Gli studenti del "Cafiero" di Barletta si mobilitano per la pace

«Sentiamo il dovere di ribadire l’importanza della cultura, dello studio del passato per comprendere il presente e dare vita a un futuro migliore»

martedì 8 marzo 2022 17.11
«Noi, studenti del Liceo Scientifico "Carlo Cafiero", rivolgendoci a tutte le comunità scolastiche mondiali e appellandoci all'articolo 11 della nostra Costituzione, dichiariamo di ripudiare la guerra come strumento per la risoluzione di controversie di ogni tipo». L'intera comunità del "Cafiero" di Barletta, sia nella sede centrale che in quella distaccata del plesso della "Manzoni", si è mobilitata per comunicare il proprio dissenso dal conflitto che si sta consumando in queste settimane. Lo scorso 2 marzo, accogliendo l'invito del ministro Bianchi, il Liceo ha organizzato una giornata di riflessione sull'articolo 11 della Costituzione italiana:

"L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo".

Per affermare il valore della pace, le studentesse e gli studenti del Cafiero hanno prodotto un manifesto che, su ispirazione di quello redatto nel 1955 da Einstein e Russell, si presenta come un accorato quanto meditato invito alla pace e hanno realizzato pannelli espositivi esposti nelle sedi scolastiche.

«Come comunità scolastica - scrivono i ragazzi - sentiamo forte il dovere di ribadire l'importanza della cultura, dello studio del passato per comprendere il presente e dare vita a un futuro migliore». [...] «Ci chiediamo: l'umanità porrà fine alla guerra, o sarà la guerra a porre fine all'umanità? Vinceranno i valori morali o gli interessi materiali? Un ruolo importante nel trovare la risposta a questa domanda ha la cultura, che noi, in veste di studenti, difendiamo. La cultura può solamente veicolare criticismo razionale e innescare il brivido della denuncia alla violenza».