Giornata mondiale della poesia 2024, l'omaggio di Giuseppe Lagrasta
La riflessione del presidente del Comitato Dante Alighieri di Barletta
giovedì 21 marzo 2024
13.24
In occasione della Giornata mondiale della poesia 2024, riceviamo e pubblichiamo una composizione del presidente del Comitato Dante Alighieri di Barletta, Giuseppe Lagrasta.
S'ode una musica lontana; un violino, un'arpa, un pianoforte? No, non è uno strumento musicale, no! Ma forse è il vento, lo stormire delle foglie, il sole con i suoi raggi musicali oppure la tensione della voce lunare che s'appresta, sul fare della sera, a far compagnia alle ombre che abitano la città degli specchi?
E la città degli specchi sostiene la mente musicale dei suoi abitanti? Crediamo di sì, perché la mente musicale degli abitanti della città di specchi è la mente dei poeti e delle poetesse che con le loro tessiture narrative sostengono le forme del mondo, quelle dilatate e quelle fitte fitte, quelle pulviscolari e quelle ombrose, quelle che attratte da linee di fuga sulle stesse linee si fermano a sognare, a rimare.
Perché il mestiere di scrivere è anche il mestiere di vivere e la vita dei poeti e delle poetesse è fatta di una continua ricerca di assonanze, musicalità, dissonanze, rime baciate e ascoltate, rime lievitate e innamorate, intrecciate alle parole dalla nostalgia ferita ma anche alle parole che curano. E la vera poesia è composta da parole che sanno curare, sanno rimarginare, sanno aiutare a riflettere, a meditare e sanno rifrangersi su scogliere di pietre vive ma anche su montagne adulte di specchi infranti oppure tra le onde vive del mare. Così il tempo delle parole poetiche attraversa i monti e le valli, le cime tempestose, viaggia su tappeti volanti, innamorati della luna, posa il suo sguardo su fiumi d'acqua scintillanti, ritrovando sui laghi innamorati delle ninfee i teneri cuori colorati delle parole-poesiae, illese dal maltempo e dalle tempeste d'aria e dai flutti dei sentimenti, dalle vene sanguigne del cuore amante e amato.
Ma le poesie sono vere quando coinvolgono e creano dissonanze e assonanze emotive, delle vere e proprie tempeste d'aria, scrosci d'acqua fresca, tumulto pulsante delle vene nei polsi e alle tempie. <> La tessitura poetica rompe il flusso delle onde, le alletta, le seduce e per un attimo le sofferma, le innalza a mezz'aria, nella dolcezza d'un mattino o di un tenero e ferito tramonto. Ma la poesia, quella vera, non è nostalgia né malinconia, non è la rete costitutiva di una mappa esprimente tentativi per sollevarsi dal dolore e dall'angoscia di vivere; la vera poesia non è fatta di linguaggi avulsi dall'interiorità e dalla bellezza di vivere e anche dal piacere di snidare la vita nei suoi più oscuri e tenebri meandri.
La poesia, quella vera, ci accorda le parole e le geometrie per conoscere le vie di transito, per il viaggio, per le avventure, per le emigrazioni terrestri, per far sì, che il transito terreno, con catene e senza catene, possa aiutare l'umano a essere il fulcro della sua umanità poetica. E allora, anche una carezza, lieve lieve, o uno sguardo sincero e tenero, anche un gesto di saluto o una parola che lenisca il forte dolore che opprime l'anima possono trasformare la mappa definita per un viaggio verso l'inferno in una mappa anche se frammentata, ma pur densa di indicazioni, di vie per affrontare il viaggio umano, che continua. Non sempre il sole né il vento saranno musica di beatitudini, ma ciò che perdura sarà il sentimento capace di creare legami, di sondare il vero dialogare nella sua sfaccettata malleabilità e fluidità. La poesia che anima le filastrocche, quella poesia che nutre le favole, quella che nutre la gioia e la magia della fantasia: una rete di incanti, una dolce passione per ricordare che il 21 marzo è la giornata mondiale della poesia.
S'ode una musica lontana; un violino, un'arpa, un pianoforte? No, non è uno strumento musicale, no! Ma forse è il vento, lo stormire delle foglie, il sole con i suoi raggi musicali oppure la tensione della voce lunare che s'appresta, sul fare della sera, a far compagnia alle ombre che abitano la città degli specchi?
E la città degli specchi sostiene la mente musicale dei suoi abitanti? Crediamo di sì, perché la mente musicale degli abitanti della città di specchi è la mente dei poeti e delle poetesse che con le loro tessiture narrative sostengono le forme del mondo, quelle dilatate e quelle fitte fitte, quelle pulviscolari e quelle ombrose, quelle che attratte da linee di fuga sulle stesse linee si fermano a sognare, a rimare.
Perché il mestiere di scrivere è anche il mestiere di vivere e la vita dei poeti e delle poetesse è fatta di una continua ricerca di assonanze, musicalità, dissonanze, rime baciate e ascoltate, rime lievitate e innamorate, intrecciate alle parole dalla nostalgia ferita ma anche alle parole che curano. E la vera poesia è composta da parole che sanno curare, sanno rimarginare, sanno aiutare a riflettere, a meditare e sanno rifrangersi su scogliere di pietre vive ma anche su montagne adulte di specchi infranti oppure tra le onde vive del mare. Così il tempo delle parole poetiche attraversa i monti e le valli, le cime tempestose, viaggia su tappeti volanti, innamorati della luna, posa il suo sguardo su fiumi d'acqua scintillanti, ritrovando sui laghi innamorati delle ninfee i teneri cuori colorati delle parole-poesiae, illese dal maltempo e dalle tempeste d'aria e dai flutti dei sentimenti, dalle vene sanguigne del cuore amante e amato.
Ma le poesie sono vere quando coinvolgono e creano dissonanze e assonanze emotive, delle vere e proprie tempeste d'aria, scrosci d'acqua fresca, tumulto pulsante delle vene nei polsi e alle tempie. <
La poesia, quella vera, ci accorda le parole e le geometrie per conoscere le vie di transito, per il viaggio, per le avventure, per le emigrazioni terrestri, per far sì, che il transito terreno, con catene e senza catene, possa aiutare l'umano a essere il fulcro della sua umanità poetica. E allora, anche una carezza, lieve lieve, o uno sguardo sincero e tenero, anche un gesto di saluto o una parola che lenisca il forte dolore che opprime l'anima possono trasformare la mappa definita per un viaggio verso l'inferno in una mappa anche se frammentata, ma pur densa di indicazioni, di vie per affrontare il viaggio umano, che continua. Non sempre il sole né il vento saranno musica di beatitudini, ma ciò che perdura sarà il sentimento capace di creare legami, di sondare il vero dialogare nella sua sfaccettata malleabilità e fluidità. La poesia che anima le filastrocche, quella poesia che nutre le favole, quella che nutre la gioia e la magia della fantasia: una rete di incanti, una dolce passione per ricordare che il 21 marzo è la giornata mondiale della poesia.