«Ho fatto una cosa brutta, ma ero ubriaco»
Ritrovato il presunto colpevole del duplice omicidio di via Trani. Faceva il parcheggiatore abusivo ad Ostia
venerdì 16 agosto 2013
12.12
Nella mattinata di mercoledì è finita la latitanza di Ramli Abdesselem, 54enne di nazionalità marocchina, accusato del duplice omicidio di due uomini romeni risalente al marzo 2012, grazie ad una operazione congiunta delle squadre mobili di Bari e di Roma e del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Barletta. Questa mattina, presso la Procura di Trani, si è svolta una conferenza stampa in cui sono stati illustrati i dettagli dell'operazione di ritrovamento e arresto del presunto colpevole, con ulteriori dettagli sul cruento assassinio avvenuto nell'ex frantoio abbandonato di via Trani. Erano presenti in sala stampa il procuratore aggiunto Francesco Giannella, il dirigente del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Barletta Santa Mennea, il comandante dei Carabinieri di Barletta Marco Vatore, la dott.ssa Silvia Curione, titolare del procedimento, e il viceprefetto della provincia Bat Giulia Cazzella.
I corpi senza vita dei due romeni, feriti a morte con numerose coltellate, furono scoperti dai vigili del Fuoco in data 12 marzo 2012, intervenuti per domare un incendio in quel luogo abbandonato divenuto dimora abituale di una comunità di extracomunitari. Così come ha spiegato il procuratore aggiunto Francesco Giannella, l'omicidio sarebbe maturato nell'ambito di una lite che si era verificata qualche giorno prima del delitto: a seguito dello schiaffeggiamento a danno della figlia di Vladimir Bolia, «sarebbe avvenuto una escalation di violenza culminata nel duplice omicidio» ha spiegato il procuratore Giannella.
Numerosi sono gli elementi che inchiodano l'uomo: il ritrovamento, accanto ai cadaveri, del cappellino che usava consuetamente e di un paio di scarpe di suo utilizzo, il rinvenimento di un coltello dalla lama di 12 cm - compatibile col tipo di ferite ritrovate sui due corpi – immerso in una bacinella piena d'acqua all'interno della sua baracca. Inoltre il presunto colpevole era improvvisamente sparito dopo il delitto, lasciando cellulare e chiavi di casa nella sua baracca, che distava solo una quindicina di metri da quella dei due romeni uccisi, all'interno del perimetro dell'ex frantoio.
Ramli Abdesselem è un uomo dal fisico molto prestante, alto quasi 1,90m: vive in Italia da oltre 10 anni ed era già stato fotosegnalato a Napoli per altri reati. In un primo momento le indagini si erano rivolte nella zona del napoletano, ma grazie ad alcune importanti segnalazioni gli agenti di polizia si sono recati a Ostia, dove l'uomo marocchino era stato avvistato. «Le nostre attività investigative – ha spiegato la dott.ssa Santa Mennea, dirigente del Commissariato di Barletta – hanno confermato che l'uomo fosse nell'interland romano. Gli agenti di Barletta, al seguito dell'ispettore Corvasce hanno avvicinato i magrebini lì residenti grazie ad un escamotage: hanno mostrato loro un portafoglio che conteneva 50 euro e una foto del ricercato. Questi lo hanno subito riconosciuto, e così gli agenti hanno potuto ritrovare l'uomo che a Ostia Lido operava come parcheggiatore abusivo. Lo hanno ritrovato con un berretto con la visiera che gli nascondeva il viso». Alla vista degli agenti di Barletta, riconoscendoli, ha esclamato: «Amico, da Barletta siete venuti a prendermi?» e poi, senza porre alcuna resistenza, ha confessato: «Ho fatto una cosa brutta, ma io ero ubriaco ed erano ubriachi anche loro».
Al rintracciamento del marocchino è seguito il fotosegnalamento presso la questura di Roma; l'uomo è stato poi associato presso il carcere romano di Regina Coeli. Così, grazie alla sinergia di diverse squadre e in seguito ad una lunga attività investigativa ad ampio spettro, dopo un anno e mezzo un nuovo tassello di chiarezza e giustizia è stato aggiunto ad un fatto di sangue che agitò la cittadinanza.
I corpi senza vita dei due romeni, feriti a morte con numerose coltellate, furono scoperti dai vigili del Fuoco in data 12 marzo 2012, intervenuti per domare un incendio in quel luogo abbandonato divenuto dimora abituale di una comunità di extracomunitari. Così come ha spiegato il procuratore aggiunto Francesco Giannella, l'omicidio sarebbe maturato nell'ambito di una lite che si era verificata qualche giorno prima del delitto: a seguito dello schiaffeggiamento a danno della figlia di Vladimir Bolia, «sarebbe avvenuto una escalation di violenza culminata nel duplice omicidio» ha spiegato il procuratore Giannella.
Numerosi sono gli elementi che inchiodano l'uomo: il ritrovamento, accanto ai cadaveri, del cappellino che usava consuetamente e di un paio di scarpe di suo utilizzo, il rinvenimento di un coltello dalla lama di 12 cm - compatibile col tipo di ferite ritrovate sui due corpi – immerso in una bacinella piena d'acqua all'interno della sua baracca. Inoltre il presunto colpevole era improvvisamente sparito dopo il delitto, lasciando cellulare e chiavi di casa nella sua baracca, che distava solo una quindicina di metri da quella dei due romeni uccisi, all'interno del perimetro dell'ex frantoio.
Ramli Abdesselem è un uomo dal fisico molto prestante, alto quasi 1,90m: vive in Italia da oltre 10 anni ed era già stato fotosegnalato a Napoli per altri reati. In un primo momento le indagini si erano rivolte nella zona del napoletano, ma grazie ad alcune importanti segnalazioni gli agenti di polizia si sono recati a Ostia, dove l'uomo marocchino era stato avvistato. «Le nostre attività investigative – ha spiegato la dott.ssa Santa Mennea, dirigente del Commissariato di Barletta – hanno confermato che l'uomo fosse nell'interland romano. Gli agenti di Barletta, al seguito dell'ispettore Corvasce hanno avvicinato i magrebini lì residenti grazie ad un escamotage: hanno mostrato loro un portafoglio che conteneva 50 euro e una foto del ricercato. Questi lo hanno subito riconosciuto, e così gli agenti hanno potuto ritrovare l'uomo che a Ostia Lido operava come parcheggiatore abusivo. Lo hanno ritrovato con un berretto con la visiera che gli nascondeva il viso». Alla vista degli agenti di Barletta, riconoscendoli, ha esclamato: «Amico, da Barletta siete venuti a prendermi?» e poi, senza porre alcuna resistenza, ha confessato: «Ho fatto una cosa brutta, ma io ero ubriaco ed erano ubriachi anche loro».
Al rintracciamento del marocchino è seguito il fotosegnalamento presso la questura di Roma; l'uomo è stato poi associato presso il carcere romano di Regina Coeli. Così, grazie alla sinergia di diverse squadre e in seguito ad una lunga attività investigativa ad ampio spettro, dopo un anno e mezzo un nuovo tassello di chiarezza e giustizia è stato aggiunto ad un fatto di sangue che agitò la cittadinanza.
Cascella: «L'operazione merita il plauso della città»
«È stata davvero una significativa operazione che merita il plauso della città quella che ha portato all'arresto del responsabile del duplice efferato delitto del 12 marzo 2012 in un ex frantoio abbandonato di via Trani - così il sindaco di Barletta ha commentato gli esiti della vicenda - Agli agenti e ai dirigenti di polizia, ai carabinieri e agli ufficiali dell'Arma e ai magistrati della Procura di Trani che non si sono risparmiati neppure in questi giorni di ferragosto perché si potesse chiudere un caso così impressionante, giunga, mio tramite, il pieno sostegno di tutti i cittadini alla continua e necessaria azione a garanzia della sicurezza collettiva e per l'affermazione della legalità».
«È stata davvero una significativa operazione che merita il plauso della città quella che ha portato all'arresto del responsabile del duplice efferato delitto del 12 marzo 2012 in un ex frantoio abbandonato di via Trani - così il sindaco di Barletta ha commentato gli esiti della vicenda - Agli agenti e ai dirigenti di polizia, ai carabinieri e agli ufficiali dell'Arma e ai magistrati della Procura di Trani che non si sono risparmiati neppure in questi giorni di ferragosto perché si potesse chiudere un caso così impressionante, giunga, mio tramite, il pieno sostegno di tutti i cittadini alla continua e necessaria azione a garanzia della sicurezza collettiva e per l'affermazione della legalità».