Goletta Verde: a Barletta fortemente inquinate foci Canale H e Ciappetta-Camaggio
Nella Bat, 7 depuratori su 10 sono non conformi. In Puglia, 17 campionamenti su 30 sono fuorilegge
martedì 9 luglio 2013
13.25
Sono sette i prelievi effettuati da Goletta Verde, nella provincia di Barletta-Andria-Trani, quattro dei quali risultati "fuorilegge". Fortemente inquinate sono risultate le acque campionate nei pressi della Foce canale (all'altezza dell'incrocio di via Luigi Di Cuonzo e Litoranea di Ponente) del comune di Barletta; della Foce del Canale Ciappetta/Camaggio in località Ariscianne, sempre di Barletta; della Foce canale sotto Villa Comunale (sbocco depuratore), all'incrocio del lungomare Colombo e piazzale Chiarelli del comune di Trani e dello sbocco del depuratore (campione prelevato sul lato destro della Torre) nel comune di Bisceglie, in località Torre Calderina. Entro i limiti di legge le analisi sulle acque prelevate a Margherita di Savoia (un campionamento nei pressi della foce del torrente Carmonisa, località Riserva naturale di Salina, l'altro nei pressi della foce Aloisa) e Molfetta (nei pressi della località Cala San Giacomo).
Oltre la metà dei campionamenti eseguiti in Puglia dai biologi di Goletta Verde è risultata "fuorilegge". In ben 17 casi (corrispondenti per lo più alle foci di fiumi e ai canali), rispetto ai 30 punti monitorati lungo gli 865 chilometri di costa, è stata evidenziata una carica batterica al di sopra dei valori consentiti dalla legge e per quattordici di questi punti il giudizio è "fortemente inquinato". Acque inquinate da scarichi non depurati adeguatamente con presenze di escherichia coli e enterococchi intestinali che contribuiscono non solo ad inquinare i fiumi e il mare, ma che mettono in pericolo la stessa salute dei cittadini. Sotto accusa ancora una volta le foci dei fiumi e dei canali, ma anche gli scarichi degli stessi impianti destinati alla depurazione dei reflui urbani, che dimostrano ancora una volta le criticità che toccano il sistema depurativo pugliese. Legambiente lancia dunque un appello a Regione e amministratori locali affinché si intervenga per risolvere con urgenza la questione della mala depurazione.
È questa la fotografia scattata da Goletta Verde, la celebre campagna di Legambiente dedicata al monitoraggio ed all'informazione sullo stato di salute delle coste e delle acque italiane, realizzata anche grazie al contributo del COOU, Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati che resterà in Puglia fino a giovedì 11 per verificare lo stato di salute del mare e delle coste. L'istantanea regionale sulle analisi dell'equipe di biologi di Legambiente, è stata presentata questa mattina a Bari, presso la sede di Legambiente Puglia, da Stefano Ciafani, vicepresidente nazionale di Legambiente e Francesco Tarantini, presidente Legambiente Puglia, alla presenza di Angela Barbanente, vice presidente della Regione Puglia e Nicola Ungaro, Arpa Puglia. I biologi di Legambiente da metà giugno stanno passando al setaccio foci di fiumi e torrenti ma anche spiagge e punti critici segnalati dai cittadini per scattare un'istantanea che consenta di verificare anche l'apporto inquinante che arriva dai fiumi. Proprio per questo preoccupa la situazione riscontrata in Puglia dove 17 campionamenti rispetto ai 30 realizzati sono risultati con un valore di carica batterica oltre i limiti consentiti.
«È un quadro, quello scaturito dalle analisi dei nostri biologi, che ci preoccupa, ma di certo non ci sorprende, vista la situazione di crisi in cui versa il sistema depurativo della regione Puglia che, nella tappa di Goletta Verde di Barletta, abbiamo illustrato dettagliatamente nel nostro dossier. In troppi punti le acque analizzate presentavano cariche batteriche oltre le soglie consentite dalla normativa – sottolinea Stefano Ciafani, vicepresidente nazionale di Legambiente – A preoccupare non sono solo le foci dei fiumi e dei torrenti, ma anche gli scarichi degli impianti di depurazione. Anche le acque prelevate in questi punti, infatti, presentavano livelli allarmanti di inquinanti. Sulla depurazione si gioca una sfida importantissima non solo per questa regione, ma per l'intero nostro Paese. Alla mancanza cronica di impianti di depurazione, soprattutto da parte dei comuni dell'entroterra, si aggiunge anche il carico inquinante dei reflui non adeguatamente trattati dagli impianti in attività che spesso non riescono a gestire i picchi estivi: si tratta di una situazione davvero imbarazzante che va sanata una volta per tutte».
Ancora oggi il 23 per cento dei cittadini pugliesi, circa un milione di abitanti, scarica i reflui senza che questi vengano depurati. I 187 depuratori della regione hanno ancora problemi di funzionamento, criticità e questioni irrisolte che in alcuni casi rendono inefficace la depurazione. Tra questi ci sono ad esempio 11 vecchi impianti, tutti da dismettere, che rischiano di inquinare le acque sotterranee, scaricando direttamente in falda o ancora quelli con problemi nel funzionamento e i cui scarichi risultano non conformi, come certificano i dati Arpa (nel 2012 sono stati 52 quelli giudicati non conformi). La situazione più critica è nella BAT, dove i depuratori delle cittadine che danno il nome alla provincia sono risultati non conformi. Ma non sono gli unici grandi impianti a risultare non conformi, come dimostrano i superamenti dei limiti riscontrati in uscita dai depuratori di Bari Ovest, Foggia e altri tra i più grandi. Ci sono poi 10 impianti sottoposti a procedimento penale. E se a tutto questo si aggiungono anche gli scarichi abusivi non controllati e gli altri illeciti legati all'inquinamento del mare, il risultato è un quadro preoccupante che impone una svolta da parte delle istituzioni preposte per provare a vincere la sfida della depurazione in Puglia. A confermare la situazione emergenziale in cui si trova la Puglia, lo scorso giugno la Camera ha approvato la proroga dell'emergenza ambientale legata alla depurazione fino a fine 2013.
Sono gli stessi cittadini a chiedere che si intervenga seriamente per porre al più presto rimedio alla situazione. Anche in questa regione, residenti e turisti, sono preoccupati: lo testimoniano i tantissimi messaggi pervenuti al servizio "SOS Goletta" (attivato da Legambiente proprio per segnalare le criticità dei nostri mari). Su oltre cento segnalazioni, quaranta sono arrivate dalla Puglia. È opportuno ribadire che Goletta Verde non assegna patenti di balneabilità, e quella scattata dai nostri biologi è un'istantanea che non può e non vuole sostituirsi alle analisi ufficiali effettuate dagli organi competenti. I risultati emersi, però, rappresentano non solo una denuncia della situazione, ma un monito affinché si intervenga per risolvere al più presto le criticità.
Oltre la metà dei campionamenti eseguiti in Puglia dai biologi di Goletta Verde è risultata "fuorilegge". In ben 17 casi (corrispondenti per lo più alle foci di fiumi e ai canali), rispetto ai 30 punti monitorati lungo gli 865 chilometri di costa, è stata evidenziata una carica batterica al di sopra dei valori consentiti dalla legge e per quattordici di questi punti il giudizio è "fortemente inquinato". Acque inquinate da scarichi non depurati adeguatamente con presenze di escherichia coli e enterococchi intestinali che contribuiscono non solo ad inquinare i fiumi e il mare, ma che mettono in pericolo la stessa salute dei cittadini. Sotto accusa ancora una volta le foci dei fiumi e dei canali, ma anche gli scarichi degli stessi impianti destinati alla depurazione dei reflui urbani, che dimostrano ancora una volta le criticità che toccano il sistema depurativo pugliese. Legambiente lancia dunque un appello a Regione e amministratori locali affinché si intervenga per risolvere con urgenza la questione della mala depurazione.
È questa la fotografia scattata da Goletta Verde, la celebre campagna di Legambiente dedicata al monitoraggio ed all'informazione sullo stato di salute delle coste e delle acque italiane, realizzata anche grazie al contributo del COOU, Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati che resterà in Puglia fino a giovedì 11 per verificare lo stato di salute del mare e delle coste. L'istantanea regionale sulle analisi dell'equipe di biologi di Legambiente, è stata presentata questa mattina a Bari, presso la sede di Legambiente Puglia, da Stefano Ciafani, vicepresidente nazionale di Legambiente e Francesco Tarantini, presidente Legambiente Puglia, alla presenza di Angela Barbanente, vice presidente della Regione Puglia e Nicola Ungaro, Arpa Puglia. I biologi di Legambiente da metà giugno stanno passando al setaccio foci di fiumi e torrenti ma anche spiagge e punti critici segnalati dai cittadini per scattare un'istantanea che consenta di verificare anche l'apporto inquinante che arriva dai fiumi. Proprio per questo preoccupa la situazione riscontrata in Puglia dove 17 campionamenti rispetto ai 30 realizzati sono risultati con un valore di carica batterica oltre i limiti consentiti.
«È un quadro, quello scaturito dalle analisi dei nostri biologi, che ci preoccupa, ma di certo non ci sorprende, vista la situazione di crisi in cui versa il sistema depurativo della regione Puglia che, nella tappa di Goletta Verde di Barletta, abbiamo illustrato dettagliatamente nel nostro dossier. In troppi punti le acque analizzate presentavano cariche batteriche oltre le soglie consentite dalla normativa – sottolinea Stefano Ciafani, vicepresidente nazionale di Legambiente – A preoccupare non sono solo le foci dei fiumi e dei torrenti, ma anche gli scarichi degli impianti di depurazione. Anche le acque prelevate in questi punti, infatti, presentavano livelli allarmanti di inquinanti. Sulla depurazione si gioca una sfida importantissima non solo per questa regione, ma per l'intero nostro Paese. Alla mancanza cronica di impianti di depurazione, soprattutto da parte dei comuni dell'entroterra, si aggiunge anche il carico inquinante dei reflui non adeguatamente trattati dagli impianti in attività che spesso non riescono a gestire i picchi estivi: si tratta di una situazione davvero imbarazzante che va sanata una volta per tutte».
Ancora oggi il 23 per cento dei cittadini pugliesi, circa un milione di abitanti, scarica i reflui senza che questi vengano depurati. I 187 depuratori della regione hanno ancora problemi di funzionamento, criticità e questioni irrisolte che in alcuni casi rendono inefficace la depurazione. Tra questi ci sono ad esempio 11 vecchi impianti, tutti da dismettere, che rischiano di inquinare le acque sotterranee, scaricando direttamente in falda o ancora quelli con problemi nel funzionamento e i cui scarichi risultano non conformi, come certificano i dati Arpa (nel 2012 sono stati 52 quelli giudicati non conformi). La situazione più critica è nella BAT, dove i depuratori delle cittadine che danno il nome alla provincia sono risultati non conformi. Ma non sono gli unici grandi impianti a risultare non conformi, come dimostrano i superamenti dei limiti riscontrati in uscita dai depuratori di Bari Ovest, Foggia e altri tra i più grandi. Ci sono poi 10 impianti sottoposti a procedimento penale. E se a tutto questo si aggiungono anche gli scarichi abusivi non controllati e gli altri illeciti legati all'inquinamento del mare, il risultato è un quadro preoccupante che impone una svolta da parte delle istituzioni preposte per provare a vincere la sfida della depurazione in Puglia. A confermare la situazione emergenziale in cui si trova la Puglia, lo scorso giugno la Camera ha approvato la proroga dell'emergenza ambientale legata alla depurazione fino a fine 2013.
Sono gli stessi cittadini a chiedere che si intervenga seriamente per porre al più presto rimedio alla situazione. Anche in questa regione, residenti e turisti, sono preoccupati: lo testimoniano i tantissimi messaggi pervenuti al servizio "SOS Goletta" (attivato da Legambiente proprio per segnalare le criticità dei nostri mari). Su oltre cento segnalazioni, quaranta sono arrivate dalla Puglia. È opportuno ribadire che Goletta Verde non assegna patenti di balneabilità, e quella scattata dai nostri biologi è un'istantanea che non può e non vuole sostituirsi alle analisi ufficiali effettuate dagli organi competenti. I risultati emersi, però, rappresentano non solo una denuncia della situazione, ma un monito affinché si intervenga per risolvere al più presto le criticità.
I prelievi e le analisi di Goletta Verde vengono eseguiti dalla squadra di biologi di Legambiente che anticipa il viaggio dell'imbarcazione a bordo di un laboratorio mobile attrezzato. I biologi di Legambiente tengono sotto controllo la salute del mare con un monitoraggio scientifico. Le analisi, effettuate in particolari punti critici, seguono parametri microbiologici (enterococchi intestinali, escherichia coli) e chimico-fisici (temperatura dell'acqua, pH, ossigeno disciolto, conducibilità / salinità). Le analisi chimiche sono eseguite direttamente in sito con l'ausilio di strumentazione da campo. I campioni per le analisi microbiologiche sono prelevati in barattoli sterili e conservati in frigorifero, fino al momento dell'analisi, che avviene nei laboratori mobili il giorno stesso o comunque entro le 24 ore dal prelievo. Il numero dei campionamenti effettuati viene definito in proporzione ai chilometri di costa di ogni regione.
Barletta
Facendo riferimento ai valori limite previsti dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010) i giudizi si esprimono sulla base dello schema seguente:
INQUINATO = Enterococchi intestinali maggiori di 200 UFC/100 ml e/o Escherichia Coli maggiori di 500 UFC/100ml
FORTEMENTE INQUINATO = Enterococchi intestinali maggiori di 400 UFC/100 ml e/o Escherichia Coli maggiori di 1000 UFC/100 ml
Barletta
- Litoranea di ponente: Foce canale nei pressi dell'incrocio di via Luigi Di Cuonzo e Litoranea di Ponente (FORTEMENTE INQUINATO)
- Ariscianne: Foce del Canale Ciappetta-Camaggio (FORTEMENTE INQUINATO)
Facendo riferimento ai valori limite previsti dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010) i giudizi si esprimono sulla base dello schema seguente:
INQUINATO = Enterococchi intestinali maggiori di 200 UFC/100 ml e/o Escherichia Coli maggiori di 500 UFC/100ml
FORTEMENTE INQUINATO = Enterococchi intestinali maggiori di 400 UFC/100 ml e/o Escherichia Coli maggiori di 1000 UFC/100 ml