«Gli ultimi saranno primi, e i primi, ultimi»

La riflessione sul vangelo di don Vito Carpentiere

domenica 21 settembre 2014 08.00

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all'alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: "Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò". Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: "Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?". Gli risposero: "Perché nessuno ci ha presi a giornata". Ed egli disse loro: "Andate anche voi nella vigna".
Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: "Chiama i lavoratori e dai loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi". Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch'essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: "Questi ultimi hanno lavorato un'ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo".
Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: "Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest'ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?". Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi».
Oso un po' di immaginazione, neanche tanta, poi, e vedo questo vangelo inserito nella quotidianità della nostra città, specialmente in questo periodo di vendemmia. Chissà che assembramento rissoso si sarebbe verificato, in piazza Roma, in un tardo pomeriggio di questo stesso mese, con un "proprietario" che si comporta così! Un denaro era, ai tempi di Gesù, una somma più che adeguata per una giornata di lavoro.
Cosa mi vuol dire il Signore oggi, attraverso il racconto di questa parabola del Regno? "Perché i miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie. Oracolo del Signore." Basterebbe questo per dire semplicemente che il Signore non "ragiona" come ragiono io! E menomale! Poiché anche oggi sono chiamato ad uscire dalla mia logica e ad entrare in quella del Regno! Che è una logica inclusiva, e non esclusiva; che apre le porte, non le chiude; che chiama tutti, e non solo i migliori; che invita alla gioia della condivisione, non alla rigida applicazione di un freddo calcolo matematico! Perché per il Signore ciò che io perdo è guadagno! Ciò che io riesco a donare non è perdita ma già pieno godimento! Egli non sceglie il primo ma l'ultimo, non il giusto ma il peccatore, non il sano ma l'ammalato. Insomma non mi vede quando lo merito, ma quando ho bisogno di Lui! E questo, per me, oggi, è più che vangelo, è invito alla conversione profonda al Dio di Gesù Cristo! Buona domenica!

[don Vito]