Gli psicologi: «Quella psicologica è una violenza invisibile»
Secondo l'Oms, nel mondo il 35% delle donne ha subito violenza
mercoledì 25 novembre 2020
«Molto si è fatto in tanti anni ma non ancora abbastanza tanto da debellare una piaga culturale e sociale che ogni anno miete sempre più vittime». È il commento del presidente dell'Ordine degli Psicologi di Puglia Vincenzo Gesualdo in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne.
Atti di violenza e di disuguaglianza di genere rappresentano purtroppo, ancora oggi, una realtà quotidiana tanto da meritare una giornata internazionale dedicata alla lotta di simile violenza. L'Organizzazione Mondiale della Sanità, infatti, rivela che nel mondo il 35% delle donne ha subito violenza.
«Tale forma di violenza si sviluppa all'interno di relazioni intime ed è trasversale a tutte le età e a tutti i livelli sociali» afferma Gesualdo. «Rappresenta un'emergenza riguardante la salute pubblica che affonda le sue radici nella società in continua evoluzione, nei valori familiari che cambiano, nel processo di emancipazione femminile e nel mutamento dei ruoli di genere in quanto meno definiti rispetto al passato».
Nell'ambito familiare, le restrizioni imposte dal lockdown hanno portato all'estremo situazioni già difficili per molte donne. Restare in casa con il proprio aguzzino ha fatto sì che molte donne vivessero un vero e proprio incubo, impossibilitate a cercare una qualsiasi forma di aiuto. Dipendenza economica, ricatti ai figli, sensi di colpa, mancanza di sostegno esterno sono le motivazioni principali che portano le donne a non ribellarsi e a rimanere nella spirale perversa della violenza fisica e psicologica.
«La violenza, qualunque essa sia, non deve essere accettata e soprattutto intesa come normalità» conclude Gesualdo. «È fondamentale che la donna riconosca la propria forza intesa come affermazione di sé nel mondo esterno ma soprattutto che una cultura maschilista e machista sia soppiantata da una cultura che valorizzi le diversità con l'auspicio che la prassi quotidiana, il lessico e la sintassi contribuiscano a costruire una società avanzata, civile, partecipata, paritaria e democratica».
Atti di violenza e di disuguaglianza di genere rappresentano purtroppo, ancora oggi, una realtà quotidiana tanto da meritare una giornata internazionale dedicata alla lotta di simile violenza. L'Organizzazione Mondiale della Sanità, infatti, rivela che nel mondo il 35% delle donne ha subito violenza.
«Tale forma di violenza si sviluppa all'interno di relazioni intime ed è trasversale a tutte le età e a tutti i livelli sociali» afferma Gesualdo. «Rappresenta un'emergenza riguardante la salute pubblica che affonda le sue radici nella società in continua evoluzione, nei valori familiari che cambiano, nel processo di emancipazione femminile e nel mutamento dei ruoli di genere in quanto meno definiti rispetto al passato».
Nell'ambito familiare, le restrizioni imposte dal lockdown hanno portato all'estremo situazioni già difficili per molte donne. Restare in casa con il proprio aguzzino ha fatto sì che molte donne vivessero un vero e proprio incubo, impossibilitate a cercare una qualsiasi forma di aiuto. Dipendenza economica, ricatti ai figli, sensi di colpa, mancanza di sostegno esterno sono le motivazioni principali che portano le donne a non ribellarsi e a rimanere nella spirale perversa della violenza fisica e psicologica.
«La violenza, qualunque essa sia, non deve essere accettata e soprattutto intesa come normalità» conclude Gesualdo. «È fondamentale che la donna riconosca la propria forza intesa come affermazione di sé nel mondo esterno ma soprattutto che una cultura maschilista e machista sia soppiantata da una cultura che valorizzi le diversità con l'auspicio che la prassi quotidiana, il lessico e la sintassi contribuiscano a costruire una società avanzata, civile, partecipata, paritaria e democratica».