariani e Francesco Paolo Bello.
«È pacifico che vi sia una violazione dello Statuto – ha affermato Tatarella – perché essendo approvato con la maggioranza assoluta dei componenti il Consiglio ed essendo anche previste due deliberazioni successive distanziate ad almeno due mesi l'una dall'altra, lo Statuto costituisce inequivocabilmente una fonte normativa sovraordinata rispetto alla semplice legge regionale. In realtà avrebbero dovuto forse fare una revisione della Carta statutaria che in questi cinque anni qualcuno si è dimenticato di fare».
La contraddizione dunque apparirebbe evidente tra lo Statuto che stabilisce a 70 il numero dei consiglieri regionali e la legge elettorale regionale, la cosiddetta legge Fitto, che invece, per garantire la governabilità al Presidente eletto, stabilisce in 60 e 40 la percentuale dei consiglieri. «Una legge - per i fondatori del Comitato – incostituzionale nella parte in cui, violando l'art.123 della Costituzione, consente la modifica della forma di Governo riservata allo Statuto regionale, rendendo flessibile il numero dei consiglieri regionali». Ora l'ultima parola spetta alla Corte d'Appello che dovrà decidere in merito.
Il Comitato chiede naturalmente di riconoscere lo Statuto quale legge fondamentale, altrimenti chiede di sospendere la proclamazione degli 8 consiglieri in più (la governabilità) e di sollevare una questione di legittimità costituzionale davanti alla Corte Costituzionale.
L'altra faccia della medaglia poi, per Tatarella, è rappresentata dall'aumento dei costi della politica. Conti alla mano, 8 consiglieri regionali in più costerebbero per cinque anni oltre un milione di euro. «Il costo base di un consigliere regionale senza incarichi è di oltre 16mila euro lordi al mese – ha detto Tatarella - a ciò si deve aggiungere l'indennità di fine mandato di 129mila euro e il diritto alla pensione, maturato dopo cinque anni di legislatura, di 4.900 euro al mese (al compimento del 60esimo anno di età). Cifre che oggi la Regione Puglia non può permettersi. Non ci sono nel bilancio. E poi occorre rispettare la volontà degli elettori che comunque hanno dato la maggioranza assoluta a Palese e alla Poli mentre hanno dato a Vendola solo la maggioranza relativa». Insomma, per il Comitato e per Tatarella, il premio di maggioranza previsto dalla legge elettorale basta e avanza.
Così i cittadini pugliesi si mobilitano contro l'aumento dei costi della politica e si organizzano in un Comitato per la difesa dello Statuto regionale. Obiettivo: raccogliere firme, oltre alle 1.500 adesioni già registrate sulla pagina di Facebook. Per questo saranno organizzati banchetti e gazebo nelle diverse città pugliesi per denunciare, alla Corte d'Appello di Bari nella sua funzione di Ufficio centrale regionale «l'illegittimità costituzionale delle norme per l'elezione del consiglio regionale della regione Puglia, limitatamente all'attribuzione dei premi di maggioranza». La presentazione alla stampa del neonato Comitato è stata promossa dal consigliere regionale Tommy Attanasio e ha visto la partecipazione dei primi due cittadini fondatori dello stesso comitato, Giuseppe Ciracì e Salvatore Tatarella e dei rappresentanti legali Giuseppe Mariani e Francesco Paolo Bello.
«È pacifico che vi sia una violazione dello Statuto – ha affermato Tatarella – perché essendo approvato con la maggioranza assoluta dei componenti il Consiglio ed essendo anche previste due deliberazioni successive distanziate ad almeno due mesi l'una dall'altra, lo Statuto costituisce inequivocabilmente una fonte normativa sovraordinata rispetto alla semplice legge regionale. In realtà avrebbero dovuto forse fare una revisione della Carta statutaria che in questi cinque anni qualcuno si è dimenticato di fare».
La contraddizione dunque apparirebbe evidente tra lo Statuto che stabilisce a 70 il numero dei consiglieri regionali e la legge elettorale regionale, la cosiddetta legge Fitto, che invece, per garantire la governabilità al Presidente eletto, stabilisce in 60 e 40 la percentuale dei consiglieri. «Una legge - per i fondatori del Comitato – incostituzionale nella parte in cui, violando l'art.123 della Costituzione, consente la modifica della forma di Governo riservata allo Statuto regionale, rendendo flessibile il numero dei consiglieri regionali». Ora l'ultima parola spetta alla Corte d'Appello che dovrà decidere in merito.
Il Comitato chiede naturalmente di riconoscere lo Statuto quale legge fondamentale, altrimenti chiede di sospendere la proclamazione degli 8 consiglieri in più (la governabilità) e di sollevare una questione di legittimità costituzionale davanti alla Corte Costituzionale.
L'altra faccia della medaglia poi, per Tatarella, è rappresentata dall'aumento dei costi della politica. Conti alla mano, 8 consiglieri regionali in più costerebbero per cinque anni oltre un milione di euro. «Il costo base di un consigliere regionale senza incarichi è di oltre 16mila euro lordi al mese – ha detto Tatarella - a ciò si deve aggiungere l'indennità di fine mandato di 129mila euro e il diritto alla pensione, maturato dopo cinque anni di legislatura, di 4.900 euro al mese (al compimento del 60esimo anno di età). Cifre che oggi la Regione Puglia non può permettersi. Non ci sono nel bilancio. E poi occorre rispettare la volontà degli elettori che comunque hanno dato la maggioranza assoluta a Palese e alla Poli mentre hanno dato a Vendola solo la maggioranza relativa». Insomma, per il Comitato e per Tatarella, il premio di maggioranza previsto dalla legge elettorale basta e avanza.