Giovani, alcol e stupefacenti: storie di movida degradante
Nella Bat cresce il consumo di stupefacenti e alcol acquistato illegalmente
domenica 13 settembre 2015
0.21
Casi di violenza giovanile incontrollata: oltre alle oramai note casistiche di spaccio e piccole violenze tra i ragazzi, al curriculum della delinquenza del nostro territorio si aggiunge anche la violenza in stato di ebbrezza. Unimpresa Bat lancia ancora una volta l'allarme in seguito alle violenze e ai pericoli che corrono i pubblici esercizi come nel caso della rapina avvenuta nella città di Andria, episodio risolto dall'intervento di una giovane cittadina in difesa di un anziano esercente.
Il picco, per ovvi motivi, si raggiunge durante la sera e la notte, ore di "movida" per ragazzi e giovanissimi che trovano, in maniera sempre più crescente, soddisfazione nello "sballo" assumendo ingenti quantità di sostanze alcoliche e/o sostanze stupefacenti. La responsabilità, in parte, viene scaricata sugli esercenti di bar, locali notturni e altri pubblici esercizi "colpevoli" di non far rispettare le leggi vigenti sulla somministrazione di bevande alcoliche o il non rispetto di determinate ordinanze sindacali come quelle del divieto di fumo o di abuso di assunzione di alcol che, però, prima di essere ordinanze sindacali dovrebbero essere vere e proprie parti integranti di una certa condotta del cittadino che molti ragazzi non rispettano. Altri episodi sono avvenuti ad Andria e Trani, dove gli interventi delle forze dell'ordine sono stati necessari per sedare gli animi e portare a termine anche con arresti per reati come lesioni, minacce, oltraggio, resistenza a Pubblico Ufficiale e rifiuto di indicazione di identità personale.
Naturalmente, come già sottolineato da Unimpresa, sono gli stessi esercenti ad avere paura per gli atteggiamenti degli avventori, il più delle volte giovanissimi, in evidente stato di alterazione psico-fisica e che farebbero uso di sostanze stupefacenti o di bevande alcoliche ancora prima di raggiungere i locali più o meno "centrali" delle proprie città. Risulta chiaro, senza generalizzare, che ci siano esercenti che non rispettano leggi o ordinanze sindacali ma bisogna considerare anche un atteggiamento di totale degrado dei giovanissimi nella "movida", nel non rispetto sia de proprietari di esercizi che svolgono il loro lavoro e sia di Ufficiali Pubblici nel pieno delle loro funzioni. Effettuare controlli più capillari per fermare l'acquisto e/o il consumo di sostanze stupefacenti e bevande alcoliche in maniera illegale è solamente uno dei passi verso un miglioramento delle condizioni attuali. Un cambiamento che dovrebbe partire prima di tutto da chi questa "movida" degradante la vive, sia da gestore, sia da cliente.
Il picco, per ovvi motivi, si raggiunge durante la sera e la notte, ore di "movida" per ragazzi e giovanissimi che trovano, in maniera sempre più crescente, soddisfazione nello "sballo" assumendo ingenti quantità di sostanze alcoliche e/o sostanze stupefacenti. La responsabilità, in parte, viene scaricata sugli esercenti di bar, locali notturni e altri pubblici esercizi "colpevoli" di non far rispettare le leggi vigenti sulla somministrazione di bevande alcoliche o il non rispetto di determinate ordinanze sindacali come quelle del divieto di fumo o di abuso di assunzione di alcol che, però, prima di essere ordinanze sindacali dovrebbero essere vere e proprie parti integranti di una certa condotta del cittadino che molti ragazzi non rispettano. Altri episodi sono avvenuti ad Andria e Trani, dove gli interventi delle forze dell'ordine sono stati necessari per sedare gli animi e portare a termine anche con arresti per reati come lesioni, minacce, oltraggio, resistenza a Pubblico Ufficiale e rifiuto di indicazione di identità personale.
Naturalmente, come già sottolineato da Unimpresa, sono gli stessi esercenti ad avere paura per gli atteggiamenti degli avventori, il più delle volte giovanissimi, in evidente stato di alterazione psico-fisica e che farebbero uso di sostanze stupefacenti o di bevande alcoliche ancora prima di raggiungere i locali più o meno "centrali" delle proprie città. Risulta chiaro, senza generalizzare, che ci siano esercenti che non rispettano leggi o ordinanze sindacali ma bisogna considerare anche un atteggiamento di totale degrado dei giovanissimi nella "movida", nel non rispetto sia de proprietari di esercizi che svolgono il loro lavoro e sia di Ufficiali Pubblici nel pieno delle loro funzioni. Effettuare controlli più capillari per fermare l'acquisto e/o il consumo di sostanze stupefacenti e bevande alcoliche in maniera illegale è solamente uno dei passi verso un miglioramento delle condizioni attuali. Un cambiamento che dovrebbe partire prima di tutto da chi questa "movida" degradante la vive, sia da gestore, sia da cliente.