Gorgoni della Asl: «Servono strutture territoriali alternative agli ospedali»
L’intervento del direttore generale Asl BT al consiglio comunale. Questione sede Asl: «Ben vengano i maggiori spazi, ma non c’è risparmio economico»
giovedì 19 gennaio 2012
12.16
«Dobbiamo collaborare insieme ai sindaci per soluzioni di sanità territoriale alternative e sostitutive degli ospedali. E' una sfida culturale, che può avere esiti imprevedibili, ma obbligatoria da seguire». Così, Giovanni Gorgoni, direttore generale Asl/Bt, è intervenuto più volte, nel corso del consiglio comunale monotematico di ieri, sottolineando l'importanza di dare soluzione a un problema di inappropriatezza che riguarda la nostra Asl e tutte quelle di Puglia. Un problema rappresentato dall'uso inappropriato dei posti letto ospedalieri da parte di pazienti che dovrebbero utilizzare percorsi diversi. In questa ottica si inserisce il Progetto Nardino, che partirà da Minervino e Spinazzola (dove non ci sono più gli ospedali), con l'auspicio che possa estendersi a tutto il territorio dell'Asl/Bt. Il progetto prevede l'istituzione del Care Manager, un «infermiere di comunità», che dovrà occuparsi dei malati cronici, in stretta collaborazione con i medici di famiglia. Una scelta che potrebbe realisticamente tagliare le liste d'attesa, ponendo così un filtro preventivo su ogni richiesta di esame diagnostico.
Gorgoni, per l'ospedale "Dimiccoli" di Barletta, ha ricordato quali sono gli obiettivi:
L'azione di gestione e di programmazione dell'Asl dovrà rispettare i vincoli «paralizzanti» del piano di rientro regionale, per questo Gorgoni ha, senza mezzi termini, affermato che «se vogliamo che la sanità rimanga pubblica, dobbiamo fare i conti con i numeri».
Dott.Gorgoni, cosa pensa in merito alla discussione in atto sulla possibilità di ricavare riduzioni di spesa con il trasferimento della sede legale Asl/Bt da Andria a Barletta?
«C'è una discussione politica in commissione regionale sanità, con la quale non voglio interferire. Certo, l'accentramento delle strutture Asl in un unico spazio, peraltro più ampio, come quello di Barletta, sarebbe sicuramente positivo, ma sottolineare un problema di eccesso di spesa da poter risolvere con questo trasferimento, è in realtà un falso problema. Nella sede di Andria, infatti, è ormai impiantata da alcuni anni la rete dei servizi informativi regionali, che comprende server, cablaggi e dorsali telematiche, il cui smantellamento avrebbe un costo di centinaia di migliaia di euro, e la cui temporanea interruzione provocherebbe comunque problemi per la rete regionale. Sarebbe perciò poco realistico poter cessare immediatamente il pagamento dei canoni d'affitto di quei locali, dopo un eventuale trasferimento in altra sede dell'amministrazione».
Su quest'ultima decisione, non ci resta quindi che attendere le direttive che verranno prese dalla Conferenza dei Sindaci, che si riunirà mercoledì prossimo, 25 gennaio.
Gorgoni, per l'ospedale "Dimiccoli" di Barletta, ha ricordato quali sono gli obiettivi:
- completamento dell'offerta onco-ematologica, per la realizzazione di un polo di riferimento
- apertura dell'Unità Farmaci Antiplastici
- rafforzamento del reparto di Radioterapia Metabolica.
L'azione di gestione e di programmazione dell'Asl dovrà rispettare i vincoli «paralizzanti» del piano di rientro regionale, per questo Gorgoni ha, senza mezzi termini, affermato che «se vogliamo che la sanità rimanga pubblica, dobbiamo fare i conti con i numeri».
Dott.Gorgoni, cosa pensa in merito alla discussione in atto sulla possibilità di ricavare riduzioni di spesa con il trasferimento della sede legale Asl/Bt da Andria a Barletta?
«C'è una discussione politica in commissione regionale sanità, con la quale non voglio interferire. Certo, l'accentramento delle strutture Asl in un unico spazio, peraltro più ampio, come quello di Barletta, sarebbe sicuramente positivo, ma sottolineare un problema di eccesso di spesa da poter risolvere con questo trasferimento, è in realtà un falso problema. Nella sede di Andria, infatti, è ormai impiantata da alcuni anni la rete dei servizi informativi regionali, che comprende server, cablaggi e dorsali telematiche, il cui smantellamento avrebbe un costo di centinaia di migliaia di euro, e la cui temporanea interruzione provocherebbe comunque problemi per la rete regionale. Sarebbe perciò poco realistico poter cessare immediatamente il pagamento dei canoni d'affitto di quei locali, dopo un eventuale trasferimento in altra sede dell'amministrazione».
Su quest'ultima decisione, non ci resta quindi che attendere le direttive che verranno prese dalla Conferenza dei Sindaci, che si riunirà mercoledì prossimo, 25 gennaio.