«Gli agricoltori di Bari e Bat aspettano i fondi delle gelate 2017 e 2018»
L'appello di Cia Levante: «I Comuni provvedano subito»
lunedì 28 settembre 2020
9.26
"Le amministrazioni comunali provvedano, con celerità, a ristorare gli agricoltori per le gravi ed ingenti perdite di produzione, causate dalle gelate".
Cia agricoltori italiani Levante sollecita i Comuni delle provincia di Bari e Bat al pagamento dei danni delle gelate 2017 e 2018, che colpirono prevalentemente gli oliveti. A fronte di danni per oltre 177 milioni per la sola mancata produzione riferita all'anno 2018 vennero stanziati appena 5,5 milioni di euro, ma ad oggi, gli agricoltori non hanno ricevuto ancora nulla. "Occorre rifinanziare il Fondo di solidarietà nazionale - dice Felice Ardito, presidente provinciale di CIA Levante - per ristorare dignitosamente le migliaia di aziende che negli anni 2017 e 2018 si sono viste azzerare la produzione olivicola con conseguenti perdite del valore del patrimonio olivicolo. È necessaria una modifica alla legge sulle calamità e lo snellimento delle lungaggini burocratiche. Dopo ben tre anni e mezzo dalla gelata del 2017 e due anni e mezzo da quella del 2018, gli agricoltori non possono più aspettare".
Cia agricoltori italiani Levante sollecita i Comuni delle provincia di Bari e Bat al pagamento dei danni delle gelate 2017 e 2018, che colpirono prevalentemente gli oliveti. A fronte di danni per oltre 177 milioni per la sola mancata produzione riferita all'anno 2018 vennero stanziati appena 5,5 milioni di euro, ma ad oggi, gli agricoltori non hanno ricevuto ancora nulla. "Occorre rifinanziare il Fondo di solidarietà nazionale - dice Felice Ardito, presidente provinciale di CIA Levante - per ristorare dignitosamente le migliaia di aziende che negli anni 2017 e 2018 si sono viste azzerare la produzione olivicola con conseguenti perdite del valore del patrimonio olivicolo. È necessaria una modifica alla legge sulle calamità e lo snellimento delle lungaggini burocratiche. Dopo ben tre anni e mezzo dalla gelata del 2017 e due anni e mezzo da quella del 2018, gli agricoltori non possono più aspettare".