Governo Renzi: la mancanza dei Ministeri dell'Integrazione e delle Pari Opportunità
"Si complica la questione dei diritti civili", l'intervento di Arcigay BAT
domenica 23 febbraio 2014
In seguito alla nascita del nuovo esecutivo con Presidente del Consiglio Matteo Renzi e alla nomina dei neo-ministri al governo, l'associazione Arcigay BAT ha inviato una nota di commento presso la redazione di Barlettalife, ne riportiamo di seguito il contenuto:
«È stato annunciato ieri il nuovo esecutivo presieduto dal premier incaricato Matteo Renzi. Interessante la sua composizione, consistente in un governo "light" costituito da 8 ministri e 8 ministre. Ebbene, al momento le pari opportunità appaiono rispettate solo al suo interno, dal momento che non vi figura un ministero fondamentale per avviare quel discorso inerente ai diritti civili che dovrebbe metterci alla pari con gli altri Paesi europei.
Certamente un ministero di questo tipo non è determinante, ma il neopremier su questi temi si è rivelato nei suoi proclami decisamente timido e difficilmente crediamo che la sua decantata civil partnership all'inglese possa andare a buon fine con la coesistenza del Nuovo Centrodestra, Scelta Civica e il placet di Forza Italia, i quali per rassicurare il loro elettorato hanno annunciato più volte che mai voteranno a favore dei matrimoni gay, figuriamoci per un loro surrogato.
Deplorevole anche la scelta di non istituire un Ministero dell'Integrazione, come se la questione dello ius soli fosse un capriccio di una certa area di sinistra e non una problematica a cui porre rimedio al più presto. Premesso che ci auguriamo di trovare una smentita nell'operato del governo Renzi, ribadiamo tuttavia che i diritti civili non possono scivolare in secondo piano. Si tratta di diritti umani».
«È stato annunciato ieri il nuovo esecutivo presieduto dal premier incaricato Matteo Renzi. Interessante la sua composizione, consistente in un governo "light" costituito da 8 ministri e 8 ministre. Ebbene, al momento le pari opportunità appaiono rispettate solo al suo interno, dal momento che non vi figura un ministero fondamentale per avviare quel discorso inerente ai diritti civili che dovrebbe metterci alla pari con gli altri Paesi europei.
Certamente un ministero di questo tipo non è determinante, ma il neopremier su questi temi si è rivelato nei suoi proclami decisamente timido e difficilmente crediamo che la sua decantata civil partnership all'inglese possa andare a buon fine con la coesistenza del Nuovo Centrodestra, Scelta Civica e il placet di Forza Italia, i quali per rassicurare il loro elettorato hanno annunciato più volte che mai voteranno a favore dei matrimoni gay, figuriamoci per un loro surrogato.
Deplorevole anche la scelta di non istituire un Ministero dell'Integrazione, come se la questione dello ius soli fosse un capriccio di una certa area di sinistra e non una problematica a cui porre rimedio al più presto. Premesso che ci auguriamo di trovare una smentita nell'operato del governo Renzi, ribadiamo tuttavia che i diritti civili non possono scivolare in secondo piano. Si tratta di diritti umani».